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Recensione Engwe P20: questa bici elettrica pieghevole mi ha fatto sognare il futuro

[ Leggi dalla fonte originale]

Unboxing e Montaggio

Il processo di unboxing e montaggio della Engwe P20 è piuttosto semplice e diretto rispetto ad altri modelli di e-bike come la Eleglide T1 Step-Thru. La maggior parte della bici arriva già montata, e gli unici passaggi richiesti sono l’installazione dell’asse del manubrio, della ruota anteriore, di un parafango e poco altro.

Nonostante la semplicità delle operazioni, c’è un appunto da fare: il manuale di istruzioni fornito da Engwe, per andarci leggeri, non è affatto chiaro. I disegni stilizzati risultano poco intuitivi e non facilitano il processo di montaggio, soprattutto per chi non ha molta esperienza nel settore. Invece di affidarvi al manuale, il mio consiglio è di seguire direttamente il video di montaggio ufficiale preparato da Engwe: grazie alla sua chiarezza, è possibile completare l’intero assemblaggio in meno di un’ora direttamente con il kit di chiavi fornito in dotazione.

Caratteristiche Tecniche

Formato: Elettrica pieghevole
Telaio: Alluminio
Dimensioni: 131 x 24,5 x 66 cm
Pneumatici: 20″ x 1,95″
Peso con batteria: 18,5 kg
Peso massimo trasportabile: 120 kg
Motore: 250 W
Coppia: 42 Nm
Velocità massima: 25 km/h
Livelli pedalata assistita: 3
Batteria: Rimovibile da 346 Wh (36V / 9.6Ah) (rimovibile)
Autonomia (modalità assistenza alla pedalata): 100 km dichiarati
Tempo di ricarica: 5-8 ore
Freni: Freni a disco idraulici
Luci: Anteriori e posteriori (con luce di frenata)
Altre caratteristiche: Parafanghi integrati, portapacchi posteriore, cavalletto, impermeabilità

Quando ho messo le mani sulla Engwe P20, la prima cosa che mi ha colpito è stata ovviamente la sua compattezza e la velocità con la quale è possibile ripiegarla.

Sono una di quelle persone che pensa costantemente alla mobilità del futuro e non dico che Engwe P20 incarni una rivoluzione, ma indubbiamente riesce a stupire nel suo piccolo.

Prima di tutto, mi piace a livello estetico, mi piace come la batteria si integri nel design e mi piace il fatto che sia così piccola, eppure trasmetti una discreta sensazione di solidità e pulizia, complice pure un ottimo cable management.

Del resto pesa 18 chili e mezzo, non proprio pochi: non mi ci vedo a chiuderla e ad aprirla come farei con una tradizionale bici pieghevole senza batteria, ma il suo sistema ripieghevole è ben pensato, anche se richiede un po’ di pratica per poter essere poi adoperato comodamente.

Il manubrio, infatti, può essere abbassato tramite una comoda levetta di rilascio rapido, mentre un’altra piccola molletta sulla staffa consente, appunto, di ripiegarla su sé stessa. Dopodiché, una volta piegata, la bici può essere trasportata grazie ad un magnete che tiene unite le ruote anteriori e posteriori.

Altro aspetto interessante è il sistema di trasmissione a cinghia, che sostituisce la classica catena, con un motore da 250 W e pedalata assistita a 3 livelli, unita a velocità bloccata a 25 km/h, come da limite di legge in Italia. Tra l’altro, la cinghia ha i suoi punti forti: zero olio, meno manutenzione e in teoria potremmo dimenticarci di quei fastidiosi incidenti in cui rischi di sporcarti i pantaloni (ribadisco il “in teoria”, perché io tendo a sporcarmi lo stesso). 

È però una bici a marcia singola, e, sebbene questo comporti un peso minore ed un’ovvia semplicità di utilizzo, non potete aspettarvi una grande versatilità: vi parlerò meglio di questi aspetti nel paragrafo dedicato all’esperienza d’uso, ma per il momento vi basti sapere che non è una bici pensata per percorsi vari, per salite impegnative o per terreni differenti da quelli urbani.

Del resto, le ruote da 20” x 1,95” sono piccole, abbastanza strette da consentire però un movimento agile in città, ma non sono pensate in alcun modo per terreni accidentati.

Molto buoni invece i freni a disco idraulici: ho apprezzato la frenata, decisa e precisa.

