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Confezione
La confezione di vendita è realizzata interamente in cartone e quindi completamente riciclabile: un plauso a Sony che continua a seguire questa ottima strategia.
All’interno troviamo un cavo USB/USB-C per la ricarica e quattro “alette” in silicone di dimensioni diverse, che si sommano a quella applicata di defualt per un totale di cinque.
Costruzione e comodità
Non è facile commentare l’aspetto costruttivo di questi Sony LinkBuds, perché come avrete intuito ci troviamo davanti a qualcosa di completamente diverso rispetto a quel che si sia mai visto finora.
Guardando gli auricolari, è possibile notare come Sony abbia spalmato in due sezioni divise piuttosto nettamente (ma ovviamente collegate tra loro) i componenti che caratterizzano qualsiasi auricolare. Da una parte abbiamo il corpo principale, che ospita chip, batteria e ogni altro sensore necessario, dall’altro, invece, il driver, decisamente particolare: un trasduttore ad anello, con un foro al centro.
Si tratta di un driver proprietario, realizzato appositamente da Sony per raggiungere il suo scopo, ossia lasciar passare tutti i suoni dell’esterno: l’obiettivo di questi auricolari, infatti, è permettere alle persone di restare collegati con il mondo che li circonda (da qui il nome LinkBuds).
Questo ha ovviamente delle ripercussioni sull’aspetto sonoro (di cui parlerò in seguito), ma influenza anche il comfort: se i Sony LinkBuds risultano così comodi da indossare, non è solo perché sono sottili e leggeri, ma anche perché sono completamente privi di quella pressione esercitata dal suono.
Quando ascoltiamo della musica, le onde sonore emesse dal driver si propagano tramite l’aria, spostandola: questo, specialmente quando parliamo di auricolari con una forte spinta sui bassi, porta con sé una sensazione di pressione nel canale uditivo. Questo avviene più con alcuni modelli che con altri (tipicamente si verifica con gli in-ear), ma nel caso dei Sony LinkBuds, il form factor col foro al centro alleggerisce molto qualsiasi pressione.
Ma andando oltre questo aspetto, in generale i LinkBuds sono comodi da indossare e restano stabili alle orecchie grazie alle “alette” in silicone, che vi permettono anche di utilizzarli abbastanza tranquillamente per una corsetta (c’è la resistenza agli schizzi, con certificazione IPX4).
A proposito delle alette, devo ammettere che mi paiono molto a buon mercato e sicuramente non spiccano se confrontate con il resto del prodotto, davvero molto più raffinato. In ogni caso, nonostnte le mie impressioni, le alette reggono e il materiale utilizzato è migliore (più resistente e flessibile) di quanto non sembri a colpo d’occhio.
Sul fronte costruttivo una nota di demerito va al coperchio del case, davvero un po’ troppo lasco: dopo appena qualche giorno, la molla non regge più il peso del coperchio, che si richiude su sé stesso.
È più una “svista” che altro, ma comunque sgradevole: in ogni caso, non c’è pericolo che il case si apra da solo quando è in tasca perché Sony ci ha piazzato un tasto per aprire il coperchio.
Salvo una manciata di modelli davvero trascurabili, è la prima volta che mi capita di utilizzare degli auricolarei true wireless il cui coperchio non si chiuda magneticamente ma grazie ad un sistema ad incastro (con relativo pulsante per sbloccarlo). Ma a parte lo spaesamento iniziale, non è una soluzione che mi ha causato particolari problemi nell’utilizzo.
Qualità sonora
Il chip a bordo dei LinkBuds è il Sony V1, lo stesso dei top di gamma WF-1000XM4. Inoltre, come nella maggior parte degli altri auricolari Sony, troviamo tutte le ottimizzazioni lato software a cui l’azienda giapponese ci ha abituato, come ad esempio un ottimo equalizzatore incluso nell’app e la tecnologia DSEE, che compensa le informazioni perse nella comressione audio.
Tutto questa lunga premessa per dire che le tecnologie audio ci sono, e si sentono: il suono che esce da questi auricolari è ottimo, pulito e pieno, con dei buoni bassi che si fanno sentire nonostante il form factor.
