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“Con questo ritmo di crescita la prossima settimana avremo 3 milioni di positivi”. Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è destà su Radio Cusano Campus. “In proiezione – ha spiegato – lunedì prossimo potremmo avere un’occupazione dei posti letto in area medica al 38% e in terapia intensiva al 20%, percentuali che iniziano ad essere preoccupanti”.
“La previsione dei 2 milioni di positivi purtroppo l’abbiamo azzeccata – ha affermato Cartabellotta – è evidente che questo sta iniziando a pesare sugli ospedali, con quasi 16mila pazienti in area medica a quasi 1600 in terapia intensiva. Abbiamo quasi l’1% di persone che vanno in area medica e l’1 per mille va in terapia intensiva”.
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di Laura Pertici
Ospedali verso la ‘sofferenza’
Per Cartabellotta “avere un 13% di tamponi rapidi positivi ci dà l’idea di quella che è la circolazione virale. Se arriveremo a 3 milioni di positivi, i numeri dei ricoverati desteranno qualche preoccupazione in più. Ad oggi, volendo fare un mimo di proiezione, lunedì prossimo potremmo avere circa 24mila pazienti ricoverati in area medica e circa 1.900 pazienti in terapia intensiva. Questo ovviamente porterebbe i tassi di occupazione al 38% e al 20%, questo significa che gli ospedali iniziano ad essere in sofferenza”.
I problemi di sovraccarico ha sottolineato “non riguardano solo i pazienti covid, ogni paziente covid che entra in ospedale fa sì che un paziente in meno di un’altra patologia venga assistito”.
“Non è vero che siamo di fronte a un virus che non crea problemi nella fascia d’età pediatrica“, continua Cartabellotta. “Io in questo momento avrei puntato su due settimane di Dad, per potenziare la vaccinazione dei ragazzi e dei bambini. Nella fascia 5-11 anni abbiamo ancora 3,1 milioni di bambini non vaccinati”.
Chi si è ammalato con Delta può reinfettarsi con Omicron
A proposito della possibilità di contagiarsi più volte, “fino a metà dicembre le reinfezioni erano circa l’1% del totale dei casi notificati. Nelle ultime due settimane, anche se il dato è in fase di consolidamento, aumenta la percentuale delle reinfezioni che è salita al 2.4% nella settimana precedente e al 3.1% nell’ultima settimana. Quindi è verosimile che chi si è infettato con la Delta oggi si sta reinfettando con la Omicron. Oggi è difficilissimo dire il contrario. Il dato sui grandi numeri dice che a fronte di un tasso di reinfezione che è stato da agosto fino a due settimane fa all’1%, adesso è al 3%”, spiega Cartabellotta.