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Un post dal titolo “Cupio dissolvi” e con il tono da vecchio saggio che richiama i figli – un po’ indisciplinati, forse pure viziati – ai valori trasmessi. Beppe Grillo prende posizione nella battaglia interna al Movimento, chiede un armistizio e, a leggere l’ultima frase della riflessione, manda un segnale in primis a Luigi Di Maio: “Se non accettate ruoli e regole restano solo voci di vanità che si (e ci) dissolvono nel nulla”. Come a dire, ‘stiamo calmi’. Non casuale, in tempi di segnali a colpi di ‘mi piace’, il like al posto di Giuseppe Conte.
Scontro nel M5, le due opzioni di Di Maio: sfida a Conte o nuovo partito, Il feeling con Raggi e Appendino
di Matteo Pucciarelli. 01 Febbraio 2022
Serve una parte di lavoro di interpretazione del messaggio, ma comunque il fondatore dei 5 Stelle scrive che “volta un padre venerabile (Bapu Ghandi) disse ai suoi ‘sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo'”. Così egli, cioè l’Elevato, cioè il soprannome che si è dato Grillo nelle cose del Movimento (sottolineato anche dalla foto che illustra il post tratta dal film “Cercasi Gesù” di cui fu protagonista nel 1982), “non volle essere un padre padrone, ma un padre che dà ai figli il dono più grande. Sicché rinunciò a sé per consentire il passaggio dall’impossibile al necessario”.
E così arriva la supplica: “Non dissolvete il dono del padre nella vanità personale (figli miei). Il necessario è saper rinunciare a sé per il bene di tutti, che è anche poter parlare con la forza di una sola voce”.
Un invito all’unità, alle regole e all’idea originaria di Movimento. Grillo dosa bene le parole e non mette la croce addosso a nessuno, come invece ha fatto molte volte in passato, anche con giudizi sommari. Il tema dei ‘ruoli’ però fa intendere che, essendo ad oggi Conte il presidente del partito, il decisore quindi della linea, è nello spirito dei 5 Stelle rispettarne la guida. In queste ore anche i due capigruppo M5S di Camera e Senato, Davide Crippa e Mariolina Castellone, stanno lavorando per ricucire lo strappo tra Conte e Di Maio.
Ma chi ha avuto modo di sentire Grillo negli ultimi giorni aggiunge una ulteriore interpretazione al post. Il fondatore è stanco, la sua creatura si sta sgretolando, le beghe interne vanno avanti ormai da anni senza soluzione di continuità. Se si continuasse su questa rotta, Grillo potrebbe pure decidere di chiudere la serranda, togliendo il simbolo a tutti. Simbolicamente, sarebbe la fine del Movimento. Io l’ho fatto, io ve l’ho dato, non l’avete capito né apprezzato, io ve lo tolgo per sempre.