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I Patrioti scaricano Vannacci: sospeso da vice presidente del gruppo Ue. Il generale: “Nessun documento ufficiale”

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Roberto Vannacci “è stato sospeso nelle funzioni di vicepresidente dei Patrioti”, il gruppo sovranista di Viktor Orbán che raccoglie parlamentari di diversi Paesi, inclusi gli spagnoli di Vox che hanno dato l’addio alla loro storica alleata Giorgia Meloni. Ad affermarlo il capodelegazione dei lepenisti Jean-Paul Garraud, interpellato al termine di una conferenza stampa organizzata dai Patrioti a Strasburgo dedicata al processo Open Arms nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini. Il caso della possibile sospensione di Vannacci risale a prima dell’estate quando era emersa la possibilità che le funzioni dell’ex generale fossero congelate.

“Sino a due giorni fa risultavo vicepresidente, ora non lo so, nessuno mi ha detto nulla. Devo vedere sul sito. Contano i documenti ufficiali, io non ho ricevuto niente di ufficiale a riguardo”, commenta a caldo Vannacci.

La notizia è arrivata a poche ore dall’inizio della “prima festa nazionale” di Noi con Vannacci a Viterbo, in programma domani e giovedì. A inizio estate era scoppiato il caso con la nomina del generale a vice-presidente dei Patrioti creando malumori tra diversi esponenti lepenisti. L’elezione di Vannacci a vicepresidente del gruppo dei Patrioti (il presidente è il braccio destro di Le Pen, Jordan Bardella) era stata fatta trapelare dalle fonti ufficiali della neonata componente della destra e annunciata con orgoglio in una nota della Lega. Matteo Salvini si era congratulato a più riprese: “Avanti tutta!”.

L’elezione ai vertici dei Patrioti, in realtà, è avvenuta per acclamazione, in un pacchetto unico con altri cinque vicepresidenti. Un esito che Bardella ha digerito senza entusiasmo, e che aveva commentato bocciando le uscite “omofobe” dell’allora candidato nelle liste della Lega: l’uomo di punta di Rn aveva spiegato di non “essere a conoscenza” di simili dichiarazioni. «Non le condivido, le condanno», aveva aggiunto il delfino di Marine Le Pen.

 

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