Su re Giovanni Senzaterra gli storici dibattono da sempre. L’opinione corrente è che fosse un valido e volenteroso amministratore e un abile generale. Tuttavia, gli studiosi concordano anche sui suoi difetti caratteriali: era meschino, vendicativo e crudele. Gli scrittori di epoca vittoriana – e gli sceneggiatori di Walt Disney – non si sono sbagliati più di tanto, dunque. Il sovrano forse non era “pavido”, ma di certo era “avido” e “cupido”. E pure lussurioso. Durante il primo matrimonio ebbe un numero imprecisato di amanti, tutte nobildonne già coniugate, il che allora era considerato scandaloso. Mise la testa a posto quando si sposò per la seconda volta, con Isabella d’Angoulême, il 24 agosto 1200. Con lei ebbe cinque figli (compreso il suo successore, Enrico III) e niente più scappatelle, anche se pare che con la moglie fosse molto tirchio. Era anche incline alle battute blasfeme. Tutti vizi che servirono come pretesto per la rivolta dei baroni, che lo costrinsero a firmare la Magna charta, documento all’origine del costituzionalismo moderno. Il re chiese aiuto a papa Innocenzo III, che il 24 agosto 1215 emanò una bolla in cui dichiarava che il testo era “non solo vergognoso e umiliante, ma illegale e ingiusto”. Così scoppiò la prima guerra dei baroni. Ma re Giovanni non fece in tempo a vederne la fine: morì di dissenteria nel 1216.