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“In qualche modo, Titus è tornato”: ok, scusatemi la citazione a Star Wars Episodio IX, ma avevamo lasciato il nostro protagonista nelle mani dell’Inquisizione (letteralmente un “Fratm ingiustamente carcerato”) alla fine del primo Space Marine. Qui tocca aprire una parentesi: è necessario aver giocato il primo capitolo per capirci qualcosa? Sì e no. La trama è senza dubbio legata a quanto avvenuto nel gioco del 2011, e non parliamo solo della presenza del protagonista. Inoltre, sarebbe bene anche avere un minimo di conoscenza dell’universo di Warhammer 40,000. Nulla vieta di usare Space Marine 2 per avvicinarsi all’ambientazione firmata Games Workshop, ma il gioco e i suoi contenuti ci andranno giù pesanti, con citazioni a personaggi storici, nemici, tecnologie e dinamiche che potrebbero lasciare straniti i neofiti. Nulla che non si possa risolvere con un po’ di “Google & Wikipedia”, sia chiaro, e come già detto, la nuova fatica di Saber Interactive potrebbe essere il modo giusto per appassionarsi a uno degli hobby più costosi, mangia tempo e fantastici di sempre.
E c’è anche da dire che se siete appassionati di giochi di azione di questo genere, che fanno dei combattimenti e delle situazioni al limite il loro punto di forza, sarebbe davvero un peccato privarsene solo perché non conoscete l’ambientazione o avete saltato il primo capitolo. Tornando a noi, dopo un prologo che ci erudisce sui rudimenti di gioco, il buon Titus viene reintegrato nel corpo degli Ultramarine con il grado di Tenente (era Capitano nel primo capitolo), 100 anni dopo gli eventi che lo hanno visto scontrarsi contro Orki e Caos per recuperare un artefatto che non ha portato (e non porterà) nulla di buono. Il nostro Space Marine si trova inizialmente alle prese con l’invasione del sistema Recidious da parte di una flotta tiranide, l’equivalente degli Alien (ma pure più grossi e cattivi) dell’universo di Warhammer 40K. Qui dovrà difendere a spada tratta il Progetto Aurora, un progetto ovviamente segretissimo di cui nessuno sa e vuole dire nulla. La situazione ovviamente precipiterà, e Titus avrà nuovamente a che fare anche con le forze del Caos, che trameranno per mettere le mani su Aurora e per cancellare la compagnia di Ultramarine di Titus dall’universo. Questo è solo un sunto stringatissimo. La storia è abbastanza lineare, con colpi di scena moderati e uno sviluppo abbastanza classico, ma ci sono comunque tanti elementi che è bene gustarsi con calma durante la vostra prima run.
Le meccaniche di gioco sono quelle tipiche di uno sparatutto in terza persona, e ricalcano in buona parte quanto visto in Space Marine. Le novità ovviamente non mancano. Titus, nel corso della campagna, potrà equipaggiarsi con un’arma a due mani da alternare a una a una mano accompagnata dall’immancabile arma bianca. In ogni frangente, anche quando brandite fucili e simili, potete sfoderare la vostra spada e darci dentro. Da buon action game impostato sui combattimenti, sono previste le classiche combo corpo a corpo che variano a seconda dell’arma. Si parte con un coltello da combattimento, ma ben presto si mette mano all’iconica spada a catena che è un po’ il simbolo degli Space Marine e del loro modo di fare. Pressione singola o pressione prolungata del tasto di attacco hanno effetti diversi, che sono efficaci a loro volta su nemici diversi. Ben presto si entra in queste dinamiche (anche grazie al prologo), ma sbloccando nuove armi si ha a che fare con combo e anche con meccaniche diverse (la Spada Potenziata è drasticamente diversa dalla Spada a Catena), e il bello è che certi colpi in mischia possono essere concatenati facendo fuoco anche con le armi a una mano.
Le stesse armi a distanza variano decisamente l’approccio ai combattimenti, con bocche da fuoco che sono più efficaci a distanza (ma dotate di poche munizioni) e altre per approcci più brutali e ravvicinati. E attenzione: non si tratta tanto di stili di gioco a noi più consoni, quanto più di adattarsi alle situazioni cercando quanto più possibile di variare le armi che usate. In Space Marine 2 è difficile adagiarsi sugli allori!
Ci sono due modi per evitare i colpi nemici. Il primo è la parata, che ovviamente va usata nel momento giusto. A tal proposito, sarà il gioco stesso a indicarvi l’arrivo di colpi parabili con un cerchio celeste piuttosto evidente. Azzeccare il momento giusto però non è sempre banale, ma se ci riuscite date il via a un’animazione e a un effetto sui nemici molto soddisfacente. C’è poi la classica schivata, utile sia a scansare i colpi di arma da fuoco che non possono banalmente essere parati, sia per scansare quei colpi a corpo a corpo speciali e non parabili evidenziati da un cerchio rosso. Esempio pratico? Un Carnifex che vi carica, foto di riferimento qui di seguito.
