Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

VIES Newsletter

Gratuito / Prova ora

Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

L’autunno caldo della giustizia: il governo prepara la stretta sulle toghe

[ Leggi dalla fonte originale]  

Potrebbe passare alla storia come “l’autunno caldo” della giustizia. Per via della forza dei numeri di una maggioranza di governo che, proprio se si parla di arresti e inchieste, vede in piena sintonia le idee e soprattutto le proposte di Enrico Costa di Azione. Non fosse bastato il bavaglio ai giornalisti — segreta l’ordinanza di custodia cautelare, tranne il solo capo d’imputazione, cioè poche righe, “grazie” al sottosegretario Andrea Delmastro che sta per arrivare in consiglio dei ministri — ecco l’ultimissima idea di Costa, l’intervento del giudice disciplinare sui magistrati nei casi di un’accertata ingiusta detenzione.

Destinate alla discussione in aula e al voto proprio le misure nettamente berlusconiane, dalla separazione delle carriere delle toghe, al progetto di smontare la legge Severino sull’incandidabilità dei condannati, al ddl Sicurezza. Un micidiale contenitore, in attesa da un anno, che mescola aumenti di pena ingiustificati, la norma ‘anti Ghandi’ per chi blocca una strada, la stretta sulla cannabis light, il tentativo protezionistico di affidare all’Avvocatura dello Stato l’azione penale sulle polizie, per finire col carcere per le donne incinte.

Carbone (Csm): “Dalla maggioranza parole che minano la democrazia. Complotto anti Meloni? Su Netflix”

di Liana Milella

21 Agosto 2024

“L’autunno caldo della giustizia” può giustificare il lancio mediatico del presunto complotto toghe-stampa-sinistra contro Arianna Meloni. Anche se non c’è una sola prova che ne dimostri l’effettiva esistenza. Ma la sola idea del complotto, sottoscritto dall’intera maggioranza, può spiegare — ed è questo il retroscena che si coglie parlando con più di un parlamentare di centrodestra — l’imminente stretta sulle toghe che si dipanerà tra Camera e Senato. Mentre il Guardasigilli Carlo Nordio sta già mettendo mano alle nuove regole sulla custodia cautelare. Anche qui un’altra idea di Enrico Costa, presentata con un ordine del giorno al decreto carceri e votato dalla maggioranza, propone di ridurre, se non eliminare, il presupposto della reiterazione del reato per giustificare l’arresto preventivo. Al pm resterebbero solo pericolo di fuga e inquinamento delle prove.

Ma andiamo per ordine. La legge simbolo, anche perché costituzionale, è la separazione delle carriere. L’ha presentata a palazzo Chigi Nordio prima delle Europee, giusto dopo aver garantito, al congresso dell’Anm di Palermo, che i tempi sarebbero stati “lunghi”. Invece, due settimane dopo, in mezz’ora di Cdm, il ddl era pronto. Imposto dalla premier Meloni per le prime pressioni sulla giustizia di Antonio Tajani. Ora il ddl è nelle fidate mani di Nazario Pagano, presidente forzista della commissione Affari costituzionali. Lo tratterà a settimane alterne col premierato, ma con l’idea di bruciare i tempi per l’aula. In modo da arrivarci prima di Natale. Pure la modifica della Severino finirebbe nelle sue mani, eliminando la decadenza degli amministratori locali dopo la condanna di primo grado. Forse potrebbero resistere i reati più gravi. Idea che dovrà fare i conti con le sentenze della Consulta — ben due firmate dall’ex vice presidente Daria De Pretis — che nel 2015 hanno confermato la costituzionalità della legge.

E sempre a Montecitorio, ma in commissione Giustizia, c’è il ddl sicurezza in cui Costa ha annunciato il suo emendamento, a cui pensa da tempo, per punire con un intervento disciplinare i giudici che hanno chiesto e ottenuto le manette ma sono stati poi bocciati dai colleghi nelle sentenze. Una proposta in sintonia con la stretta sulla custodia cautelare e che mira a ridurla in un’ottica “garantista”. Che piace a Nordio perché manda qualche detenuto in meno in prigione. Lui ha annunciato una sua stretta sulla carcerazione preventiva che potrebbe presentare in chiave svuota carceri. Infine intercettazioni e reati dei colletti bianchi. Manca il via libera dell’aula del Senato al ddl del forzista Pierantonio Zanettin per limitare a 45 giorni le intercettazioni, mentre la leghista Giulia Bongiorno si batte sempre per una revisione complessiva dei reati sulla Pubblica amministrazione che Nordio le promette da oltre un anno.

 

Il Portale Web dell’informazione libera

VIES TV

L’articolo che hai letto è stato di tuo interesse?

Scopri gli articoli correlati e lascia un commento!

Contattaci per info e collaborazioni.

Tags

Condividi questo post:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vuoi restare aggiornato sulle ultime news e le nuove uscite della nostra Web TV?
Iscriviti alla nostra Newsletter, ti invieremo solo informazioni utili e di valore.

Iscriviti alla nostra Newsletter mensile

Ricevi notifiche e riepiloghi delle notizie del mese

Non ti invieremo mai nessuno spam,
solo contenuti utili e di valore.

Il portale web dell’informazione libera.