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A chi il tesoro del Msi? A noi. Così FdI ha messo le mani sul forziere della Fondazione

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Sui finanziamenti della Fondazione Alleanza nazionale a sigle di estrema destra e associazioni dell’area no vax in piena pandemia è calato il silenzio. Dopo le inchieste del Domani e di Repubblica che hanno raccontato le spese della cassaforte che gestisce il patrimonio dell’ex Msi, poi Alleanza nazionale, da parte del partito della premier Giorgia Meloni nessun commento. E sottovoce difese d’ufficio sottolineando che «non è un problema di Fratelli d’Italia perché nella Fondazione siedono tutte le anime della destra che si rifanno all’Msi». E subito si cita quindi la presenza nel consiglio di amministrazione dell’ente anche di volti come l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno o del senatore forzista Maurizio Gasparri.

Ma si tratta di una difesa debolissima: perché a ben vedere dai curriculum di chi non solo siede nel consiglio di amministrazione, ma siede anche nella società controllata che gestisce gli immobili (il vero tesoro) emerge con chiarezza come Fratelli d’Italia abbia messo le mani nel cuore della Fondazione e nei suoi gangli vitali da tempo. Un’azione partita ben prima della vittoria alle elezioni del 2022 che ha portato la leader del partito alla poltrona principale di Palazzo Chigi.

“Dalla Fondazione An finanziamenti ai neofascisti, Meloni chiarisca”: Pd e Avs portano il caso in Parlamento

di Antonio Fraschilla

24 Agosto 2024

I finanziamenti a Forza Nuova e alle associazioni della galassia no vax risalgono al 2021, pochi giorni prima dell’assalto alla Cgil per il quale è stato condannato Roberto Fiore: lo stesso che, secondo una informativa della Guardia di finanza, ha fatto da tramite con la Fondazione per far arrivare fondi a società dietro le quali c’era lui. Del 2023 è invece il sostegno da 30 mila euro ad Acca Larentia, associazione di estrema destra legata a Casapound, per l’acquisto della sede. Chi c’era nei vertici della Fondazione in questo lasso di tempo, tra il 2021 e il 2023?

La Fondazione dal 2017 è presieduta da Giuseppe Valentino, ex sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi del 2005, molto vicino a Meloni e al presidente del Senato Ignazio La Russa. Valentino era il nome scelto da Fdi, all’inizio del governo Meloni, per entrare da laico nel Consiglio superiore della magistratura: salvo poi fare un passo indietro dopo le polemiche per una indagine legata alla ‘ndrangheta archiviata. Fino al 2022 vicepresidente della Fondazione era poi il senatore di Fdi Roberto Menia e segretario l’attuale sottosegretario Andrea Delmastro: inoltre sedeva nel cda anche lo stesso La Russa e l’attuale ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida cognato della premier. Oggi nel cda siede la sorella della premier, Arianna.

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di Giuliano Foschini e Antonio Fraschilla

25 Agosto 2024

Ma è guardando al ramo immobiliare che si capisce come la Fondazione sia stata, e sia oggi, nelle mani dei meloniani. Tornando al filo che collega l’ente a Forza Nuova, nel 2021 il partito di Fiore aveva una sede in via Giovanni Paisiello 40, in una palazzina di proprietà della Fondazione: si tratta di un immobile di grande valore della donazione ad An della contessa Colleoni. In quella donazione c’era anche la famosa casa di Montecarlo che è costata una condanna in primo grado a Gianfranco Fini per riciclaggio.

In via Paisiello c’è il bene che rendeva di più alla contessa come affitto, e che invece era di fatto occupato, gratuitamente, da Forza Nuova: lì aveva sede anche una associazione culturale di un dirigente di Fn che ha ricevuto 3 mila euro dalla Fondazione.

Bene, tutto il patrimonio immobiliare, comprese le sedi di FdI e il quartier generale di via della Scrofa, è gestito dalla società Italimmobili: il vero tesoro della Fondazione. A bilancio ha un valore di 20 milioni, ma sul mercato i beni potrebbero valere cifre molto più elevate. Ed è qui che siedono da tempo uomini di stretta fede FdI: oggi la società è presieduta da Roberto Petri, dirigente emiliano di FdI e marito della senatrice Marta Farolfi. Il secondo componente del cda della controllata è Antonio Tisci, anche lui dirigente di FdI, in Basilicata. Il terzo è ultimo componente del board è Filippo Milone, un volto legato a La Russa e al mondo dei Ligresti: oggi siede nel comitato di garanzia del partito e nel cda del Secolo d’Italia. Prima di diventare sottosegretario, in Italimmobili sedeva anche Delmastro e fino al 2020 l’avvocata Consuelo del Balzo, nominata del 2020 all’Anac e precedentemente candidata al Senato per Fdi.

Insomma, da anni il partito della premier gestisce di fatto la Fondazione An: anche quando finanziava sigle fasciste e No vax. E quindi poteva non sapere a chi andavano i soldi o chi occupava i propri immobili?

 

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