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Mimmo Lucano: “Cittadinanza onoraria di Riace a Maysoon, l’attivista iraniana il carcere come scafista”

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Maysoon Majidi, l’attivista e regista curdo-iraniana accusata di essere una scafista e per questo da dieci mesi detenuta, potrebbe diventare cittadina onoraria di Riace. “È una combattente per la libertà, per il rispetto dei diritti umani”. Lo ha annunciato il sindaco ed europarlamentare Mimmo Lucano, rimasto lontano da Bruxelles per partecipare al sit in organizzato per chiedere la liberazione dell’attivista davanti a tribunale di Catanzaro, dove il legale è tornato a chiedere la scarcerazione.

“L’Italia ha combattuto il fascismo, dia la libertà a mia nipote che si è ribellata agli ayatollah”. L’appello dello zio di Maysoon, la regista in carcere come scafista

di Alessia Candito

05 Ottobre 2024

Al processo che contro di lei si sta celebrando a Crotone, le prove contro di lei si stanno via via sgretolando, persino il mediatore a cui – nella ricostruzione della procura – avrebbe raccontato il suo ruolo a bordo ha smentito la versione messa a verbale. “Non perdiamo mai la speranza che torni ad essere una persona libera, una militante politica”, ha detto Lucano.

Protagonista delle proteste seguite all’omicidio di Mahsa Amini, regista e attivista Maysoon Majidi dall’Iran è dovuta fuggire. Perseguitata perché curda, perché donna e perché attivista riconosciuta, nella terra degli ayatollah temeva per la propria vita. E mai le avrebbero permesso di lasciare il Paese con un visto. Per questo – ha spiegato più volte sia in aula, sia a chi in carcere l’abbia incontrata – è scappata percorrendo l’unica strada possibile: la rotta del Mediterraneo orientale, che dalla Turchia porta all’Europa.

Attivista per i diritti delle donne fugge dal regime iraniano, ma in Italia finisce in carcere come “capitana”

Alessia Candito

26 Gennaio 2024

Viaggiava insieme al fratello e con lui sperava di raggiungere lo zio in Germania, non ha mai avuto intenzione di fermarsi in Italia. Ma poco dopo lo sbarco, nella notte dell’ultimo dell’anno a Roccella Jonica, è stata fermata, interrogata, trattenuta. Da allora, dal carcere non è mai più uscita. “Per le sue battaglie per la libertà e per i diritti umani ha pagato un prezzo molto alto, ma non perdiamo mai la speranza che prevalga il senso di giustizia”, dice Lucano, che a Riace sta lentamente tentando di ricostruire il paese dell’accoglienza.

Il borgo si sta ripopolando. Non ci sono più progetti pubblici, ma l’accoglienza continua grazie ai fondi che la Fondazione “A Buon diritto” aveva messo insieme per pagare la maxi-multa cui Lucano era stato condannato dal Tribunale di Locri. E migranti e rifugiati stanno tornando. L’ultima è una mamma, arrivata con i suoi tre bambini. “Il biglietto glielo ha pagato un poliziotto, vorrei conoscerlo perché dimostra che siamo ancora umani”.

 

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