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Bolzano, ancora polemiche per la classe di soli non tedeschi. L’università: “Scelta indifendibile”. La preside: “Nessuna discriminazione”

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Chiamatela “classe separata”, “classe speciale”, o “classe con risorse straordinarie”. Fatto sta che alla scuola elementare Goethe di Bolzano il progetto di creare una classe con soli bambini non tedeschi e dunque o migranti o italiani che non conoscono bene la lingua non è mai decollato. Ma le polemiche attorno a quella idea ancora non si fermano.

La preside: “Classe con risorse straordinarie”

L’ultimo capitolo di una storia che va avanti da più di un mese è la presa di posizione, pubblicata oggi dal quotidiano Dolomiten, della preside della Goethe, Cristina Holzer. “Non si trattava di una classe di migranti o una classe speciale”, spiega, ma di una classe “con risorse straordinarie” per insegnare il tedesco ai bambini che non lo parlano sufficientemente bene il tedesco. “Io e i miei colleghi – prosegue – da anni miriamo con successo all’integrazione e all’inclusione e respingiamo categoricamente tali termini”. La classe contestata doveva essere una classe regolare, nella quale in piccoli gruppi si puntava al veloce apprendimento del tedesco, scrive Holzer. “Solo chi conosce bene la lingua vivrà la scuola come un luogo in cui si sperimenta il successo personale e si rafforza l’autostima”, ribadisce la preside.

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29 Agosto 2024

“Scelta non difendibile”

Una riflessione che non potrebbe essere più lontana da quella sostenuta invece da due accademiche alto atesine. “Dal punto di vista della pedagogia dell’inclusione, l’istituzione di classi speciali non è difendibile – dicono le professoresse Simone Seitz e Heidrun Demo, rispettivamente direttrice e vicedirettrice del Centro di Competenza per l’Inclusione Scolastica della Libera Università di Bolzano. “Abbiamo ascoltato con sollievo – insistono – la notizia che la classe speciale per alunne ed alunni che non parlano o parlano poco il tedesco non sarà istituita. E il nostro sollievo non deriva da convinzioni politiche e ideologiche, ma dal vedere che il sapere prodotto dal dibattito pedagogico più attuale possa orientare le pratiche della scuola reale” spiegano le docenti.

Le critiche contro la classe di non tedeschi

Tre le critiche mosse: “Sul piano etico, se la scuola è palestra di democrazia, le classi speciali che separano e isolano non possono essere considerate una strategia valida; sul piano dell’efficacia, non vi è evidenza che in gruppi più omogenei alunne ed alunni abbiano risultati di apprendimento migliori. Molta letteratura, invece, racconta come sia vissuta negativamente sul piano dello sviluppo personale e sociale l’esperienza di marginalizzazione e segregazione; sul piano della scuola come sistema, poi, la scelta delle classi speciali rappresenta una risposta conservatrice rispetto al tema dell’eterogeneità”.

 

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