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Android Automotive anche sulle moto: perché l’idea di KTM è rivoluzionaria (e perché no)

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KTM, storico marchio austriaco di motociclette, ha appena lanciato due nuovi schermi per i suoi prossimi modelli specificando, potremmo dire in sordina, che sono basati su Android Automotive.

La novità però è degna di nota, perché è la prima volta che il sistema operativo di Google approda su un veicolo a due ruote. Ma rappresenta una rivoluzione per il settore? Scopriamo i pro e i contro, oltre a vedere le caratteristiche di questa soluzione. 

Caratteristiche del nuovo quadro strumenti di KTM

KTM ha appena presentato quella che viene definita una nuova interfaccia uomo-macchina (HMI) attraverso due quadri strumenti collegati alla Connectivity Unit

I nuovi quadri strumenti 

I nuovi schermi TFT di KTM presentano una risoluzione 1280×720 con touch screen (compatibile anche con i guanti), oltre alla possibilità di interazione tramite interruttore combinato, joystick a 5 vie e tasto Back. 

Due sono i modelli:

V80 (8 pollici verticale)  
H88 (8,8 pollici orizzontale)

La Connectivity Unit

La novità più interessante è però la Connectivity Unit (CCU) 3.0 a cui sono collegati gli schermi, che presenta le seguenti caratteristiche: 

RAM: 3 GB
Archiviazione: 32 GB 
Connettività: eSIM, GPS, Bluetooth e Wi-Fi
Sistema Operativo: Android Automotive

Quali sono le funzionalità

KTM dichiara che la nuova CCU offre una funzione di navigazione con mappe offline e una navigazione in tempo reale senza bisogno di effettuare la sincronizzazione o il tethering con uno smartphone.

Si accenna anche al fatto che consentirà la riproduzione musicale e sarà dotata di split screen, con possibilità di vedere le copertine degli album.

Inoltre sarà possibile “trasmettere le app direttamente sul quadro strumenti“. Non si sa se tramite Android Auto o installandole, ma la parola “trasmissione” suggerisce la prima ipotesi.

La CCU 3.0 garantisce infatti la riconnessione con lo smartphone a ogni accensione, permettendo di riprendere l’ascolto musicale dal punto in cui si è interrotto e di accedere alla rubrica completa.

KTM inoltre dichiara che lo strumento consentirà di ricevere più facilmente gli aggiornamenti, che verranno all’inizio effettuati dal il rivenditore KTM, e in futuro direttamente tramite OTA.

Quando arriverà e su quali modelli

KTM dichiara che il nuovo quadro strumenti TFT sarà disponibile all’inizio sui modelli premium di KTM di prossima uscita, ma “nei prossimi anni saranno aggiunte ulteriori opzioni alla gamma“.

Il che probabilmente significa che arriveranno nuovi quadri strumenti più economici con funzionalità simili. 

Android Automotive e i servizi Google

La novità quindi è importante: Android Automotive sbarca sulle moto, ma ci sono un paio di aspetti da chiarire. Prima di tutto, sembrerà banale, ma è giusto specificarlo: Android Automotive non è Android Auto. In secondo luogo c’è il nodo dei servizi Google.

Cors’è Android Automotive

Android Automotive è infatti un vero e proprio sistema operativo open source basato su Android e dedicato ai veicoli. Android Auto, molto più diffuso, è un’app del nostro telefono che consente di proiettare un’interfaccia sullo schermo del veicolo per accedere ad alcune sue app e funzionalità. 

Questo significa che un’auto dotata di Android Automotive utilizzerà questo sistema operativo per la gestione del suo sistema di infotainment o anche di tutte le funzionalità integrate, che siano clima, navigazione o altro.

Un’auto con Android Automotive potrà supportare comunque Android Auto, e anche CarPlay.

Il nodo dei GAS

C’è un problema: Android Automotive è come Android per i nostri telefoni (open source e gratuito), ma per usare i servizi Google abbiamo bisogno dei cosiddetti Google Play Services, che sono integrati negli smartphone (a meno di rare eccezioni come i dispositivi Huawei).

Per le auto è lo stesso, solo che si chiamano GAS (Google Automotive Services) e Google fa pagare questa funzione a caro prezzo. Quindi troveremo auto con i servizi (definite con Google built-in o con Google integrato) e senza (il che significa che non si avrà accesso al Play Store).

Per dare un’idea, alcuni produttori di auto con Google built-in dichiarano che i servizi sono inclusi per un certo numero di anni, poi sarà necessario pagare un abbonamento (per esempio Renault li include per 5 anni, mentre Volvo per 4 anni).

KTM non ha specificato se la nuova Connectivity Unit sarà dotata di GAS, il che evidentemente significa che non lo sarà (e spiega il perché di un annuncio in sordina).

Inoltre il fatto che si potranno trasmettere le app suggerisce che non verranno installate dal Play Store ma trasmesse appunto tramite una soluzione (che immaginiamo essere Android Auto in modalità wireless, ma è solo un’ipotesi). 

Perché può essere una rivoluzione, e perché no

Che le auto siano sempre più connesse non è una novità, e nell’ultimo anno abbiamo visto come Google stia spingendo sempre più su Android Automotive e sui suoi servizi. 

Tanto che secondo un articolo del Wall Street Journal del 2022, la prossima battaglia tra Google e Apple non sarà sui telefoni, ma sulle auto. 

Perché può essere una rivoluzione

Ma le moto? Attualmente anche le moto sono dotate di servizi di infotainment integrati, con schermi in alcuni casi anche enormi (vedi BMW K 1600 e il suo schermo TFT da 10,25″).

Ogni sistema è proprietario, solo che a differenza delle auto pochi integrano Android Auto o CarPlay: per quello è necessario acquistare uno schermo di terze parti da collegare al manubrio (o attaccare direttamente il telefono al manubrio).

Questo può essere scomodo e soggetto a furti, mentre una soluzione integrata che si connette con il telefono risolverebbe immediatamente tutti i problemi. 

Alcuni motociclisti, per esempio, si affidano allo smartwatch per ricevere le indicazioni per la navigazione, il che non è proprio comodo. 

Perché potrebbe essere un problema

Ma non tutto potrebbe essere ottimale: uno schermo con maggiori funzioni potrebbe portare a maggiori distrazioni. In quanto motociclista di lunga data, so quanto siano pericolose, anche in autostrada.

La moto è un veicolo delicato: già nell’auto la proliferazione degli schermi rappresenta un problema piuttosto grave, con numerosi detrattori giustamente preoccupati. Ma sull’auto ci sono soluzioni: gli head-up display e gli ADAS.

Sulle moto potrebbe essere più insidioso. Ovviamente questa è un’opinione, e per molti motociclisti la soluzione di KTM sarà vista con entusiasmo, con la speranza che venga copiata da altri marchi. 

Per gli appassionati di moto

Se siete appassionati di moto, date un’occhiata ai nostri approfondimenti dedicati: scoprirete senz’altro qualche informazione utile!

 

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