Inutile alzare la spada a catena, è come cercare di fermare una locomotiva in corso con uno stuzzicadenti. Detto questo, non siamo di fronte a un Elden Ring o a un soulslike, anche se ogni tanto si percepisce un po’ di input lag che però è quasi più imputabile a errori del giocatore che a scelte stilistiche. Ciò non di meno, parare e schivare è parte essenziale del gameplay, e spesso fa la differenza fra subire come dannati, soprattutto al crescere del livello di difficoltà, e dominare gli avversari.
Viene da chiedersi perché un super soldato geneticamente modificato alto due metri e mezzo dotato di organi aggiuntivi e di una forza sovrumana dovrebbe scansare i colpi nemici. La risposta è Swarm Engine. Facciamo un passo indietro: al timone del progetto ci sono i ragazzi di Saber Interactive, che si sono fatti le ossa con una serie di remake e port di una certa caratura (hanno lavorato ad Halo e The Witcher 3). Nell’aprile del 2019 lanciavano World War Z, un videogioco ispirato all’omonima pellicola la cui peculiarità era quella di portare sullo schermo sciami di zombie che si comportavano in modo decisamente diverso dai canoni horror. Saber aveva trasposto questi sciami alla perfezione in gioco realizzando lo Swarm Engine, un motore in grado di gestire qualcosa come 500 zombie sullo schermo in tempo reale. Gli sviluppatori hanno fatto tesoro di quanto imparato al’epoca riproponendo il loro engine in Space Marine 2, applicandolo ovviamente ai tiranidi. Il risultato? Sciami di decine e decine di termagant, hormagant e spore accompagnati in battaglia da guerrieri e altre atrocità aliene. Proprio questi sciami, sulla falsa riga di quanto visto in World War Z, formano delle pile per scavalcare le alture e raggiungere le trincee dell’Impero, e il bello è che potete sparargli addosso per cercare di rallentarli!
Come già accennato però, non sono solo i “piccoletti” ad ammassarsi e a cercare di farvi fuori. Ci sono Guerrieri, Littori, Zoantropi e tante altre bestialità che possono purtroppo mettere a dura prova anche un figlio devoto dell’Imperatore come Titus. E non ci sono solo i tiranidi. Come purtroppo spoilerato dal materiale promozionale del gioco, sono presenti anche gli empi figli del Caos, ovvero i marine traditori devoti a Tzeentch, Dio della Manipolazione, della Mutazione e della Stregoneria, opportunamente scortati da eretici e demoni di vario tipo. Per scalfire la fede di Titus, i nemici avranno a che fare con uno strato iniziale di armatura rappresentato da 4 tacche (equivalgono banalmente a 4 colpi), per poi colpire dove fa più male, ovvero la barra della salute dell’eroe. L’armatura si rigenera da sola dopo un po’, mentre la salute per ricaricarsi necessiterà di speciali medpack (non ce ne sono molti in giro per i livelli) o dell’abilità speciale di Titus, un urlo di battaglia che appunto rigenera la salute ma che ci mette un sacco di tempo a rigenerarsi. C’è anche un altro modo per rigenerare velocemente l’armatura. I nemici più grandi, come banalmente i guerrieri tiranidi, dopo aver subito vari colpi possono essere terminati con un colpo finale speciale. Questo, oltre a innescare un’animazione soddisfacente in stile DOOM Eternal, ricarica varie tacche di armatura.
A deliziare ulteriormente la campagna ci sono anche frangenti in cui Titus e compagni indosseranno i reattori dorsali, dei simpatici jetpack che gli permettono non solo di volare per brevi tratte, ma anche di piombare dal cielo sui nemici causando danni anche più elevati del solito. Sono spezzoni della campagna che durano molto poco e che spezzano un po’ la monotonia classica, ed è una meccanica che troveremo anche nelle altre modalità di gioco di cui vi parlerò a breve. E l’intelligenza artificiale? Quella dei compagni così e così: vi aiuteranno negli scontri, ma non faranno nulla di così eclatante (se non “resuscitarvi”) da ribaltare la situazione. I nemici tendono a battervi con il numero, e per quanto riguarda i boss avrete a che fare con schemi di attacco piuttosto classici che anche a livelli estremi di difficoltà funzionano sempre allo stesso modo.
