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Feti e altri resti umani nei barili dei rifiuti industriali: scoperta shock a Granarolo

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Una scena da film dell’orrore. E’ quella che si è trovato davanti mercoledì sera un giovane che doveva svuotare un magazzino di rifiuti in via dell’Artigianato, nella zona industriale di Granarolo, in provincia di Bologna. E sulla quale ora sta indagando la Squadra mobile, nel tentativo di venirne a capo.

I fatti. Come confermato dalla Questura tre sere fa un giovane di origine sinti, solito raccogliere i metalli di scarto nelle aziende della zona, viene chiamato dal titolare di una società per svuotare un deposito. Quest’ultimo gli avrebbe proposto di portar via, oltre al materiale ferroso, anche alcuni fusti gialli su cui era impresso il simbolo dei rifiuto biologici speciali. Forse solo per questo, il giovane ha voluto controllare quale fosse il contenuto prima di caricarli sul suo furgone, ed è in quel momento che ha fatto la macabra scoperta: un feto, immerso in un liquido di colore verdino.

A quel punto il ragazzo ha deciso di chiamare la polizia, che fatti i primi controlli ha scoperto contenuti simili negli altri bidoni, si tratta dalle prime verifiche di feti e altri resti umani coperti di quella che sembrerebbe essere formaldeide. Sono arrivati la Polizia Scientifica e i vigili del fuoco del nucleo Nbcr specializzato in analisi del rischio biologico. E sono scattate le indagini, in primis presso gli ospedali.

I primi riscontri, tuttavia, non sembra abbiano fatto luce sul mistero. Sono stati ascoltati alcuni dipendenti del Sant’Orsola, per esempio, per capire come funzioni lo smaltimento dei rifiuti biologici provenienti dagli ospedali. Ma è emerso che solitamente i resti umani vengono cremati, e che nel caso di bimbi che non sono nati vivi il corpo viene messo a disposizione delle famiglie per l’eventuale inumazione.

La formaldeide viene utilizzata solo nei casi, molto rari e peraltro non previsti nelle strutture bolognesi, in cui i corpi vengano donati alla scienza. Tra l’altro, esistono registri specifici in cui vengono annotate tutte le operazioni di questo genere. E ovviamente, di questi resti non c’è traccia.

Resta dunque il giallo, e con esso l’orrore del ritrovamento. Le indagini continuano e al momento la polizia ha segnalato il titolare del capannone alla Procura della Repubblica.

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