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Green Pass, in giro con quello della figlia 12enne: solo due locali su 20 se ne accorgono

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Da lunedì scorso il super Green Pass è obbligatorio per consumare sia nei locali all’aperto che al bancone. Ma quanti lo controllano veramente?

Siamo andati a verificarlo in alcuni ristoranti e bar del centro di Roma. Esibendo un certificato formalmente valido ma palesemente irregolare: quello di una ragazza dodicenne. Molti gestori dicono di avere le mani legate: qualcuno controlla la data che compare allo scanner ma non potendo chiedere il documento d’identità fa finta di nulla. “L’importante per noi è che compaia verde, poi se è di un’altra persona non abbiamo modo di verificarlo, non siamo ispettori di polizia”. Altri neanche ci fanno caso: una volta apparsa la spunta verde sullo scanner il cliente viene fatto accomodare senza fare domande. L’apparecchio scanner infatti, dopo aver visualizzato il documento, non lo registra. E’ questione di pochi istanti di visualizzazione ma per la privacy nulla viene memorizzato e la scannerizzazione dura il tempo di passare al successivo cliente con Green Pass.

Alcuni esercenti si giustificano dicendo che non è compito loro verificare che ci sia una corrispondenza tra il Green Pass e la data di nascita che compare, altri sostengono che la responsabilità e di conseguenza la multa in caso irregolarità sia solo a carico del cliente: “a noi è risultato verde quindi la colpa è solo di chi truffa”; altri ancora sostengono di controllare tutto, soprattutto quando entra nel locale una comitiva di giovani. “In quel caso io personalmente – dice la titolare di un ristorante – verifico che non si scambino lo stesso e quindi leggo nome e cognome e data di nascita”. Certo l’errore ci può stare, sottolineano, la svista, ma in quel caso si spera sempre di riuscire a spiegarsi con polizia e carabinieri per evitare la multa.

Una pattuglia di poliziotti che incontriamo in strada, che sta proprio lavorando per i controlli, ci spiega però che la persona sorpresa nel locale con un Green Pass di un altro oltre a ricevere la multa viene denunciata per falso, ma anche il ristoratore che non ha fatto caso alla data viene sanzionato.

Solo due locali su venti si accorgono della sostituzione di persona e vietano la consumazione. Il giro si conclude in metropolitana dove nessuno controlla chi entra e quindi se è in possesso dei requisiti per poter accedere al mezzo di trasporto. Insomma, se non si ha la sfortuna di incappare in un controllo delle forze dell’ordine, i trasgressori hanno buone probabilità di passarla liscia. Soprattutto se lo scambio di Green Pass non è così palese come nel nostro caso, ma avviene tra coetanei. In quel caso il cinquantenne no vax può serenamente mangiare nel locale insieme a chi è vaccinato, senza che nessuno lo segnali.

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