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GENOVA – Su Genova c’è un sole ballerino. Mario Draghi scende dalla motovedetta con cui ha appena visitato il porto della città. Viene accolto a palazzo San Giorgio dagli applausi delle autorità, dal sindaco Marco Bucci al governatore ligure Giovanni Toti. È la sua prima uscita pubblica dopo la battaglia per il Colle, il premier mostra di essere proiettato sull’azione di governo. E in particolare sul Pnrr, che diventa d’ora in avanti la vera cifra del suo esecutivo, la bussola per orientare le mosse dell’ultimo scorcio di legislatura. “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – dice – appartiene a tutti gli Italiani. Dobbiamo portarlo avanti con unità, fiducia, determinazione. Lo scorso anno abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi previsti. Lo stesso accadrà anche quest’anno”. Nel frattempo annuncia un intervento “di ampia portata, nei prossimi giorni”, contro il caro energia e le bollette, perché “il Governo – aggiunge il premier – non dimentica il presente e il presente oggi ci fa vedere una realtà caratterizzata dalle difficoltà che famiglie e imprese hanno per l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica”.
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di Emanuele Lauria 07 Febbraio 2022
Il presidente del Consiglio è a Genova per visitare i cantieri che interessano il porto del capoluogo ligure, ma anche i lavori per il terzo valico. Una mattinata intensa, che prevede anche l’incontro con i parenti delle vittime del ponte Morandi, dopo un momento di preghiera nella Radura della Memoria. Il segnale politico è evidente: spingere al massimo sulla realizzazione delle opere finanziate anche con i fondi del Pnrr. Una mossa che si accompagna alla richiesta ai ministri del suo governo di presentare un resoconto dettagliato sullo stato di avanzamento dei lavori per i rispettivi ambiti dei ministeri di competenza. “È una questione di serietà verso i cittadini, e i nostri partner europei – dice ancora il presidente del Consiglio – Ed è una questione di affidabilità, perché la crescita sostenuta, equa, sostenibile è il miglior custode della stabilità”. Una questione di serietà, ride Draghi: “Questa è l’Italia per cui lavoro, per cui tutti noi dobbiamo batterci. Perché la storia d’Italia passa da tutti noi”.
Il saluto alla città è caldo, sentito, così come la risposta “calorosa” – la definisce così – che il premier riceve durante la prima parte della visita. Genova come simbolo della riscossa grazie ai fondi europei, sostiene il premier. “Oggi, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, insieme al Programma Straordinario, ci consentono di rendere il Porto di Genova ancora più competitivo e sicuro. In particolare, intendiamo ampliare le infrastrutture, per accogliere un traffico sempre maggiore. Vogliamo migliorare la connessione tra porti, reti stradali, ferrovie, per far fronte alla concorrenza degli altri porti mediterranei e di quelli nord-europei. Accelerare la digitalizzazione di tutta la catena logistica”. Elenca i miliardi investiti sul terzo valico e quelli per il porto. Ricorda l’importante riqualificazione della città in occasione dell’Expo e assicura che il Recovery segnerà una nuova svolta: “Far crescere l’area portuale di Genova vuol dire scommettere sul potenziale di questa città. Sulla capacità del nostro Paese di essere protagonista nel Mediterraneo e nel mondo. Vuol dire creare occupazione e nuove opportunità per i giovani. E dimostrare che interventi di questa portata possono essere realizzati nel rispetto dell’ambiente”.
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di Silvia Bignami 06 Febbraio 2022
Genova, si diceva, come emblema della rinascita dopo la pandemia. “Come ricorda la sua facciata, Palazzo San Giorgio è il “Palazzo del mare”. Testimonia il rapporto profondo tra Genova e il mare, un rapporto che ha segnato la storia d’Italia’’. Ma anche come esperienza di riscossa dopo tragedie indelebili. “La storia recente di Genova – e il coraggio dei genovesi – ci mostrano soprattutto come ripartire dopo una tragedia – ricorda Draghi – Penso a quanto successo dopo il crollo del Ponte Morandi. Voglio esprimere di nuovo la vicinanza del Governo e mia personale ai familiari delle 43 vittime, ai feriti, ai loro cari. Oggi, come quattro anni fa, il loro dolore è il nostro dolore’’. Ma rappresenta anche “un esempio di collaborazione, rapidità, concretezza che è diventato un modello”.