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Liguria, a cinque mesi dagli arresti l’inchiesta non è più un tabù: Toti torna per Bucci e punge i magistrati. “45 giorni per le intercettazioni sono già troppi”

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L’ultima volta che si erano intravisti insieme in pubblico, Giovanni Toti e Marco Bucci, candidato a raccoglierne l’eredità in Regione Liguria per il centrodestra, era il giorno dell’ufficializzazione della candidatura a sorpresa del sindaco, ormai un mese fa. Il neo candidato ad annunciare sulle scale della Prefettura di Genova, davanti a microfoni e telecamere, l’ex governatore a fare capolino da dietro, quasi a voler comparire a tutti i costi nella fotografia del passaggio di consegne: un ultimo graffio proprio nel momento in cui gli alleati di sempre gli chiedevano più di un passo indietro, il più lontano possibile, a scanso di ogni rischio elettorale, dalla corsa di Bucci.

Ieri sera, i due volti simbolo della stagione del centrodestra ligure si sono ritrovati alla festa di lancio della candidatura alle Regionali liguri della storica portavoce di Toti, Jessica Nicolini, e nella discoteca vista mare scelta per l’evento i dubbi di allora sono svaniti tra baci, abbracci, proclami, spritz e rilanci da campagna elettorale.

La serata dell’orgoglio totiano ritrovato, insomma, la serata in cui l’ex governatore, in qualche modo, si è ripreso una volta per tutte il suo ruolo nella corsa di Bucci alla “sua” Regione. Nessun imbarazzo dopo il patteggiamento con cui è uscito dal filone principale dell’inchiesta che l’ha travolto, ma anzi. Pure la voglia di scherzare: «Fate silenzio, che se no vengono male le intercettazioni», è stata la battuta di inizio intervento dell’ex presidente caduto per le accuse di corruzione. Che poi, a domanda risposta, ha commentato anche il tetto di 45 giorni per le intercettazioni passato in Senato: “sono già troppi”.

(bussalino)

Se un mese fa il passaggio sullo sfondo della conferenza stampa del neo candidato presidente era sembrato il prologo di una definitiva uscita di scena, anteprima tragicomica di tutti gli imbarazzi e i tentativi di prendere le distanze dall’ex governatore che a destra sono emersi con la scelta di Toti di patteggiare, l’evento di ieri è parso del resto un punto di svolta, nella vicenda ligure.

Finito il tempo degli equilibrismi, dopo settimane passate sul filo tra la necessità di rivendicare i risultati degli ultimi anni di governo e i tentativi di negare la continuità tra Toti e Bucci per non far parlare dell’inchiesta che ha travolto la stessa esperienza politica, a destra il legame con il totismo «non è più un tabù», si dice chiaro in sala. Forti di un sondaggio interno che vedrebbe Bucci in vantaggio di quattro punti sul candidato del centrosinistra, l’ex ministro dem Andrea Orlando, ma non solo quello.

Tra i palloncini colorati, le tartine al salmone, i fedelissimi dell’ex presidente rimasti in area arancione (dal consulente alla comunicazione Marco Pogliani allo staff della comunicazione di Toti, per anni simbolo stesso della stagione totiana) e tutti i candidati dell’ex finiti nelle fila della lista del candidato presidente, il terremoto giudiziario di maggio è parso mai così lontano. Piuttosto, anzi, qualcosa da cui ripartire per conquistare nuovi consensi.

(ansa)

A parlare dal palco sono Toti e Bucci, Nicolini e l’assessore regionale alla sanità Angelo Gratarola, ma anche le parlamentari Ilaria Cavo e pure Maria Stella Gelmini, fuoriuscita da Azione e diretta a Noi Moderati. Ad ascoltare, una platea fatta di semplice sostenitori, ma anche imprenditori, manager, volti noti della città. Che si spellano le mani agli annunci di Bucci («governerò due mandati», oppure: «vorrei parlare di futuro e invece mi obbligano a parlare delle falsità che dicono da sinistra»), e accolgono come una star il ritorno sulla scena pubblica di Toti.

«Credo la vicenda giudiziaria avrà pochissimo peso, anche perché quella che ci si aspettava come una bufera è diventata una pioggerellina fine – dice l’ex governatore – I liguri hanno un giudizio molto chiaro di questi ultimi nove anni, e lo vedrete nelle urne». «Con Marco Bucci ci sentiamo, ci parliamo, faccio quello che posso fare, ma non è una campagna elettorale che faccio in prima persona», aggiunge con una copia del libro in uscita la prossima settimana sotto braccio.

«Tutti continuano a chiedermi perché ho patteggiato, io credo che si debba chiedere alla Procura perché ha patteggiato dopo quattro anni di un’inchiesta che ha sconvolta una regione fino in fondo – è l’ennesimo tentativo di rovesciare una narrazione – Però, non ho mai attaccato i magistrati che ci hanno indagato, credo che la politica possa prendere spunto da questa estate e se ne farà tesoro e cambierà un po’ le regole del gioco sarà un bene per tutti».

Da sinistra, a serata ancora in corso, si commenta con poche parole: «Scrivi Bucci, leggi Toti», si dice dal comitato di Orlando. Ma l’imbarazzo, a due settimane dal voto, pare essere ormai solo loro.

 

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