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Il governo contro le inchieste sulle infiltrazioni russe nella boxe alle Olimpiadi. La ministra Roccella: “La sinistra in difficoltà evoca il complotto”

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I centomila dollari di consolazione dell’Iba – la federazione del pugilato dilettantistico messa fuori legge dal Cio – alla pugile italiana Angela Carini (50mila), alla Federazione (25mila) e al tecnico (altri 25mila), che hanno rifiutato il premio, ancora al centro delle polemiche, ancora alimentate dal centrodestra. “Quando gli argomenti scarseggiano, la razionalità latita e la ragionevolezza è accantonata da tempo, che si fa? C’è sempre una soluzione per la nostra sinistra, anzi due: gridare al complotto (in questo caso putiniano) e all’allarme fascista”, scrive la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella in un post su Facebook. Si riferisce all’iniziativa dell’Iba guidata da Kremlev, pregiudicato fedelissimo del presidente russo Vladimir Putin, che ha squalificato Imane Khelif sostenendo che fosse “un uomo”. Ed è quello a cui hanno creduto il vicepremier Matteo Salvini e diversi esponenti del governo nel lanciare la campagna contro la pugile algerina e mettendo così in imbarazzo la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Le mani di Putin sulla federazione boxe salvata con i soldi di Kremlev, l’oligarca pregiudicato

dal nostro inviato Giuliano Foschini e dalla nostra corrispondente Anais Ginori

04 Agosto 2024

La ministra Roccellaoggi torna sulla vicenda con un lungo post dedicato al “complottismo” della sinistra in difficoltà che evoca infiltrazioni russe nella boxe dei Giochi di Parigi. E sul caso Carini-Khelif “frutto di un complotto planetario ordito tra Putin e don Patriciello passando per Palazzo Chigi”, continua la ministra. Che sui social spiega: “Messi di fronte alla contraddizione insanabile tra la difesa delle donne e la promozione della fluidità, del ‘non binarismo’ sessuale e delle teorie gender di ogni ordine e grado, e non sapendo evidentemente come uscirne ora che anche un’istituzione politicamente correttissima come l’Onu ha capito che nelle gare sportive femminili c’è un problema – afferma Roccella -, la sinistra italiana e i suoi organi di informazione tirano fuori il complotto russo ordito in combutta con una fantasmagorica ‘fasciosfera’. Se la questione dell’identità e dello spazio delle donne, messi a repentaglio dall’ideologia woke, non fosse serissima, ci sarebbe da ridere. Ci sarebbe da ridere perché evocare Putin di fronte a una questione di equità sportiva posta dal governo più filo-Ucraina d’Occidente, e da alcuni fra gli esponenti più atlantisti di quello stesso governo (la presidente del Consiglio, e mi ci metto anch’io col mio curriculum occidentalista di una vita), significa proprio non avere niente da dire. Evocare come indizi del complotto politico le parole di solidarietà di un coraggioso sacerdote di Caivano e un premio rispedito al mittente significa cercare di arrampicarsi su uno specchio, e pure un pò oleoso”. Continua Roccella: “La verità è che le lacrime di Angela Carini e l’ingiustizia da lei subìta, e il non aver voluto darsi regole sportive rigorose e certe quando era il momento di farlo, hanno mostrato che il re è nudo. Che lottare per le donne e al tempo stesso negare l’identità dei corpi sessuati, promuovere l’autopercezione, privare di senso quell’essere ‘donna’ in nome del quale aprire spazi di protagonismo e frontiere di libertà, semplicemente non si può fare. È come cercare di mettere insieme il bianco e il nero, il giorno e la notte, il diritto e il rovescio. E siccome la sinistra vorrebbe disperatamente l’esclusiva del femminismo, ma del wokismo ha fatto la propria religione laica, di fronte al corto circuito pensa di cavarsela buttandola in caciara. Il caso Carini-Khelif diventa cosi il frutto di un complotto planetario ordito tra Putin e don Patriciello passando per Palazzo Chigi. Il comunicato del Vaticano sulle offese arrecate ai credenti dalla cerimonia d’apertura di queste controverse Olimpiadi viene incredibilmente silenziato quando non proprio oscurato, e censurato. E poi – conclude la ministra – parlano di fake news”.

 

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