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Un colloquio a tre, il giorno dopo la bufera del ring olimpico. A Parigi si incontrano Thomas Bach, presidente Cio, Giovanni Malagò, numero uno del Coni, e Giorgia Meloni. La premier italiana vuole affondare il colpo dopo le polemiche sollevate ieri sul caso di Angela Carini, la pugile italiana che ha abbandonato l’incontro con l’atleta algerina iperandrogina Imane Khelif. La posizione italiana è stata espressa già ieri: non si trattava di un incontro alla pari. Ma dal Cio, al di là delle dichiarazioni ufficiali di circostanza, è arrivata una risposta ferma: Khelif è donna. Il presidente del Comitato olimpico lo ha ribadito all’uscita dal colloquio, che è avvenuto nell’hotel dove Meloni alloggia a Parigi: “La pugile algerina è una donna ed ha fatto competizioni per sei anni al livello internazionale”, ha detto all’Ansa.
Per il Cremlino, che ha commentato attraverso il portavoce Dmitri Peskov, il movimento olimpico “diventa vittima di manifestazioni pseudo-liberali che rasentano la perversione”.
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L’irritazione del Comitato per le fake news
Meloni ha chiesto regole più chiare, da uniformare con quelle delle federazioni. “Equità”, reclama da ieri la premier. E dietro di lei la destra italiana, pronta a montare su un nuovo caso dopo quello della cerimonia inaugurale con la parodia queer. La replica del Cio ha mostrato disponibilità al dialogo: “Siamo rimasti d’accordo di restare in contatto per ‘dare il benvenuto’ allo stesso background scientifico e rendere la situazione più comprensibile”. Unica concessione, quindi: il Cio farà chiarezza per aiutare a capire le regole. Che però restano ferme. E Khelif, quindi, continuerà a gareggiare, come ribadito anche dal portavoce del Comitato, Mark Adams, che ha biasimato “l’inutile caccia alle streghe”: “Per noi è importante sapere che questa donna pugile ha gareggiato per anni contro diverse avversarie. Negli ultimi tre anni ha lottato contro tre pugili italiane. Se iniziamo a basare il nostro giudizio contro questi sospetti allora dovremmo tornare al sistema basato sui test sui genitali”.
È la linea già affermata in modo chiaro nella nota diffusa ieri, nella quale il Cio si è detto “addolorato” per “gli abusi che le due atlete stanno subendo (l’altra è la thailandese Lin Yu-Ting, ndr)” e ha ribadito: “Tutti gli atleti che partecipano al Torneo di pugilato dei giochi olimpici di Parigi 2024 rispettano i regolamenti di ammissibilità e di iscrizione della competizione, nonché tutti i regolamenti medici applicabili stabiliti dalla Paris 2024 Boxing Unit (pbu). Come per le precedenti competizioni olimpiche di pugilato, il sesso e l’età degli atleti si basano sul loro passaporto”. Nella nota, il Cio ha pure rilevato “informazioni fuorvianti”, facendo quindi riferimento alla campagna basata sulla fake news che parlava di transessualità delle due atlete.
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L’imbarazzo di Malagò
Durante l’incontro di oggi con Meloni, però, i toni sono stati più diplomatici da entrambe le parti. È stato affrontato anche il tema di Milano Cortina 2026. “La premier – ha detto Bach – ha confermato il pieno supporto del governo per il successo dei prossimi giochi invernali”. Su Khelif, invece, ognuno per la sua strada. Con Malagò che confessa “un po’ di imbarazzo istituzionale” da parte sue: “La posizione del Coni è a tutela e difesa di Angela. Ci ho parlato settimane fa e da giorni, dopo il sorteggio, ci siamo confrontati sull’incontro contro questa pugile chiacchierata”. Intervenendo a Sportface TV il presidente Coni ricostruisce la vicenda: “Io, prima verbalmente poi in modo lieve ma formale e infine con una protesta ufficiale, ho scritto una lettera a tutela dell’atleta Angela Carini chiedendo dei rumors e di quale fosse la situazione – ha spiegato Malagò – Inoltre la gente deve sapere che l’Associazione Internazionale Boxe è stata commissariata un anno e mezzo fa. Tutti i vertici sono stati rimossi ed è stata presa sotto l’egida del Cio con un organismo terzo indipendente. Qual è il tema? Se uno si basa su aspetti estetici è chiaro che le riflessioni sono molto comuni e similari. L’algerina non ha fatto oggi il primo match della sua vita, sono almeno 8-9 anni che è nel circuito della boxe. Ha un passaporto, che non devo giudicare io, che dichiara che è donna. Poi è giusto che ognuno faccia le sue considerazioni, però quello che dico è di non sostituirci al mestiere degli altri. Dieci persone che rappresentano una commissione scientifica hanno valutato e testato di recente, ho ricevuto questa mattina la lettera, quelli che sono i valori ormonali di questa atleta. Poi ognuno è padrone di pensare ciò che crede – ha concluso – Questa non è una giustificazione, sto comunque dalla parte di Angela”.