Insomma, il gameplay nudo e crudo sa essere variegato. Nulla di particolarmente rivoluzionario o eclatante, sia chiaro. Anzi, alla lunga ci si rende conto che quasi tutti i livelli di gioco sono una mera alternanza dello stesso schema: corridoio, stanza o area più grande con combattimento più lungo, ascensore od ostacolo da rimuovere e ripeti, fino a eventuali boss, intermezzi cinematografici (molto pochi per la verità) o fino alla fine del livello. Di tanto in tanto c’è qualche obiettivo extra, come mantenere una posizione, difendere obiettivi sensibili, piazzare esplosivi, ma il focus è più che altro sul sopravvivere e sull’abbattere quanti più nemici possibili.
La campagna principale, quella in cui si gioca nei panni di Titus per intenderci, ha una durata variabile fra le 10 e le 20 ore. In realtà gli sviluppatori sono stati molto più cauti mettendo un limite superiore a 12 ore, ma la realtà dei fatti a mio avviso è molto diversa. Se lo giocate da fan di Warhammer 40,000 vi incanterete a guardare ogni minimo particolare, facendo un uso smodato della modalità fotografica per ammirare da vicino veicoli, personaggi, ambientazioni e nemici. Inoltre dipende tantissimo dal livello di difficoltà che selezionate e dalla vostra abilità con i giochi di azione di questo tipo.
E questa comunque è solo la punta dell’iceberg. La campagna può essere giocata offline da soli, ma attivando l’online la si può giocare interamente in co-op, con 3 giocatori che assumono il ruolo degli altrettanti personaggi. Come accennato infatti, Titus non sarà mai solo nel corso della campagna, visto che al suo fianco ci saranno sempre Chairon e Gadriel. Rigiocarla, magari a livelli di difficoltà superiore, a fianco di due amici già può cambiare drasticamente l’esperienza di gioco raddoppiando l’autonomia. E non finisce qui. Proprio la campagna vedrà Titus dare ordini specifici anche ad altre squadre di Space Marine. Si apriranno così delle missioni secondarie (Modalità operazioni) giocabili sempre offline od online in co-op che ci faranno vivere livelli e combattimenti diversi, anche più tosti di quelli vissuti nella campagna. E qui soprattutto si apre tutto ciò che riguarda la creazione dei personaggi. Si potrà creare il proprio Adeptus Astartes non solo personalizzandolo nel look, ma anche scegliendo fra 6 diverse classi. Ognuna è dotata di un livello di armatura specifico, di una selezione limitata di armamenti fra cui scegliere e di un’abilità speciale specifica che le altre classi ovviamente non avranno. C’è ad esempio Avanguardia, che ha a disposizione uno speciale rampino con cui può raggiungere velocemente i suoi bersagli; o ancora Assalto, che può contare sui reattori dorsali; o il buon vecchio Heavy, che farà cantare il suo Requiem Pesante evocando uno scudo a cupola di energia in caso di bisogno. Non solo: le classi possono essere ulteriormente personalizzate e potenziate, popolando un ramo talenti, modificando le armi e sbloccando nuove modifiche estetiche per le armature.
Bello vero? Ma ora arriva la vera goduria: tutto questo può essere trasposto nella modalità PVP! Tranquilli, niente Battle Royale o robe strane che vanno di moda nei giochi online più attuali. I giocatori potranno prendere parte a tre modalità, Annientamento, Cattura e controllo e Cattura del terreno, e si affronteranno in squadre di 6 giocatori per un totale di 12 marine per match. Ovviamente non è Space Marine contro Space Marine: una delle due squadre interpreta il Caos, con le livree dei capitoli traditori a caratterizzarli (anch’esse personalizzabili). Se insomma dopo un po’ la Campagna o la Modalità operazioni potrebbero aver esaurito il loro fascino, potrete poi darvi alla pazza gioia con un po’ di sano PvP. Per ovvie ragioni questa parte del gioco è quella che ho approfondito di meno, visto che appunto ho avuto modo di giocarlo ancora prima del lancio effettivo. C’è anche tutto il sistema di Araldica con tantissimi capitoli degli Space Marine da sbloccare e impersonare, le skin del Caos e tante mappe. Una vera goduria. L’unico vero problema è che il sistema di progressi non è in comune fra PVE e PVP. I percorsi sono diversi, e questo si traduce in tantissime ore di gioco, forse anche troppo.
Ah, come si intuisce dal finale del gioco (no spoiler, tranquilli) e dal contenuto delle edizioni Gold e Ultra, è previsto un DLC intitolato “Macragge’s Chosen”. La storia effettivamente termina, quindi potete dormire sonni tranquilli, ma ovviamente l’universo di Warhammer 40,000 è così sconfinato che era lecito aspettarsi contenuti extra con cui sollazzarsi fra qualche mese.
