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Milano — “Need to know”, tre parole in inglese che sono la bussola per chiunque debba trattare dati sensibili. In un’organizzazione — spiega la direttiva europea Gdpr, che dal 2018 regola la materia — ciascuno può e deve avere accesso solo ai dati che, appunto, «ha bisogno di conoscere» per fare il suo lavoro.