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Patologie irreversibili e medici obiettori. Lo scontro sul fine vita

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Attesa da decenni, la legge sul suicidio assistito è al giro di boa. Un primo passo l’ha fatto: è stato infatti sventato il rischio, giovedì scorso, che l’aula di Montecitorio con voto segreto sopprimesse proprio la “mission” della proposta, ovvero la “facoltà della persona affetta da una patologia irreversibile e con prognosi infausta o da una condizione clinica irreversibile, di richiedere assistenza medica, al fine di porre fine volontariamente e autonomamente alla propria vita”. A fare da cavallo di Troia affinché la legge venisse eliminata, è stato un emendamento della destra, che è però stato bocciato con una maggioranza ampissima. 

Ma ora viene il bello. Circa 150 gli altri scogli da superare, tanti sono infatti gli emendamenti, cioè le proposte di modifica. L’approvazione alla Camera è prevista all’inizio di marzo. Tuttavia l’esito è incerto. Nonostante l’appello di Enrico Letta, il segretario del Pd, sulle pagine di Repubblica, affinché sia data presto risposta a chi soffre, ribadito anche durante la direzione del Pd “Cerchiamo di arrivare a una intesa su questo testo. E’ l’unica strada per fare qualcosa di concreto per le persone che soffrono”, lo scontro tra la destra e la sinistra, tra laici e cattolici, non si placa. Contro la Lega, Fratelli d’Italia, i centristi, Forza Italia, anche se divisa. A favore i 5Stelle. Italia Viva darà libertà di voto. Per Emma Bonino, la storica leader radicale, e per l’Associazione Luca Coscioni (che ha proposto il referendum sull’eutanasia bocciato dalla Corte Costituzionale), la legge in aula è inadeguata e discriminatoria. Riccardo Magi, di +Europa, parla di una cattiva legge così com’è formulata. 

Fine vita, Enrico Letta: “Il Parlamento trovi subito un punto di equilibrio, chi soffre non può aspettare”

di
Enrico Letta

20 Febbraio 2022

L’input della Consulta 

Una sentenza del 2019 della Corte costituzionale ha chiesto al Parlamento di colmare il vuoto normativo, dopo essersi pronunciata sul caso di Marco Cappato, processato e poi assolto per avere aiutato Dj Fabo a morire. In otto articoli la legge sana il ritardo e l’incapacità della politica italiana di affrontare il fine vita. Conflitti, lacerazioni, la memoria delle dolorosissime vicende di Piergiorgio Welby, di Eluana Englaro, oltre che di Dj Fabo, e oggi la scelta di Mario, l’uomo tetraplegico che ha chiesto e ottenuto dal Tribunale di porre fine alla propria sofferenza, tutto questo approda in Parlamento. Ma cosa dice il testo. 

Chi può farne richiesta 

Sono posti una serie di paletti. Dai relatori, il dem Alfredo Bazoli e il grillino Nicola Provenza sono state accolte alcune richieste della destra, nella speranza di una condivisione che evitasse alla legge sul fine vita, il naufragio del ddl Zan contro l’omofobia. Può chiedere il suicidio assistito il paziente maggiorenne, in grado di intendere di volere, che sia stato già coinvolto in un percorso di cure palliative e le abbia rifiutate. Deve essere affetto da una patologia irreversibile e da prognosi infausta, che cagioni sofferenze fisiche e psicologiche assolutamente intollerabili. Inoltre – ed è uno dei punti che la sinistra e i radicali contestano – il paziente deve essere tenuto in vita da trattamenti sanitari di sostegno vitale, la cui interruzione provocherebbe il decesso del paziente.  

La richiesta 

Deve essere indirizzata dal medico di medicina generale o dal medico che ha in cura il paziente. Spetterà poi al comitato di valutazione clinica dare il via libera. 

Obiezione di coscienza

I medici e in genere il personale sanitario possono sollevare l’obiezione di coscienza. Però gli ospedali pubblici sono tenuti in ogni caso ad assicurare che sia possibile esercitare il diritto al suicidio assistito. Spetta alle Regioni il controllo. 

Non c’è reato per il medico

Espressamente riconosciuta l’esclusione della punibilità per i medici e il personale sanitario. Quindi gli articoli del codice penale 580 (Istigazione o aiuto al suicidio) e 593 (omissione di soccorso) non si applicano ai sanitari che chiamati al suicidio assistito. 

Sanatoria retroattiva per i condannati 

Non è punibile chi sia stato condannato, anche con sentenza passata in giudicato, per aver agevolato in qualsiasi modo la morte volontaria medicalmente assistita di una persona prima dell’entrata in vigore della legge. 

La differenza con l’eutanasia 

Non si parla qui dell’articolo 579 del codice penale che riguarda l’omicidio del consenziente, l’eutanasia, su cui sono state raccolte un milione e 200 firme mila per il referendum abrogativo, bocciato una settimana fa dalla Consulta.  

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