Tuttavia, proprio per via della forma, non credo abbia troppo senso soffermarsi troppo sulla qualità audio: per via di come sono fatti, i Sony LinkBuds sono soggetti ad una importante dispersione del suono e, per questo motivo, non sono gli auricolari che consiglierei a chi vuole apprezzare ogni sfumatura della musica.
Per i LinkBuds, Sony si è inventata lo slogan #NeverOff, che credo vada tenuto ben a mente. Questi auricolari ci permettono infatti di non “staccarci” mai dal mondo reale, ma questo aspetto può avere delle controindicazioni.
Semplificando e banalizzando molto, in ambienti troppo rumorosi diventa letteralmente impossibile riuscire ad ascoltare la musica o (ancor peggio) i podcast. Un esempio: è impossibile riusciere ad ascoltare qualcosa quando state per prendere la metropolitana ed il treno, frenando, si approccia alla banchina facendo un gran rumore.
App e funzionalità
Sony ha fatto un lavoro egregio lato software e, fortunatamente, ha cercato di limitare il problema con i rumori esterni descritto nel paragrafo precedente: dall’app è disponibile la funzione Controllo adattivo del volume (attivo di default) che regola automaticamente il livello del volume a seconda del rumore circostante.
Il controllo adattivo è praticamente indispensabile per utilizzare i Sony LinkBuds all’esterno e fortunatametne funziona molto bene: mi è capitato diverse volte di notare come, camminando vicino un tram in movimento o davanti a locali particolarmente rumorosi, il volume si alzasse automaticamente, per poi tornare a livelli normali quando la situazione era più tranquilla. A scanso di equivoci, per quanto il Controllo adattivo funzioni bene, non è sufficiente per compensare i rumori più forti, come quello della metropolitana già citata.
L’app è dotata del solito, ottimo equalizzatore di Sony, che vi permette di scegliere tra dei preset ma anche di modificare manualmente le varie bande di frequenza. E poi ci sono tutte le raffinatezze che chi ha già utilizzato auricolari Sony conoscerà bene: tecnologia DSEE, possibilità di scegliere se dare priorità alla stabilità della connessione o alla qualità audio e supporto a 360 Reality Audio (purtropo disponibile solo per 360 by Deezer, Artist Connect, nugs.net e TIDAL).
C’è poi lo Speak to chat (ancora inspiegabilmente tradotta come Dettatura vocale testo), che manda automaticamente in pausa la musica quando parliamo: funziona bene, fin troppo bene (ad esempio mandando in pausa la musica se canticchiate). Può quindi dar fastidio, ma è una funzione che ha senso per questi LinkBuds, considerato che si tratta di cuffiette per restare sempre in ascolto del mondo.
Ci sono anche integrazioni interessanti con app di terze parti: l’immancabile Spotify, che è possibile lanciare impostandolo come opzione per Quick access, ma anche Microsoft Soundscape, un servizio pensato per chi ha problemi di vista, che crea una mappa audio 3D con informazioni utili per spostarsi nel mondo (ad esempio avvisando di incroci ed altre informazioni utili).
Dulcis in fundo, i LinkBuds possono richiamare Google Assistante ed Alexa tramite le apposite keyword (Ok Google, Alexa), ma solo su Android (per i ben noti limiti di iOS in tal senso).
Connettività
I Sony LinkBuds hanno Bluetooth 5.2, utilizzano i codec AAC, SBC e LDAC e supportano il protocollo Google Fast Pair per l’accoppiamento rapido su Android. Manca purtroppo il supporto al multipoint.
Controlli
La principale novità dei LinkBuds è sicuramente il form factor, ma un’altra grande innovazione riguarda il sistema di controlli. A differenza della maggior parte degli auricolari in giro, i LinkBuds non hanno un sensore touch, ma un sistema di controlli basato sul captare le vibrazioni.
Questo permette di ampliare l’area dei controlli e utilizzare il doppio tap e triplo tap non solo sugli auricolari, ma anche in tutta l’area circostante: potete tappare sulle orecchie o sulla porzione di guancia davanti le orecchie.
Il sistema funziona sorprendentemente bene e, una volta fatta l’abitudine, risponde a doppio e triplo tap senza sbagliare un colpo, almeno da fermi. In movimento la situazione peggiora un po’ ed è più difficile impartire correttamente i comandi.