Funzionalità

La compattezza potrebbe erroneamente far pensare ad un ridotto numero di funzionalità, eppure Engwe P20 ha tutto l’essenziale di una buona bici, con qualche rinuncia da considerare.

Certo, il supporto per l’app è ridotto all’osso, se non nullo, visto che fornisce solo una sorta di mappa e poco altro, mancando un collegamento vero e proprio con la bici, ma ci sono i parafanghi, un faro posteriore azionabile dal display ed un catarifrangente posteriore sotto la sella.

Non manca il campanello, il portapacchi posteriore, un cavalletto stabile e persino le frecce, anche se il sistema non è del tutto completo: è apprezzabile il fatto che sia i freni, che le luci, illuminino i relativi LED posteriori, ma avrei preferito ci fosse un segnale almeno visivo dell’attivazione delle frecce sul piccolo schermo LED o sui pulsanti stessi, anche perché non si spengono da sole.

Come tante e-bike moderne, poi, anche la P20 ha una batteria rimovibile che è possibile staccare con le chiavi incluse. Oltre all’ovvia comodità, questo aumenta un po’ la sicurezza quando si lascia la bici incustodita.

Infine, non fatevi trarre in inganno dal grilletto sul manubrio. All’inizio pensavo fosse un acceleratore, ma in realtà attiva la modalità walk. È utile quando bisogna spingere la bici a mano, in zone pedonali o sui marciapiedi, perché avanza a pochi chilometri all’ora senza bisogno di pedalare, anche se francamente avrei preferito fosse leggermente più lenta.

Modalità di guida

La Engwe P20 offre ovviamente sella e manubrio regolabili in altezza, insieme a soli tre livelli di assistenza alla pedalata, e devo dire che la differenza rispetto ad altre bici elettriche che ho provato è evidente. Per dire, rispetto ad una Eleglide M2, qui l’assistenza non ti dà una spinta decisa dopo appena mezza pedalata, ma è molto più dolce, senza scatti o spinte da giostrare, quasi come se fosse calibrata per adattarsi ai propri movimenti.

Non ci si deve preoccupare di dosarla o gestirla, perché il sistema è pensato proprio per essere semplice e immediato. È come avere un aiuto che lavora insieme a te, e la sua forza è proporzionale al livello di assistenza impostato.

Tuttavia, sopra i 20 km/h si sente che la potenza inizia a calare, e se si prova a spingersi oltre, si finisce per girare i pedali più velocemente del dovuto, soprattutto perché la bici è a marcia singola. L’assenza delle marce non è un grosso problema in città, ma su percorsi un po’ più impegnativi potreste sentirne la mancanza, soprattutto in salita. Questa scelta, comunque, rende la P20 facile da gestire e richiede poca manutenzione rispetto ad una con il cambio, ma chiaramente ne perde in versatilità.

Display

Il display della Engwe P20 è davvero minimalista, sia per dimensioni che per funzionalità. Con i pulsanti “su” e “giù”, è possibile cambiare rapidamente il livello di assistenza alla pedalata, mentre con una pressione prolungata si accende o spegne il faro.

Vi è anche un piccolo tastino dedicato per consultare i chilometri percorsi in totale. Le pressioni prolungate dovrebbero sbloccare la velocità massima di pedalata, almeno in teoria: vi sconsiglio caldamente di effettuarlo, sia perché è illegale, sia perché la bici è pensata per un’assistenza massima di 25 km/h.

A schermo avrete dunque sempre sott’occhio la velocità attuale, l’autonomia residua della batteria e lo stato del faro. È semplice e immediato, anche se ammetto che avrei gradito qualche indicazione in più, come ad esempio un segnale visivo per l’accensione delle frecce, che purtroppo manca. In generale, il display fa il suo dovere, si legge bene, ma lascia un po’ a desiderare in termini di funzioni avanzate: almeno è possibile impostare una password, così da avere un minimo di antifurto.

Autonomia

Engwe P20 ha una batteria da 346 Wh con una autonomia dichiarata fino a 100 km, ma in media, con una pedalata assistita tra il livello 2 e il 3, riuscirete a fare circa 60 km.

Non è un valore incredibile, ma nemmeno sottotono, ed occhio perché, per ricaricarla del tutto, potrebbero volerci circa 5-6 ore.

