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di Paola Rinaldi
Anche i polmoni hanno dei cani da guardia. Sono tosse e starnuti, due meccanismi fisiologici che con il loro “latrato” scacciano gli intrusi: virus, batteri, funghi, polveri, fumo, sostanze inquinanti.
Se in periodo di Covid-19 avvertiamo un brivido lungo la schiena quando li sentiamo arrivare, in realtà queste due azioni, tossire e starnutire, non sono necessariamente la spia di una patologia, pur potendo raccontare qualcosa del nostro stato di salute.
«Nei circa diecimila litri di aria che respiriamo ogni giorno, sono presenti sostanze, particelle e materiali che il nostro corpo deve espellere dalle vie respiratorie, reputandoli potenzialmente pericolosi», racconta il professor Luca Richeldi (nella foto), professore ordinario di Malattie dell’apparato respiratorio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e direttore dell’Unità operativa complessa di Pneumologia presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli.
«Per sedare tosse e starnuti, evitiamo di assumere antistaminici, sciroppi o altri farmaci senza un parere medico, perché prima è importante capirne l’origine, soprattutto quando sono persistenti e non episodici».
Vigoroso starnuto: a 300 km orari!
Fastidioso, talvolta imbarazzante e quasi sempre rumoroso, lo starnuto regala un senso di sollievo, alla pari di una bella soffiata di naso, con cui condivide la funzione di allontanare particelle o agenti esterni che si sono fatti strada nelle prime vie aeree. E lo fa all’incredibile velocità di circa 300 chilometri orari, più o meno come un’auto di Formula Uno. Un vero e proprio buttafuori, forzuto come un campione di wrestling, che solitamente interviene all’improvviso e in maniera indipendente dalla nostra volontà.
«A innescarlo possono essere stimoli diversi fra loro: luce intensa, sbalzi di temperatura, risate, stomaco particolarmente pieno, esposizione ad allergeni oppure infezioni, spesso virali», racconta il professor Richeldi.
«Molti pazienti infettati dalla variante Omicron riferiscono proprio gli starnuti fra i primi sintomi, ma ci sono anche allergie che li scatenano, così come stati emotivi intensi o sostanze irritanti, ad esempio pepe e ammoniaca».
Gli starnuti vanno riconosciuti
Generalmente, se gli starnuti hanno un’origine allergica, è probabile che si accompagnino ad altri disturbi, come congestione nasale e prurito agli occhi, mentre nelle infezioni virali sono facilmente legati a febbre e spossatezza.
«È importante valutare se hanno iniziato a presentarsi dopo che abbiamo cambiato un materasso, un cuscino o un detersivo, perché talvolta bastano poche molecole di una sostanza a cui siamo iper-reattivi per scatenare una crisi», evidenzia l’esperto.
Attenzione: gli eventuali nemici dei nostri polmoni, che grazie a questo agguerrito sistema di difesa vengono catapultati fuori con violenza, possono diventare potenziali pericoli per le altre persone perché si trasformano in aerosol, cioè particelle minuscole che possono permanere e viaggiare nell’aria. Ovviamente il rischio esiste solo quando l’intruso è un germe patogeno, come nel caso del SARS-CoV-2, mentre polvere o pollini non fanno paura a nessuno.
Tosse coraggiosa, a mille chilometri orari!
Simile allo starnuto, sia nella diffusione di goccioline potenzialmente pericolose, sia nell’intento di liberare le grandi vie respiratorie, è la tosse, capace di rimuovere liquidi, sostanze irritanti, residui di cibo, particelle estranee o microbi a una velocità che può raggiungere addirittura i mille chilometri orari, come un tornado.
«Sono moltissime le cause che possono provocarla e sono quindi differenti i metodi per curarla. Dietro può esserci un banale raffreddore, ma possono nascondersi infezioni respiratorie delle basse vie aeree, reflusso gastroesofageo, allergie, asma, insufficienza cardiaca e addirittura l’utilizzo di alcuni farmaci, come gli ace-inibitori assunti per trattare l’ipertensione arteriosa», elenca il professor Richeldi.
«Esiste poi una tosse idiopatica, di cui non si conosce l’origine, e pure una forma nervosa, che tende ad attivarsi nelle situazioni in cui la persona si trova sotto stress. Di fronte a questa pluralità di cause, nelle pneumologie degli ospedali italiani stanno nascendo ambulatori dedicati alla tosse, dove è possibile rivolgersi quando il sintomo è persistente».
Grazie a un’accurata anamnesi, lo specialista raccoglie informazioni sul momento della giornata in cui il sintomo compare, sui movimenti o sulle posizioni del corpo che lo accentuano, sull’eventuale correlazione con pasti, situazioni, luoghi, persone o profumi. «Ogni dettaglio è importante per chiarirne la genesi».
Come “leggere” la tosse
Per convenzione, la tosse viene definita acuta quando dura meno di tre settimane, subacuta se supera questo periodo ma si risolve entro due mesi, cronica se persiste oltre le otto settimane.
