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Questa volta, per dirla con il fratello Paolo, è stata una “batosta”. Ma, “dopo giorni molto brutti”, Silvio Berlusconi era in “ripresa”: oggi così ha lasciato la clinica senza rilasciare dichiarazioni. Cappotto, cappello e mascherina blu sui è infilato in auto accompagnato dalla compagna Marta Fascina, dalla sua scorta e dalla senatrice Licia Ronzulli, dopo aver fatto solo un gesto di saluto da lontano ai giornalisti e ai suoi sostenitori.
Berlusconi è stato ricoverato otto giorni fa nella suite al sesto piano del padiglione Diamante dell’ospedale fondato da don Verzè. E da lì, da quel leggendario appartamento da 300 metri quadrati con tanto di sala riunioni, ha seguito la settimana delle elezioni presidenziali. E’ ancora da lì che, sabato scorso, prima della votazione decisiva, aveva chiamato Mattarella per assicurare il suo sostegno, avevano spiegato fonti di Forza Italia: “Qualche giorno fa, per senso di responsabilità e nell’interesse del Paese, avevo rinunciato alla mia candidatura, anche per favorire una soluzione unitaria”, aveva aggiunto lui stesso poco dopo.
Durante i primissimi giorni del nuovo ricovero Berlusconi, seguendo i consigli dei medici con in testa Alberto Zangrillo e della famiglia, ha ricevuto poche visite. Oltre ai figli, al fratello e alla fidanzata Marta Fascina, il leader di Forza Italia ha incontrato gli amici di sempre, Marcello dell’Utri, Fedele Confalonieri e Adriano Galliani. Una telefonata con gli auguri di pronta guarigione anche dal presidente del Consiglio Mario Draghi.
L’ex premier ha espresso piena soddisfazione per la scelta del secondo mandato al Quirinale per Sergio Mattarella. E anche ieri, uscendo proprio dal San Raffaele dove era stata a fargli visita, la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli spiegava: “Non è vero”, come dice la leader di Fdi Giorgia Meloni, “che all’inizio il centrodestra fosse compatto contro la riconferma di Sergio Mattarella. Sapevamo che all’inizio Mattarella non aveva dato disponibilità, per cui avevamo il dovere di trovare una figura politica che potesse tenere insieme questa maggioranza – ha chiarito Ronzulli -. Mattarella non era affatto escluso, tant’è che poi ci siamo arrivati. Forse c’era bisogno di maturità, di fare dei tentativi, di dialogare, di confrontarci con le varie forze politiche così di tanti tra loro”.