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Tra mille paure, proteste e appelli, l’Italia si appresta a riaprire le scuole dopo la pausa natalizia. Mentre in Francia le lezioni sono già iniziate da sei giorni e le autorità scolastiche sono alle prese con un boom di classi in quarantena, docenti positivi e alunni contagiati. Ecco cosa potrebbe accadere da lunedì quando in Italia riapriranno tutte le scuole. Sono infatti rimaste poche le regioni che, di fronte al boom di contagi di queste ultime due settimane, hanno mantenuto il ritorno in classe per il 7 gennaio. In nove regioni e province autonome, come da calendario regionale predisposto lo scorso anno, le lezioni riprenderanno infatti il 10 gennaio. In altre regioni, come Sicilia, Calabria, Lazio, Campania, Veneto, Liguria, Molise, Piemonte, Puglia, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano i governatori hanno deliberato il posticipo.
Ma, in questi giorni, la paura che il rientro in classe di quasi 8 milioni di alunni possa trasformarsi in un enorme macchina di contagi è fortissima tra gli operatori della scuola. La petizione dei dirigenti scolastici rivolta al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e al premier Mario Draghi per spostare il rientro in presenza di un paio di settimane ha raggiunto 2mila e 200 adesioni: quasi un preside in servizio su tre. Lo stesso appello, in meno di 24 ore, è stato supportato dalla firma di oltre 26mila docenti italiani. Perché, si chiedono in molti, se durante le vacanze è bastato riunirsi in 10-15 per diffondere il virus, cosa accadrà quando si riempiranno le classi e centinaia di alunni entreranno (potenzialmente) in contatto tra loro, per esempio alla ricreazione?
La situazione in Francia
In Francia, l’altro ieri, dopo appena 4 giorni di lezione del nuovo anno, il ministero dell’Educazione nazionale ha fatto il punto della situazione. Oltralpe, le vacanze di Natale sono iniziate il 20 dicembre per concludersi il 2 gennaio scorso. E il giorno dopo tutti gli alunni francesi erano a scuola. I numeri forniti dal ministero francese consegnano 9.202 classi in quarantena, 47mila alunni positivi e 5.631 docenti a altre unità di personale contagiati. Prima delle vacanze, il 17 dicembre, in una settimana, si sono registrate 2.970 classi in quarantena, 2.599 unità di personale contagiate e 50mila alunni postivi. Dati che si riferivano ai sette giorni precedenti. Mentre i numeri comunicati l’altro ieri riguardano la situazione di soli quattro giorni.
Boom di contagi
In Francia, in appena quattro giorni, si sono contagiati quasi gli stessi alunni (47mila) infettati in sette giorni a dicembre: 50mila. Dati che danno un’idea abbastanza precisa di cosa potrebbe accadere in Italia fra due giorni. Prima che iniziassero le lezioni, “al fine di tenere conto del rapidissimo sviluppo della distribuzione della variante Omicron in Francia – si legge sul sito del ministero dell’Educazione nazionale – tenendo conto dell’accelerazione della campagna vaccinale” il governo francese ha deciso misure sulla quarantena simili a quelle italiane. Ma è anche corso ai ripari. Per fronteggiare la (probabile) diffusione del contagio ha annullato tutti i permessi richiesti dal personale, per esempio quelli per la formazione in servizio, ha potenziato le possibilità di assunzione di docenti a contratto nelle accademie e ha “lanciato un bando per i pensionati dell’istruzione nazionale, con condizioni retributive adeguate”.