Quasi mille alunni, 44 classi, e bagni senza distinzioni di genere. È la sperimentazione avviata in una delle più frequentate scuole superiori triestine, il liceo scientifico Galilei. Lo riporta “Il Piccolo” precisando che è una “proposta organizzativa” della nuova dirigente scolastica. Iniziativa che ha provocato polemiche tra Ufficio scolastico regionale e assessorato.

I bagni senza indicazione sono in fase sperimentale in un piano della sede centrale del Galilei, come previsto dalla dirigente, che nei prossimi mesi avvierà per il collegio docenti “momenti di formazione” su stereotipi e discriminazioni. Obiettivo è “garantire la tutela e il rispetto di tutti” ma in modo aperto a ogni ipotesi: “Se le ragazze – precisa – mi dicessero che la soluzione non le fa sentire a loro agio o è poco funzionale, sono pronta a fare marcia indietro”.

“Non penso che il bagno senza genere sia una delle priorità dei nostri ragazzi e ragazze, penso sia una misura molto ideologica”, ha commentato il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga,

“Ridicolo” coniugare la discriminazione ai servizi igienici sostiene la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale del Fvg, Daniela Beltrame che pensa a un eventuale “servizio aggiuntivo con la scritta ‘per tutti'”.

Duro anche l’intervento dell’assessore regionale all’Istruzione Alessia Rosolen: “Stupisce che una dirigente appena insediata ritenga prioritario intervenire non sull’offerta formativa o sulla didattica, ma utilizzi il serissimo tema dei diritti per un’iniziativa che lascio agli studenti e ai genitori valutare”.

“Una tale levata di scudi a fronte di una più che legittima sperimentazione, mossa da un obiettivo di inclusione, è davvero anacronistica nel 2024. Il fatto che la Regione intervenga anche per decretare chi possa entrare o meno nei bagni di una scuola è incommentabile. Dov’è l’autonomia scolastica?”, così la consigliera regionale del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg Giulia Massolino.