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La cucina orientale piace sempre di più. In Italia si moltiplicano ristoranti cinesi, sushi bar e ramen bistro. Sugli scaffali del supermercato compaiono sempre più frequentemente spaghetti di soia, spezie esotiche, verdure giapponesi e coreane. Per non parlare del cibo a domicilio: ravioli al vapore e sushi compaiono, con hamburger e pizza, tra i 10 cibi più ordinati a domicilio Il sushi roll preferito dagli italiani? Quello con salmone e avocado.
Per gli amanti della cucina cinese, giapponese e coreana ecco allora 10 cibi che non devono mancare per assaporarne il meglio. E per godere dei loro benefici.
Wasabi (Giappone)
È ricavato da una radice pregiata e si presenta generalmente come una “pasta” pronta all’uso, da usare per molte ricette: dalle zuppe al sushi.
Ha proprietà antinfiammatorie, è un ottimo digestivo, depura l’organismo e disintossica il fegato.
Shiitake (Cina, Giappone, Corea)
I funghi Shiitake vengono aggiunti a zuppe e brodi oppure saltati in padella e serviti come contorno.
Buone fonti di proteine vegetali, sono ricchi di minerali e vitamine del gruppo B.
Pepe Sichuan (Cina)
È una piccola bacca che ha un effetto rilassante sull’intestino. È utilizzata come spezia per piatti a base di pesce, anatra, pollo. Si può trovare sotto forma di olio da usare, assieme a zenzero, zucchero di canna e aceto di riso, nella preparazione dei tagliolini saltati.
Ramen (Giappone, Cina)
È una zuppa di spaghetti di frumento accompagnata da arrosto di maiale, alghe, cipolotti, uova e komaboko (piatto a base di surimi e pesce azzurro).
Ha un potere remineralizzante.
Miso (Giappone)
È un condimento a base di soia, orzo o riso, ricco di enzimi, lattobacilli e lieviti che facilitano la digestione.
Si usa come base per minestre e zuppe, servite calde e arricchite con ortaggi, patate, radici di daikon, cipolle, alghe o tofu.
Kimchi (Corea)
È un cavolo messo sotto salamoia e fermentato, con aggiunta di pasta di peperoncino e gamberetti salati. Si abbina a riso e altri ortaggi, come carote e ravanelli.
I lattobacilli prodotti durante la fermentazione rendono i vegetali crudi più facili da digerire. Elevato il contenuto di vitamine, calcio, ferro e fibre, pochissime le calorie.
Daikon (Cina, Giappone)
Definito anche ravanello cinese, assomiglia a una grande carota: è consumato sia crudo (in insalata) sia cotto (in stufati o zuppe).
Grattugiato sulle pietanze, favorisce la digestione e lo smaltimento dei grassi. È ricchissimo di vitamine.
Panko (Giappone)
È una speciale panatura (viene inglobata aria nel pane in cassetta grattugiato), che crea una specie di cuscinetto tra l’alimento e l’olio.
Così il fritto non assorbe i grassi, rimane leggero, più digeribile e ugualmente croccante e gustoso.
Ginseng (Cina)
In cucina viene impiegata la radice intera, da grattugiare, o la polvere, da aggiungere a brodi e zuppe.
È un ottimo antistress naturale e ha poteri antietà.
Olio di sesamo (Giappone, Corea, Cina)
È usato per saltare i cibi (soprattutto carne e verdure) in padella e wok, ma anche per insaporire e addensare le salse.
È ricco di acido oleico (quello tipico dell’olio di oliva), vitamine e aminoacidi essenziali, importanti per il cervello.
Da bere: tè verde o saké
Nei Paesi orientali non si consuma nessuna bevanda né a pranzo né a cena: l’idratazione è assicurata da brodi e zuppe. Il tè verde si prende dopo, come rituale che chiude il pasto, scegliendolo tra tanti tipi diversi.
Tra i più usati c’è il matcha, ricco di vitamine e polifenoli e dalle eccellenti proprietà digestive. Alcuni ristoranti giapponesi prevedono nel menu dei saké, bevande (fredde o calde) derivate dalla fermentazione del riso, con una gradazione alcolica simile al vino occidentale: attenzione, quindi, a non esagerare.
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Tag: cucina orientale, daikon, miso, wasabi.