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Venezia, pirata della strada investe il campione paraciclista palestinese Alaa al Dali e scappa. Zaia: “Necessarie pene rigorose”

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Alaa al Dali, campione di paraciclismo palestinese, è stato investito verso le 20.30 di ieri da un suv nero mentre si stava allenando a Dolo (Venezia).

Il conducente, dopo averlo travolto, non si è fermato a soccorrerlo, lasciandolo sul ciglio della strada.

In Italia ospite di un’associazione di volontariato

L’atleta, ospitato in Italia presso la parrocchia di San Filippo Neri a Padova e assistito dalla Acs Ong, fortunatamente non ha riportato gravi conseguenze fisiche, ma i danni alla sua bicicletta da gara potrebbero impedirgli di partecipare ai mondiali di paraciclismo che si svolgeranno a Zurigo a settembre. Nel frattempo, spiegano dall’associazione, “è stata sporta denuncia contro ignoti”, e i carabinieri stanno indagando per risalire al pirata.

Alaa corre per i Gaza Sunbirds, squadra di paraciclismo che si sostiene grazie alla donazioni dei propri supporter, e da dieci mesi distribuisce aiuti umanitari a Gaza.

Zaia: “Se sarà utile inasprimento delle pene in Veneto”

“L’omissione di soccorso è un reato grave. Chi dopo un incidente non si perita di verificare che danni ha causato e se le persone coinvolte hanno bisogno di aiuto, non viene meno solo alla correttezza dettata dal senso civico ma anche al codice penale. Non è accettabile confrontarsi ancora con la notizia di un investimento, per fortuna in questo caso pare senza gravi conseguenze, in cui l’investitore si allontana rapidamente senza fermarsi. Li chiamano pirati della strada; lasciamo la pirateria ai libri di avventura perché, una volta che ne è provata la responsabilità penale, questi personaggi diventano solo delinquenti”, commenta il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. “Siamo di nuovo di fronte a un investimento stradale dopo il quale pare che l’automobilista abbia proseguito la sua corsa senza fermarsi – prosegue il Governatore -. Spero che le indagini, o la buona fede dell’automobilista, producano presto un riconoscimento e un chiarimento. In queste situazioni, una volta che viene confermata la responsabilità e la volontarietà della fuga, la comunità si attende che, nel rispetto di quanto è previsto dalla legge, venga applicata la pena con rigore. Non è possibile che si verifichino casi simili; nel Veneto è già successo altre volte. Se dovesse servire, eventualmente, potrebbe, essere utile anche inasprire le pene”.

 

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