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MONTIGNANO (ANCONA) – E’ finito con dei palloncini bianchi che volavano in cielo, il funerale di Leonardo, il 15enne che domenica si è tolto la vita, sparandosi in bocca con la pistola del padre. Poco prima di morire ha raccontato ai genitori di voler cambiare scuola, o addirittura iniziare a studiare da privatista, perché non ne poteva più di quelle insopportabili cantilene alle spalle, delle manate nelle parti intime, dei capezzoli strizzati in palestra, delle voci che ripetevano il suo nome “facendo gesta femminili, per tutto l’orario scolastico al punto da costringerlo talvolta a utilizzare gli auricolari per non sentire tali prese in giro sul suo cognome usando modalità offensive per la sessualità di una persona” , hanno scritto i genitori nella denuncia per bullismo, che hanno presentato lunedì. Quando il figlio già non c’era più.
“Durante la funzione ho ricevuto un messaggio da parte di una persona vicina a una ragazza che aveva denunciato atti di bullismo in quella stessa scuola, lo scorso anno – ha detto uscendo dalla chiesa l’avvocata Pia Perricci – girerò la notizia e il suo contatto agli inquirenti. Davanti alla bara di Leonardo io e sua madre abbiamo promesso che porteremo a termine questa battaglia. Non stiamo colpevolizzando l’intera classe o l’intero istituto, chiediamo solo che i responsabili paghino per quello che hanno fatto”.
Gli interrogatori dei carabinieri oggi si sono fermati ma riprenderanno domani, sentendo altri compagni di classe di Leonardo e anche i suoi insegnanti, compreso quello con cui si era confidato pochi giorni prima di decidere di farla finita. Secondo i genitori erano tre i bulli che perseguitavano il figlio, due ragazzi e una ragazza, che però ha negato tutto. Il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara ha chiesto ulteriori approfondimenti.
La tragedia di Senigallia
Leonardo, il 15enne suicida, aveva provato a cercare aiuto. “Si confidò con un prof, lui lo ignorò”
dalla nostra inviata Caterina Giusberti
I ragazzi in piazza per l’addio a Leo
Ci sono centinaia di ragazzi e ragazze nella piazza di Montignano per i funerali, così tanti che in chiesa non ci stanno, riempiono tutta la piazza. Un esercito composto di felpe, jeans, lacrime, brufoli, rose bianche. Ci sono ragazzi e anziani, mamme, nonni, papà, bambini piccoli che si asciugano le lacrime con la manica: è un’intera comunità che piange, stravolta, quella di Montignano.
Al funerale di Leonardo sono venuti i suoi compagni delle elementari e quelli del Panzini, le sue professoresse, anche il preside dell’istituto, accusato dai genitori di aver ignorato il malessere del 15enne.
“La vita è fragile, maneggiare con cura”
“Possiamo ancora fare qualcosa per Leonardo, per farlo uscire dal buco di angoscia e paura in cui la sua vita si è conclusa? Siamo qui per dire sì” scandisce il parroco, don Emanuele Lauretani, dall’altare. E prosegue: “Tante cose sono state dette sulla morte di Leonardo e non è il momento di ripeterle. Ma ricordiamoci che con calma e lucidità potremo fare luce sulle circostanze della sua morte. Facciamo fiorire in noi la responsabilità. Siamo chiamati a custodirci con delicatezza. La vita è fragile, maneggiare con cura”.
senigallia
La nonna di Leonardo: “Mio nipote era sensibile, bisogna parlare di più della violenza a scuola”
dalla nostra inviata Caterina Giusberti
La mamma: “Ora è un angelo”
Anche la mamma di Leonardo, Vicktoryia, di origini russe, prende la parola alla fine. “Vorrei ringraziarvi tutti per la vicinanza in questi giorni difficili – scandisce – Leonardo Alessandro Raffaele era il suo nome completo. Il 14 ottobre (il giorno in cui è stato trovato il corpo del figlio ndr) la chiesa ortodossa celebra l’apparizione della Madonna. Leonardo adesso vive una nuova transizione da angelo. Lui mi proteggeva sempre e ovunque, come proteggeva i suoi amici. Voglio leggervi questa frase di Michael Jackson, che per lui era il top dei top: “In un mondo pieno di odio, dobbiamo avere ancora il coraggio di sperare. In un mondo pieno di rabbia, dobbiamo avere ancora il coraggio di confrontare. In un mondo pieno di disperazione, di sognare. In un mondo pieno di sfiducia, di credere. Credo nella giustizia terrena e divina”.
Ansa
“Ciao Leo, amico nostro”
Accanto all’altare è appoggiato un cartello con dei biglietti, che hanno scritto alcuni ragazzi dell’oratorio ieri sera. “Leo volevo dirti che non pesavo stessi così male da compiere un atto del genere. Questi giorni ho avuto difficoltà a dormire perché pensavo a tutti gli anni passati insieme, e che se lo avessi saputo prima avrei potuto aiutarti”, si legge in quello in alto a destra.
Un ragazzino appoggia sull’altare una rosa con attaccato un panda di peluche. Un’altra legge un messaggio: “Caro Leo, siamo qui con questo dolore enorme e le parole sono difficili da trovare. Mai come adesso le vediamo come una cosa preziosa, che non va sprecata. Ti porteremo sempre nel cuore, vorremmo poter dire delle parole di conforto ma non sappiamo quali. Ciao Leo, amico nostro”, e scatta l’applauso, dopodiché la bara viene trasportata nel cimitero.