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Salvini sempre in giro: mentre l’Italia si ferma posta la foto con i nonni

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ROMA — Termini in tilt, l’Italia bloccata e il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti cosa fa? Pubblica su Facebook una sua foto da bambino con i nonni: «Se potete chiamateli, perché i nonni sono la vita». E sotto una valanga di commenti, come quello del signor Colombatti: «Se avanza tempo sarebbe opportuno occuparsi dei treni». Ma il ministro, capo partito, vicepremier, Capitano Matteo Salvini ne ha tante di cose da fare e sulle sue pagine social di aerei, treni, ritardi si parla poco, anzi non se ne parla proprio. E non ne vuole parlare nemmeno lui.

Ieri mentre Termini impazziva aveva in programma una conferenza stampa alla stazione Roma Ostiense per la «presentazione del nuovo brand di Trenitalia». E ha dato buca. Poi nel primo pomeriggio era all’evento The Young Pope con la giornalista Annalisa Chirico, dove ha detto, sempre serafico: «Le opposizioni sono da anni che chiedono le mie dimissioni perché respiro, perché vivo. Fanno il loro mestiere: il mio dovere è garantire la mobilità e quindi dall’alba il telefonino è operativo».

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Certo, nel frattempo a convocare gli amministratori delegati di Trenitalia e Rfi, gli unici titolati a spiegare l’accaduto a Termini, erano i deputati del Carroccio: «Se ci sono stati errori che nulla hanno a che vedere con l’impegno enorme profuso dal ministro Salvini è giusto che venga chiarito», tuonavano i leghisti in commissione Trasporti. Lui, il leader, non li ha convocati a rapporto, nonostante si mormori proprio nelle stanze del ministero che qualcosa non vada nella comunicazione degli staff degli amministratori delegati delle due controllate: perché chi guida Rfi è in area Raffaele Fitto e in Trenitalia invece ci sono gli uomini di Salvini. E i due “mondi” non si parlerebbero molto.

Comunque anche per Salvini viaggiare è diventato un incubo, per lo meno mediatico. Il ministro, capo partito, vicepremier, Capitano non può restare tranquillo nemmeno quando prende l’aereo. Lo scorso 13 settembre, mentre si bloccava il Nord per il deragliamento di un treno vicino Milano, di prima mattina sui social postava un video da Fiumicino: «In direzione Salone di Torino per difendere l’industria italiana legata ai motori dalle follie ideologiche di Bruxelles e della sinistra». La risposta di Christian al post dice tutto: «Sono bloccato sull’ennesimo Frecciarossa, invece di parlare di follie della sinistra fai il ministro». E Salvini che ha fatto? Da Torino è andato a Cantù per una festa della polizia e in serata ha benedetto il raduno della Lega locale con foto di rito tenendo uno striscione con su scritto: «L’unico a difendere i confini». Bene ma non benissimo, ma i pendolari?

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Settembre, mese della ripresa, tra le crisi su rotaie a Milano e Roma è stato un disastro. L’agenda del ministro? È stato un mese intenso anche per Salvini tra un gazebo della Lega a Firenze per raccogliere le firme contro la procura di Palermo che ha chiesto il rinvio a giudizio per il caso Open Arms, una missione a Budapest per incontrare il compagno di gruppo a Bruxelles, il sovranista dei sovranisti Viktor Orbán, una puntata a Venezia per la Regata storica e un controllo alla fondamentale pista di pattinaggio di Rho per le Olimpiadi 2026. Quattordici giorni su trenta fuori dalle stanze del ministero lo scorso settembre.

Ma anche quando è nella Capitale Salvini non si ferma mai ed è spesso in giro tra convegni, presentazioni e seminari: ne ha presenziati almeno una dozzina. Il tutto inframezzato da incontri politici per riunire i parlamentari o il consiglio federale del partito.

Per Salvini non è una novità non essere troppo “seduto” nei dicasteri che guida: nel 2018, appena insediatosi al Viminale, trascorse due terzi dell’estate fra comizi e feste elettorali. Ma allora preparava lo strappo del Papeete. Nei primi tre mesi del 2023, al via della nuova esperienza da ministro alle Infrastrutture, ha trascorso 53 giorni altrove a inaugurare cantieri in vista delle elezioni regionali che richiedevano il suo impegno sul campo.

In questi giorni invece il ministro sembra avere la testa soprattutto a Pontida, al raduno di domenica. Sul palco ha convocato il gotha della destra europea, quella dei duri e neri (con l’eccezione di Afd). Mentre lui ribadirà di essere «l’unico a difendere i confini»: certo, non quelli del suo ministero dopo che a Palazzo Chigi hanno ricevuto in pompa magna i manager del fondo americano Blackrock che vogliono investire in Ferrovie in vista di una possibile apertura ai privati. Il difensore dell’italianità lo avevano avvisato?

 

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