Inoltre, proprio per la tecnologia utilizzata, gli unici input disponibili sono doppio tap e triplo tap (niente tap singolo o tocco prolungato). Considerando che dall’app Sony è possibile personalizzare i controlli, ma solo “a coppie” (selezionando uno dei preset per auricolare sinistro o destro), questo porta ad avere pochi controlli disponibili.
Nonostante tutto, per me il sistema di input è promosso (e vi invito a guardare la videorecensione per capire bene come funziona): è qualcosa di davvero innovativo, che potrebbe aprire scenari interessanti per il futuro.
Autonomia
La durata della batteria è solo nella media: 5 ore e mezza con una ricarica e fino a 17 ore e mezza con le ricariche fornite dal case.
Un’autonomia simile è più lo standard per auricolari con cancellazione del rumore: in questo caso non abbiamo ANC, ma immagino che le tecnologie incluse (in particolare regolazione automatica del volume) prevedano un utilizzo dei microfoni (e di conseguenza un consumo di batteria) analogo o quasi a quello utilizzato per la cancellazione del rumore.
Microfoni
Con questi LinkBuds mi è sembrato che Sony si sia finalmente messa all’opera e abbia migliorato la resa dei microfoni (che erano stati la più grande delusione sui WF-1000XM4).
Con i Sony LinkBuds la situazione mi pare migliore: pur non essendo eccelsi, la soppressione del rumore mi sembra migliorata, la voce è sempre comprensibile anche all’esterno, ma senza diventare eccessivamente metallica.
Di seguito alcuni test eseguiti in casa e all’esterno, nella videorecensione trovate un altro test.
Prezzo
Il prezzo di lancio dei Sony LinkBuds è di 180€, una via di mezzo tra i (relativamente) economici WF-C500 (100€) e i top di gamma WF-1000XM4 (280€).
Sarei tentato a giustificare il prezzo di questi LinkBuds, perché apprezzo sempre l’innovazione ed è innegabile che Sony abbia fatto un gran lavoro di ricerca e sviluppo su questi auricolari.
Tuttavia, il costo è praticamente da fascia alta e innegabilmente elevato, specialmente considerando che si tratta di una tipologia di prodotto così innovativa.
Se ne avete l’occasione, vi consiglio di provarli per capire se fanno al caso vostro: se cercate degli auricolari che vi permettano di stare davvero NeverOff, sempre in ascolto di quel che succede intorno a voi, i LinkBuds sono perfetti e non c’è modalità Trasparenza che regga il confronto. Ma ricordate che non c’è possibilità di disattivare questa specie di Always on perenne, quindi valutate bene se sono davvero quel che vi serve.
Foto
I Sony LinkBuds non sono auricolari per tutti: se siete pendolari o persone che frequentano luoghi molto rumorosi, non fanno per voi. E, a dire il vero, anche se siete utenti che cercano auricolari normali, con quel minimo di isolamento acustico, fareste bene a guardare altrove. I Sony LinkBuds sono invece un prodotto coraggioso, che punta ad una specifica fascia di utenti: quelli che vogliono restare sempre in ascolto del mondo che li circonda. I LinkBuds sono perfetti per chi non vuole (o non può permetteresi di) isolarsi da quel che lo circonda: per chi va molto in bici in mezzo al traffico, per chi svolge un lavoro di cura e deve stare sempre vigile e, in generale, per chi vuole restare coi piedi per terra, connesso al resto del mondo.
Sommario
Confezione 8
Costruzione e comodità 8.5
Qualità sonora 7.8
App e funzionalità 8
Autonomia 7
Microfoni 8.5
Prezzo 7.5
Voto finale
Sony LinkBuds
Pro
Design innovativo con driver ad anello
Permettono di ascoltare sempre quel che succede intorno
Comode e leggerissime
Buona qualità dei microfoni
Sistema di controlli innovativo
App completa con equalizzatore
IPX4
Contro
Zero isolamento acustico (ovviamente)
Autonomia mediocre
Coperchio del case ed alette un po’ “scadenti”
Prezzo limitativo