Esperienza d’uso

L’esperienza d’uso con la Engwe P20 si è rivelata davvero, ma davvero piacevole, in special modo per chi cerca una bici elettrica pieghevole che sia, banalmente, facile da usare, subito pronta all’uso: il primo aspetto che stupisce è indubbiamente la silenziosità del tutto, sia della bici stessa, che dei freni. 

Come detto, la P20 è pensata per percorsi urbani, e lo si avverte fin da subito nella facilità di guida. ll manubrio è molto maneggevole e reattivo, e la seduta è comoda anche per lunghi tragitti. Insomma, si vede che è stata pensata per i percorsi urbani, e su quelli dà il meglio di sé. Si ha una buona sensazione di controllo anche nel traffico o su strade leggermente sconnesse, tenendo a mente che non ci sono ammortizzazioni, ma la tenuta dei prenumatici è sicuramente buona.

In città, l’assenza di marce non pesa particolarmente, dato che le velocità massime raggiunte restano contenute, e i tre livelli di assistenza alla pedalata offrono abbastanza flessibilità per affrontare le classiche situazioni urbane. Il motore fornisce un supporto graduale, senza la classica sensazione di “scatto” che si può avvertire con altre bici elettriche, ed è perfetto per chi vuole una guida fluida e non invasiva, caratterizzata anche da ottimi freni.

Tuttavia, come già anticipato, spingere la P20 oltre i 20 km/h diventa un po’ meno confortevole. Oltre questa velocità, si rischia di ritrovarsi a pedalare un po’ a vuoto, visto che il supporto del motore cala sensibilmente e l’assenza di marce inizia a farsi sentire, in particolar modo nelle salite. Questo può essere un limite per chi è abituato a pedalate più sportive o rapide.

Il peso della bici, pur assolutamente non eccessivo, si fa sentire in alcune situazioni, soprattutto quando c’è da piegarla e trasportarla, magari su un mezzo pubblico.

Tuttavia il sistema di chiusura è robusto e non ci sono scricchiolii o sensazioni di instabilità.

Prezzo e Acquisto

Engwe P20 è disponibile sia sul sito ufficiale, sia su Amazon al prezzo di 999€ in quattro colorazioni diverse, cioè bianca, nera, rossa e verde, che è poi l’unità in test. La cifra di listino è circa 1.299€, ma sotto i 1.000€ è certamente più in linea con ciò che offre il mercato, anche se è un costo comunque alto.



ENGWE P20 Bicicletta Elettrica Pieghevole | Batteria Rimovibile | 36V 9.6Ah per 100km | Motore 250W | Sensore di Coppia | Freno a Olio | E-bike da 18.5kg | Commuter Urbano Viaggio (Verde)


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Engwe P20 – Foto dal vivo

Il sample per questa recensione è stato fornito da Engwe, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

Su alcuni dei link inseriti in questa pagina SmartWorld ha un’affiliazione ed ottiene una percentuale dei ricavi, tale affiliazione non fa variare il prezzo del prodotto acquistato. Tutti i prodotti descritti potrebbero subire variazioni di prezzo e disponibilità nel corso del tempo, dunque vi consigliamo sempre di verificare questi parametri prima dell’acquisto.

Engwe P20 è una graziosa bici elettrica pieghevole che rinuncia a qualcosa per fornire una buona soluzione per la mobilità urbana. È un modello che, pur non eccellendo in potenza o in tecnologie avanzate, offre un’esperienza di guida molto piacevole e soprattutto una grande semplicità di utilizzo, grazie anche alla pedalata assistita dolce e sicura. In più, il design compatto e la capacità di ripiegarsi su sé stessa sono due grossi punti a favore, sebbene il peso sia un aspetto da tenere in considerazione per i pendolari. L’assenza di marce potrebbe limitare chi cerca più velocità o prestazioni su terreni variabili, ma per chi non cerca fronzoli e desidera semplicemente una bici pieghevole affidabile, divertente e solida, la P20 è una valida opzione.

Voto finale

Engwe P20

Pro

Design pieghevole, con un buon sistema di sgancio
Ottimo uso urbano, con seduta comoda e buon manubrio
Sistema a cinghia immediato e silenzioso
Ottimi freni a disco idraulici, frenata decisa

Contro

Occhio al peso non propriamente piuma
Marce e ammortizzazioni assenti
Si tende a pedalare un po’ a vuoto alle velocità più alte
Nessun indicatore frontale o sonoro per le frecce accese

 

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