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Il 2 agosto 1934 Paul von Hindenburg, presidente della Germania, morì. Già feldmaresciallo dell’esercito imperiale ed eroe della Grande guerra, era stato determinante nel favorire l’ascesa dei nazisti. Fu lui a nominare Hitler cancelliere nel gennaio del 1933. Alla sua morte – come previsto dalla “legge sul capo dello stato del Reich tedesco”, approvata il giorno prima – la carica di presidente fu immediatamente abolita. O meglio, fusa con quella di cancelliere. Da quel momento Hitler diventò ufficialmente il Führer. Cinque anni più tardi – 2 agosto 1939 – Albert Einstein firmò una lettera molto importante (qualcuno l’ha definita la più importante del secolo), indirizzata alla Casa Bianca. Il fisico informava Roosevelt che recenti ricerche suggerivano che “l’elemento uranio possa essere tramutato in una nuova e importante fonte di energia nell’immediato futuro”, consentendo la costruzione di “bombe estremamente potenti”. Einstein – e con lui il collega ungherese Leo Szilard, ideatore della missiva – temeva che i nazisti stessero facendo ricerca in quel settore ed esortava il governo americano ad attivarsi. Il presidente prese la cosa molto seriamente. Erano gli albori del Progetto Manhattan.