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Materne, bambini in classe fino a 4 contagi, al quinto tutti a casa
Gli alunni della scuola dell’infanzia e della materna, che hanno tra 0 e 5 anni, finora andavano tutti in quarantena al primo caso positivo nella stessa classe. Da lunedì si cambia e fino a quattro colpiti dal coronavirus le attività scolastiche proseguono. Per i bambini non sono previste le mascherine ma i docenti dovranno indossare la Ffp2, fino al decimo giorno successivo all’accertamento dell’ultimo caso positivo in classe. Dal quinto caso nella stessa sezione o gruppo classe (accertato entro cinque giorni dal primo) le attività sono sospese per cinque giorni e tutti gli alunni, che non possono essere vaccinati, devono stare a casa. Nel decreto non c’è alcun riferimento a quanto chiesto dalle Regioni che suggerivano la permanenza in classe dei bambini contagiati di recente, partendo dal presupposto che le persone così giovani non si infettano due volte in breve tempo. La politica del governo è stata quella di aumentare considerevolmente il numero dei casi necessari prima dello stop ma di non fare distinzioni tra gli alunni.
Elementari, con più di 5 casi rimangono in aula vaccinati e guariti
I bambini delle elementari possono fare il vaccino, anche se le coperture al momento sono ancora basse. Circa 530 mila bambini su 3,6 milioni hanno fatto due dosi e ce ne sono altri 500 mila che aspettano la seconda. Il decreto prevede che fin quando i casi in una classe sono quattro l’attività continua e docenti e alunni devono indossare le mascherine Ffp2 fino al decimo giorno successivo all’accertamento dell’ultimo caso. Se qualcuno ha dei sintomi deve fare obbligatoriamente un tampone. Con cinque o più casi, invece, resta in classe solo chi ha fatto 2 dosi di vaccino o è guarito da meno di 120 giorni, nonché gli esenti dalla vaccinazione. Gli altri alunni fanno la Ddi (didattica digitale integrata) che però viene ridotta da 10 a 5 giorni. L’ultima regola crea una differenza tra la popolazione scolastica e quella generale, nella quale i non vaccinati che hanno avuto contatti a rischio devono stare in quarantena 10 giorni. Il Cts ha chiesto di rendere omogenea la regola, e portare a 5 giorni per tutti il periodo di stop.
Medie e superiori, gli immunizzati sempre a scuola. Sì al test casalingo
Nel decreto si equiparano le scuole medie e le superiori, cioè si prosegue sulla strada presa con gli atti precedenti. In questi cicli scolastici la vaccinazione è più diffusa e si è già iniziato a somministrare il booster. Sono vaccinati con due dosi da meno di 120 giorni circa 900 mila ragazzi. Inoltre, su un totale di 4,6 milioni di italiani nella fascia di età 12-19, in 1,2 milioni hanno fatto il booster. Quindi oltre 2 milioni di studenti non faranno più la Dad. Il decreto prevede che con un caso l’attività vada avanti e tutti indossino la Ffp2. Chi ha sintomi deve fare un test e va bene anche un autotest di quelli casalinghi. È la prima volta che a questo esame, che possono fare anche gli studenti delle elementari, viene dato valore ufficiale. Con due o più casi in classe, chi ha fatto due dosi o è stato positivo da meno di 120 giorni oppure ha la terza dose resta in classe, così come chi è esente dal vaccino. Tutti gli altri devono invece fare la didattica digitale integrata, che dura 5 giorni. Per rientrare basta il tampone negativo e non è necessario un certificato della Asl o del medico.
Green Pass, con la terza dose la carta verde non ha scadenza
Era una delle misure attese ormai da molti giorni e annunciate da più parti. Il Green Pass di chi ha fatto la terza dose, come quello di chi ha preso l’infezione dopo la somministrazione delle prime due, avrà una durata illimitata. La misura è necessaria perché non è prevista alcuna quarta dose, almeno per il momento, e a breve tutti coloro che hanno fatto il booster per primi, cioè subito dopo l’estate, si sarebbero trovati senza il certificato verde. E così l’Italia, che dal primo febbraio ha deciso di ridurre la validità del Green Pass da nove a sei mesi (al contrario degli altri Paesi europei) fa una nuova modifica allo strumento giudicato fondamentale per tenere sotto controllo la pandemia. Per quanto riguarda gli altri certificati verdi, cioè ottenuti quindici giorni dopo la prima dose oppure dopo la seconda, resta quindi la validità di sei mesi. Nel decreto si specifica anche che a chi viene infettato più di 14 giorni dopo la prima dose viene rilasciato un Green Pass di sei mesi, nel senso che la positività vale come una nuova somministrazione ma non sostituisce il booster.
Turisti stranieri, se hanno certificati oltre il sesto mese servirà il tampone
A coloro che arrivano dall’estero e hanno un certificato delle autorità sanitarie del proprio Paese che attesta la guarigione oppure la vaccinazione (con medicinale autorizzato o riconosciuto da noi) da oltre 6 mesi è consentito accedere ai servizi per i quali in Italia è richiesto il Green Pass rafforzato. Queste persone dunque non hanno bisogno della terza dose e soprattutto per loro il certificato verde vale più di 9 mesi. Questa misura si è resa necessaria perché in Europa e anche in altri Paesi del mondo il Green Pass ha una validità più lunga che da noi, 9 mesi appunto contro 6. Chi arriva da fuori quindi dovrà fare il tampone per accedere a una lunga serie di servizi, come entrare in hotel o andare al ristorante, attività non più permesse agli italiani, che devono essere per forza vaccinati. La norma ricorda che il test ha validità di 48 ore se è rapido oppure di 72 se è molecolare. Questo renderà la vita piuttosto difficile al turista vaccinato con due dosi da più di sei mesi.
Colori, in zona rossa il lockdown scatta solo per i No Vax
Le Regioni avevano chiesto e si aspettavano, anche perché erano state fatte aperture da parte del ministero alla Salute, l’abolizione del sistema dei colori per individuare le restrizioni da applicare nei vari territori. Almeno per ora, però, non si cambia ma vengono introdotte novità per chi è vaccinato. Il decreto infatti rende uguali le regole della zona rossa a quelle della gialla e arancione per chi ha ricevuto le somministrazioni. “La fruizione dei servizi, lo svolgimento delle attività e gli spostamenti, limitati o sospesi ai sensi della normativa vigente, sono consentiti esclusivamente” a chi ha il Super Green Pass (quindi non quello da tampone). La regola vale anche per i servizi di ristorazione. Quanto previsto, comunque, è destinato a restare sulla carta, per un bel po’ se non per sempre. Da mesi, malgrado anche la pesante ondata di Omicron, nessuna Regione va in rosso. Adesso, inoltre, la curva dei contagi e anche quella dei ricoveri ospedalieri, sono in calo. Quindi nelle prossime settimane si vedranno Regioni entrare negli scenari meno pesanti dal punto di vista delle misure, come il bianco e il giallo.