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PARIGI — La Senna della discordia. E anche dei mal di pancia. Claire Michel, belga, 35 anni, ha avuto stomaco e intestino in subbuglio dopo la gara di triathlon individuale (38ª) del 31 luglio nel fiume parigino. È stata curata nell’infermeria del Villaggio, il quotidiano belga De Standaard ha ipotizzato un’infezione da escherichia coli, un batterio fecale che in alte concentrazioni provoca diarrea e vomito. Non ci sono conferme di un collegamento diretto tra il malore dell’atleta e il contatto con le acque del fiume che da giorni sollevano interrogativi e preoccupazioni per la loro qualità, oltre che per l’aumento della portata dopo le piogge incessanti del 26 e 27 luglio, cui sono seguiti altri scrosci. Nel dubbio, la nazionale di Bruxelles ha ritirato la squadra dalla prova di staffetta, che ha chiuso il programma del triathlon.
«Sono stata curata bene e mi riprenderò. Sono però davvero devastata per la squadra e mi dispiace finire i Giochi in questo modo», ha scritto Michel su Instagram.
Non è il solo caso: la Svizzera non ha fatto nuotare Simon Westerman nella prova a squadre nè Adrien Briffod, 30 anni, schierato nell’individuale (49°): entrambi stavano male per via di un’infezione gastrointestinale. Il comitato elvetico però non fa deduzioni: potrebbe aver mangiato qualcosa di sbagliato nella mensa, non proprio stellata, del Villaggio. Intossicazione alimentare anche per il triatleta norvegese di 25 anni, Vetle Bergsvik Thorn? Il giorno dopo l’individuale (17°) ha raccontato alla tv NRK che si è svegliato con mal di stomaco e vomito, pensando a qualche cibo avariato. Tanto che ha nuotato nella staffetta. Il direttore sportivo della nazionale scandinava, Arild Tveiten, dice che la causa non è ancora nota: «Stiamo pensando quello che pensano tutti: che probabilmente è il fiume. Ma non lo sappiamo».
Sappiamo altre cose, però: che gli allenamenti del triathlon sono stati cancellati quattro volte e che la gara maschile è stata rinviata di un giorno. Che gli atleti sono stati tenuti in un’estenuante attesa, fino alle quattro del mattino, per sapere se avrebbero gareggiato o meno.
(ansa)
L’incertezza sul programma e il rinvio all’ultimo, hanno detto in molti, hanno influito sulla concentrazione e sulla performance stessa. «È difficile da gestire e probabilmente perdi una notte di sonno, questo si ripercuote sulla tua prestazione», ha detto il tedesco Tim Hellwig dopo che la Germania ha vinto l’oro nella staffetta. Gli organizzatori, che hanno escluso un nesso tra i malesseri della belga e la gara, hanno cercato di mitigare il fattore stress anticipando il via libera alla sera precedente la competizione a squadre: «Il 4 agosto alle 19 ci siamo incontrati per esaminare gli ultimi risultati sulla qualità dell’acqua per dare alle squadre più tempo per prepararsi», ha spiegato ieri la portavoce di Parigi 2024, Anne Descamps. «La conferma dell’evento è stata presa sulla base dei risultati disponibili ieri che hanno rilevato che il livello di qualità dell’acqua della Senna continua a migliorare e le prospettive indicano che i parametri saranno accettabili da World Triathlon». Vale a dire: il minimo consentito di E.coli è fissato a 900 unità per 100 ml, mentre la soglia per l’enterococco è di 330 unità per 100 ml. I prelievi delle acque vengono fatti ogni giorno in quattro punti del fiume, i risultati arrivano il giorno dopo. E tanto può cambiare.
Un’operazione audace, ambiziosa, quella di pulire un bacino dove il sistema fognario, non dei più attuali, è pur sempre quello di una metropoli di oltre due milioni di abitanti, ospiti esclusi. Atleti e squadre sono preoccupati. L’8 e il 9 agosto in teoria comincia il fondo con le due 10 km, prima la femminile e poi quella maschile. I maratoneti si tufferanno da un pontile leggermente a valle del Pont Alexandre III e nuoteranno a valle verso il Pont d’Alma per sei giri su un percorso di 1666 metri segnalato da quattro boe cilindriche rosse. Tra di loro c’è Gregorio Paltrinieri, d’argento (1500 sl) dopo il bronzo (800 sl) in piscina. Il campione di Carpi è molto scettico, lo dice da giorni: «Sì, siamo preoccupati. Per la gara e per la salute. Probabilmente fa freddo e probabilmente c’è corrente. Ed è sporca, si vede anche a occhio, e se è pulita sarà un percentuale sotto il limite. Ma sono quasi sicuro che gareggeremo perché ci hanno investito troppo. Il campo gara non l’abbiamo mai provato e per essere alle Olimpiadi avrei voluto un’organizzazione migliore. Quindi mi sembra un po’ una presa in giro».
D’accordo con lui anche il dt delle acque libere, Stefano Rubaudo: «Ci dicono di gareggiare e noi lo facciamo, la preoccupazione c’è ma la cosa che più infastidisce è l’incertezza su dove e quando lo faremo. Ci adattiamo, appoggiamo le proteste che ci sono state, ma io faccio il direttore tecnico e i ragazzi fanno i nuotatori». Esiste un piano B: lo slittamento delle gare. E anche uno C: trasferire tutta la ciurma o a Vaires-sur-Marne, sede delle gare di canoa e canottaggio, 35 chilometri a est di Parigi. Fuori di Senna.