Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

VIES Newsletter

Gratuito / Prova ora

Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

La riforma del Csm in commissione alla Camera, corsa contro il tempo per l’approdo in aula

[ Leggi dalla fonte originale]

ROMA – Riuscirà la riforma del Csm ad agganciare le elezioni per rinnovare la compagine di palazzo dei Marescialli? In una parola, la nuova legge potrà essere pronta definitivamente per il prossimo settembre quando, il 25, scadrà definitivamente il Csm attualmente in carica? Non solo, ma la nuova legge elettorale, un maggioritario binominale con uno spruzzo di proporzionale, sarà già in vigore per eleggere i 20 togati (invece degli attuali 16) che nel 2018 furono selezionati nella prima settimana di luglio?

Proprio mentre la Ragioneria generale dello Stato, che fa capo al Mef, dà il via libera alla riforma del Csm sul piano della copertura economica – e il testo licenziato dal consiglio dei ministri l’11 febbraio ieri è arrivato a Montecitorio composto da 38 articoli – sono questi gli interrogativi sia di via Arenula, sia della commissione Giustizia della Camera, che vede al vertice Mario Perantoni di M5S. Entrambi hanno il comune obiettivo di accelerare al massimo l’approdo in aula. Con uno scopo preciso, garantire che il voto per il nuovo Csm sia pienamente “coperto” dalla nuova legge. Ma perché questo accada bisogna correre contro il tempo. Anche evitando – politicamente – chi, nelle file del centrodestra, potrebbe essere tentato dalla strategia di far “scavalcare” la riforma del Csm dai referendum sulla giustizia appena licenziati dalla Consulta.

Riforma giustizia, sì dal Cdm. Draghi: “In vigore prima dell’elezione del prossimo Csm. Nessun mio impegno in politica nel 2023”. Ed esclude il rimpasto

Laura Mari

11 Febbraio 2022

Perché se anche non c’è, per almeno tre di essi, un impatto diretto e tecnico sulla riforma – e parliamo delle ipotesi di cancellare la legge Severino, di smontare le norme sulla custodia cautelare, di separare le carriere di giudice e pm – mentre gli altri due – dare agli avvocati il diritto di voto nei consigli giudiziari, eliminare l’obbligo di 25-50 firme per candidarsi al Csm – potrebbero proprio essere fagocitati dalla nuova legge, tuttavia la questione è tutta politica. Nella contrapposizione tra il centrodestra che vuole incassare una vittoria sui referendum per “pesare” politicamente di più rispetto alla riforma e ad eventuali modifiche imposte a Pd e M5S, come quella del sorteggio per eleggere il nuovo Csm.

In questo scenario proprio via Arenula affida al Parlamento l’iter della riforma. Su cui Draghi, almeno in consiglio dei ministri, ha garantito che il governo non metterà la fiducia. Ma i tempi sono quelli che sono. In aula, alla Camera, il testo sul Csm è atteso per la fine di marzo, ma tre settimane a partire da domani, quando si riunisce l’ufficio di presidenza della commissione, non sono tante per un disegno di legge complesso, che affronta questioni epocali come le “porte girevoli” tra magistratura e politica, i criteri di nomina dei magistrati per un incarico di vertice, non ché la stessa legge elettorale.

Molto si capirà dall’ufficio di presidenza che Mario Perantoni ha convocato per lunedì. In cui, come conferma lo stesso presidente della commissione Giustizia, si dovrà decidere non solo il calendario dei lavori, ma anche le audizioni sul nuovo testo presentato da Cartabia. Per prassi i gruppi indicano i tecnici “desiderati”. Stavolta ce ne sarà solo uno per gruppo. Per arrivare subito alla “ciccia”, cioè al voto sul testo. Sul quale – ed è già noto – ci sono divisioni nella maggioranza. Perché il centrodestra insiste con il sorteggio, anche se “temperato” da un voto sui nomi sorteggiati per evitare la rotta di collisione con la stessa Corte costituzionale.

Un accordo politico è indispensabile, perché il governo è spaccato tra il centrodestra che insiste sul sistema elettorale tramite sorteggio seguito poi dal voto sui candidati sorteggiati, e chi sottoscrive la proposta della Guardasigilli Marta Cartabia sul maggioritario binominale. Ma il vero goal è garantire che il nuovo Csm possa essere eletto con la nuova legge elettorale già pronta ed operativa. E qui, allora, bisogna correre. E il testo deve essere approvato per la fine di maggio. Con un mese di tempo in vista del voto nella prima settimana di luglio. 

Il Portale Web dell’informazione libera

VIES TV

L’articolo che hai letto è stato di tuo interesse?

Scopri gli articoli correlati e lascia un commento!

Contattaci per info e collaborazioni.

Tags

Condividi questo post:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter mensile

Ricevi notifiche e riepiloghi delle notizie del mese

Non ti invieremo mai nessuno spam,
solo contenuti utili e di valore.

Il portale web dell’informazione libera.