Un litigio tra famiglie finisce in rissa con una coltellata al cuore. Un trentottenne, Dritan Idrizi, è morto intorno alle 22 di mercoledì 7 agosto a Tavullia, in provincia di Pesaro Urbino. Una tragedia per motivi ancora al vaglio degli investigatori. Il sospetto si concentra su una somma di 5mila euro pretesa, dalle prime informazioni, proprio dalla vittima.

La lite

A terra è rimasto l’uomo di origini albanesi – le stesse degli altri partecipanti alla rissa – che, trasportato d’urgenza all’ospedale di Cattolica, a Rimini, è morto poco dopo. I medici volevano tentare un intervento chirurgico ma non c’è stato tempo. Idrizi, che aveva precedenti per droga, era arrivato da Riccione a Tavullia insieme a altri due uomini sotto casa dell’altra famiglia. L’altro nucleo familiare, che comprende anche una donna, è sceso in strada e da allora è iniziata la rissa. Idrizi è stato colpito al petto con tre coltellate, una ha centrato il cuore. L’arma non è stata ancora ritrovata.

Altri tre i feriti nello scontro, anche loro ricoverate nell’ospedale di Pesaro. Una di loro appartenente alla famiglia rivale della vittima, ha profonde ferite alla testa e la prognosi è di oltre quaranta giorni.

Mazze e spranghe sequestrate

A indagare sulla sera di violenza e morte sono i carabinieri, coordinati dalla procura di Pesaro. In strada sono state sequestrate mazze e spranghe. Sotto torchio gli altri cinque che hanno partecipato alla rissa, oltre ai testimoni che in strada hanno chiamato subito i soccorsi. C’è da comprendere il movente dell’omicidio e individuare il responsabile dell’accoltellamento. Ma anche se quello di mercoledì sera sia un omicidio nato da un eccesso di legittima difesa per una spedizione punitiva.