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Caro bollette, i sindaci spengono i monumenti. Decaro: “Aiuti o tagliamo i servizi”

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ROMA –  Un rincaro da 550 milioni, il 33 per cento in più sulle bollette di gas e luce. Per protestare ieri sera 3000 città per 30 minuti, qualcuna per un’ora, hanno “spento le luci” dei monumenti: al buio il Maschio Angioino a Napoli, il Campidoglio a Roma, il Castello Sforzesco e il Pirellone a Milano, piazza Unità d’Italia a Trieste, piazza del Campo a Siena, Ca’ Farsetti e Ca’ Loredan a Venezia, il lungomare di Bari, i Quattro Canti di Palermo.

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Silvia Bignami

06 Febbraio 2022

Un gesto simbolico, per “sensibilizzare il governo”, spiega il presidente dell’Anci (l’associazione dei Comuni italiani) e sindaco di Bari Antonio Decaro. La protesta coinvolge anche le altre associazioni di enti locali, dalle Province alle Regioni. “I bilanci degli enti locali sono in pericolo, e quindi servizi pubblici importanti. Siamo con loro. – afferma il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini – Non è il momento della propaganda di parte. Mettiamoci tutti al lavoro per risposte immediate e soluzioni strutturali”.

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Senza quei 550 milioni che i sindaci chiedono al governo, denuncia Decaro, “i Comuni non possono chiudere i bilanci, perché non siamo aziende private, non possiamo chiudere in rosso per poi recuperare l’anno dopo. Potremmo essere costretti a tagliare sui servizi comunali: i trasporti, il riscaldamento delle scuole, la manuntenzione stradale, la raccolta dei rifiuti e l’illuminazione stradale”.

Quello di ieri sera è stato un piccolo saggio di quello che potrebbero accadere se gli enti locali dovessero essere lasciati da soli a fronteggiare il caro-bollette. Senza calcare la mano: per ragioni di sicurezza, spiega l’Anci, si è scelto di spegnere solo le luci dei monumenti, non l’illuminazione stradale. Ma i sostegni servono, anche perché i rincari corrono ancora, “le stime sono già saltate, si va verso aumenti di oltre il 50 per cento per l’elettricità e il 40 per il gas”, rileva Decaro.

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I Comuni spendono per l’energia circa 1700 milioni di euro l’anno. La richiesta di sostegni corrisponde agli aumenti stimati fino alla fine di marzo, copre al massimo aprile. L’auspicio è che poi la corsa dei rincari si fermi. Il peso delle bollette varia da città a città: si va da un massimo di 50 milioni di euro annui per Milano e Roma, 30 milioni circa per Napoli e Torino, tra i 13 e i 15 per Genova Palermo e Bologna fino a 3 milioni circa per città del calibro di Novara. Bollette diverse per consumi diversi, ma aumenti in percentuali molto simili, che arrivano dopo due anni di pandemia che hanno stritolato i bilanci dei Comuni.

Imprese e cittadini si sono impoveriti, sono calate le addizionali e le altre entrate. La fondazione Openpolis stima per esempio che il Comune di Milano nel 2021 abbia perso solo per l’addizionale Irpef in media 7,21 euro a residente; in tutto, se si considera tutti i tributi, la perdita ammonta a 137,93 euro annui pro capite. Un problema grave di cui si è tenuto conto nei decreti ristori, ma non per quest’anno: “L’anno scorso ci sono stati versati 4 miliardi, due anni fa 7, ma quest’anno al momento siamo a zero, eppure c’è ancora una forte riduzione della capacità fiscale” obietta Decaro.

Alla perdita delle entrate si aggiungono anche maggiori spese di altra natura: “Il governo ha rinnovato i contratti pubblici con i sindacati, i rinnovi per noi si traducono in una ulteriore spesa di 600 milioni per gli aumenti degli stipendi”. E i rincari dell’energia pesano dall’anno scorso: “A Bari avevamo già consumato il budget riservato all’illuminazione pubblica a settembre”, spiega il sindaco.

Il caro-energia non si limita ai Comuni. Alla protesta di ieri sera hanno partecipato anche molti enti, dall’Acer di Bologna, che ha invitato a spegnere le luci dalle 19 alle 19.30 gli inquilini delle case popolari, ai teatri. A Milano luci spente al Lirico e al Nazionale: “Il ritorno ‘a grande richiesta’ di ‘Pretty Woman’ al Nazionale, dall’11 al 27 febbraio, per l’aumento dell’energia ci costa già il 30% in più rispetto ai soli tre mesi precedenti”, denuncia l’ad di Stage Entertainment, che mette in scena lo spettacolo, Matteo Forte.
 

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