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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato la legge Nordio che abolisce l’abuso d’ufficio. Il via libera del Quirinale è arrivato all’ultimo giorno utile.
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Il voto favorevole della Camera era infatti arrivato il 10 luglio (dopo una lunga gestazione, a 390 giorni dal sì del Consiglio dei ministri) e il capo dello Stato aveva a disposizione un mese per valutare i testi. Se l’è preso tutto. Tanto che due giorni fa, un post di Enrico Costa di Azione su X rilevava: «Ventotto giorni fa è stato approvato definitivamente dal Parlamento il ddl Nordio con l’abrogazione dell’abuso d’ufficio. Non è ancora in Gazzetta Ufficiale». Il tweet era stato rilanciato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, il quale poi si era affrettato a precisare che non si trattava di un attacco al capo dello Stato. Ma la tensione nella maggioranza era evidente. Specie dopo che il Quirinale ha dato precedenza al decreto carceri, ratificato immediatamente.
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Sulla riforma pesano diverse criticità, a partire dai rilievi dell’Unione europea, che ha minacciato una procedura d’infrazione. Tanto che, proprio nel decreto carceri, il governo ha dovuto introdurre il nuovo reato di “peculato per distrazione” per colmare una lacuna generata dall’abolizione dell’abuso d’ufficio.
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Dura l’Anm, con il presidente Giuseppe Santalucia che ha più volte contestato come la riforma comporti “una amnistia per 4mila colletti bianchi”.