Se conoscete Warhammer 40,000 saprete probabilmente che l’attore Henry Cavill è un grande appassionato di questo universo, tanto da aver convinto Amazon a produrre stato reclutato una serie TV a esso ispirato di cui lui ovviamente sarà protagonista. Ma non è che nel frattempo ha lavorato anche nei ranghi di Saber Interactive? A parte gli scherzi, Space Marine 2 trasuda così tanto amore per Warhammer 40,000 che quasi riesce a eclissare i tanti ottimi videogiochi a tema usciti finora. E vi posso assicurare che ne ho giocati tanti, ma qui, in certi frangenti, si raggiunge picchi di amore indicibili. Come già accennato, è facile perdersi nella miriade di dettagli che si incontra nelle ambientazioni di gioco. Si incappa in scene opzionali, dialoghi fra i presenti, personaggi, veicoli e altre minuzie che faranno la gioia dei fan storici. E non parlo solo di particolari vistosi e roboanti: anche piccole cose, come i soldati cadiani che si inchinano al passaggio degli Space Marine, fa capire quanto studio c’è stato dietro a ogni minimo aspetto del gioco. Se amate l’opera di Games Workshop l’acquisto di Space Marine 2 è praticamente imprescindibile. Cadiani che danno fuoco ai resti dei tiranidi, un Commissario che giustizia disertori ed eretici, Thunderhawk che sorvolano il campo di battaglia, il cappellano della Seconda Compagnia degli Ultramarine che dà la benedizione ai fratelli prima della battaglia: tutti particolari extra in cui incapperete durante la campagna di gioco di cui vi diamo un piccolo assaggio nella gallery seguente.
A reggere tutto questo amore sulle spalle ci pensa lo Swarm Engine, che bisogna dire che in Space Marine 2 regala degli scorci e dettagli a dir poco incredibili. Il gioco alterna ambientazioni all’aperto, in giungle e città formicaio più ampie e illuminate, a strutture al chiuso caratterizzate da luci soffuse, giochi di ombre e corridoi claustrofobici. Sono tutte estremamente calzanti, ed è inutile dirvi che anche qui i dettagli si sprecano. Da bravo motore proprietario però, sa essere sufficientemente pesante. Nel mio caso l’ho testato nella sua variante per PC, dove probabilmente dà il meglio di sé proprio in ambito grafico, dimostrandosi però bello esoso di risorse. Giocato su un PC dotato di scheda NVIDIA GeForce RTX 4070 Ti SUPER in WQHD (3.440 x 1.440 pixel) al massimo dei dettagli possibile, Space Marine 2 si mantiene intorno ai 90 frame al secondo. Bene, ma stiamo parlando di una delle GPU più potenti in circolazione. E infatti tra i requisiti consigliati, probabilmente per giocare in full HD, figura una RTX 3070. Mica pizza e fichi! Per dovere di cronaca, tutti gli screenshot che trovate in questo articolo sono realizzati in gioco con la Modalità Fotografica. Sono quindi veri frangenti di gioco, niente di cinematico o di particolarmente artificiale.
Occhio però al sangue e agli effetti di luce. Per quanto riguarda il primo, sappiate che i tiranidi sanguinano parecchio. E con parecchio intendo che alle volte lo schermo esploderà di sangue, e Titus ne sarà completamente ricoperto. Anche gli effetti di luce derivanti da esplosioni, magie e simili abbondano, tanto da meritarsi una citazione in apertura per avvertire chi soffre di eventuali crisi.
Ottimo anche il comparto audio, che si avvale di un doppiaggio inglese a dir poco eccellente coadiuvato da musiche dai tratti epici che sapranno fornire la giusta dose di adrenalina nei frangenti più concitati. Peccato che il primo fosse doppiato in italiano, ma sul perché la nostra lingua sia sempre più bistrattata ne avevamo parlato non troppo tempo fa.
Space Marine 2 esce il 9 settembre prossimo su PS5, Xbox Series X|S e PC Windows. Il prezzo su console ammonta a 69,99€, mentre su PC potete recuperarlo a 59,99€. Se questa recensione (e le altre fresche di pubblicazione) vi avessero fatto salire ulteriormente la scimmia, potete investire 30€ in più per giocarci da oggi e sbloccare contenuti aggiuntivi, fra cui il DLC “Macragge’s Chosen”, il Season Pass e cosmetici extra. Visti i contenuti offerti, fra cui Campagna, Modalità Operazioni, Co-op online di entrambe le modalità, e PvP, il prezzo è più che giusto.
Il codice per questa recensione è stato fornito da Focus Entertainment, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.
L’articolo Space Marine 2, la recensione: così si fa un sequel, e soprattutto è così che si fa un gioco di Warhammer 40,000! sembra essere il primo su Smartworld.