«A grandi linee, è “buona” se insorge in concomitanza con una causa precisa, come un’infezione respiratoria accompagnata da febbre e malessere generale, mentre è “cattiva” quando è accompagnata da altri disturbi, come mancanza di fiato o dolore toracico».
Ecco perché non va mai fatta autodiagnosi e bisogna sempre affidarsi alle conoscenze del proprio medico curante o di professionisti che studiano da anni determinate patologie. «Per esempio, quando la tosse è produttiva, cioè se viene prodotto catarro, l’espettorato può fornire informazioni preziose: la presenza di sangue è quasi sempre sintomo di una patologia grave, come tubercolosi, tumori polmonari o embolia polmonare, ma deve essere l’occhio attento di un medico a rilevare sfumature importanti».
Una colorazione rosea indica che il sangue viene probabilmente dagli alveoli, se il sangue è sotto forma di strie rosso vivo potrebbe essere solo una lesione innocua delle vie aeree, mentre se è abbondante e scuro può indicare un’emorragia alveolare o un’embolia, da trattare immediatamente.
«Un espettorato bianco invece può indicare un edema polmonare, uno giallo suggerisce la presenza di pus e quindi di una probabile infezione, uno color ruggine è tipico di una polmonite batterica, mentre il grigio rimanda a un’infiammazione o uno stato di forte disidratazione».
Tosse, dipende da quando compare
Anche il momento in cui la tosse si attiva può fare la differenza. Per esempio, se dura mesi e si aggrava in posizione sdraiata, potrebbe nascondere uno scompenso cardiaco o altre patologie a carico del sistema cardiovascolare, perché il sangue – quando il cuore non riesce a mobilizzarlo efficacemente – può ristagnare all’interno dei polmoni fino a intasarli con un accumulo che genera una tosse persistente, spesso accompagnata da fiato corto, difficoltà a dormire in posizione supina e gonfiore alle caviglie.
«Se invece la tosse è cronica e si accentua soprattutto al mattino, potrebbe trattarsi della tipica tosse del fumatore, scatenata da una continua irritazione delle mucose, mentre quando è accompagnata da un dolore acuto al torace va valutata la possibile presenza di una pleurite, un’infiammazione della sottile membrana che riveste i polmoni e la parete interna della cavità toracica».
Se compare improvvisamente di notte, insieme a dolore al petto e tachicardia, meglio assicurarsi che non si tratti di un’embolia polmonare; se invece dobbiamo continuamente tirare su con il naso e deglutire potrebbe trattarsi del cosiddetto gocciolamento retronasale, causato da sinusiti, riniti allergiche, faringiti dovute ad agenti irritanti o poliposi naso-sinusali.
STARNUTI E TOSSE, ALCUNE CURIOSITÀ
Il libro dedicato ai polmoni
Sono organi raffinatissimi e delicati: sintetizzano, inventano, determinano il miracolo della vita.
Ai polmoni è dedicato il libro Il tesoro leggero (Solferino, 256 pagine, 17 euro), in cui il professor Luca Richeldi illustra il funzionamento del nostro respiro, ripercorre le svolte più importanti della ricerca e ci fa incontrare personaggi affascinanti attraverso cui raccontare il lavoro della scienza.
Starnuti, a tutte endorfine
Quando sentiamo la necessità di starnutire, possiamo solleticare l’interno della narice o guardare una fonte di luce intensa, come il sole o un lampadario acceso.
Tra l’altro, diversi studi scientifici hanno dimostrato che gli starnuti inducono il rilascio di endorfine, sostanze chimiche che donano al corpo una piacevole sensazione di benessere. La quiete dopo la tempesta, insomma.
Starnutire? Mai nel sonno
Non possiamo starnutire mentre dormiamo, perché durante il sonno profondo i motoneuroni non vengono stimolati e i segnali riflessi non sono trasmessi al cervello.
Perché si dice “salute” dopo una starnuto
Pare che l’uso di augurare “salute” a chi starnutisce risalga all’Antica Grecia: secondo il filosofo Aristotele, infatti, lo starnuto era un messaggio del cervello, sede dello spirito e dell’intelligenza, per cui doveva essere onorato con un “salve” (salute), seguito dal nome di chi aveva starnutito.
Tosse, rimedi per tutti
Quando è occasionale
Quando è persistente
· Idratarsi, bevendo molta acqua
· Evitare ambienti troppo secchi e caldi
· Evitare l’esposizione a sostanze irritanti, come fumo e polveri
· Curare la causa secondo le indicazioni fornite dal medico curante
· Cercare un approfondimento medico. Lo specialista può scegliere tra una vasta gamma di indagini radiologiche (radiografia, TC), strumentali (spirometria, broncoscopia, gastroscopia) o chimico-cliniche (esami del sangue, esame dell’espettorato).
Oltre alla causa, che può essere grave, una tosse prolungata e violenta può causare talvolta complicazioni: svenimento momentaneo (sincope), fratture costali, incontinenza urinaria e la rottura delle bolle d’aria in chi soffre di enfisema, con un possibile pneumotorace (collasso del polmone).