[ Leggi dalla fonte originale]
«Con questo decreto il governo ritiene di poter vincolare ai giudici a un elenco preordinato di Paesi sicuri, ma il diritto europeo in materia di asilo continua ad essere sovraordinato». Non ha dubbi Gianfranco Schiavone, fra i maggiori esperti di migrazioni e socio di Asgi, l’associazione studi giuridici sull’Immigrazione: «Anche se la lista dei Paesi sicuri è approvata per decreto, che è norma primaria, i giudici potranno continuare a decidere di non convalidare i trattenimenti alla luce della sentenza della Corte di giustizia europea».
Perché continua ad essere vincolante?
«La sentenza fissa dei criteri interpretativi vincolanti.È una pronuncia della Gran Camera, non appellabile, che definisce anche le competenze del giudice, chiamato a valutare se un Paese sia sicuro o meno in base ai parametri ben precisi, fissati dalla Corte stessa».
Migranti, i paletti del Quirinale e il decreto diventa mini. “Ora salviamo la faccia poi vediamo se funziona”
di Tommaso Ciriaco, Concetto Vecchio
Il governo sostiene che la definizione di “Paese sicuro” sia un atto politico.
«È grave. Si confondono i diritti individuali e il loro accertamento, con valutazioni di politica internazionale. Concedere asilo a una persona non equivale a una dichiarazione di ostilità verso il Paese da cui proviene. Ed è gravissimo sostenere che il giudice non abbia le competenze per valutare se un Paese sia sicuro».
Ora cosa potrebbe succedere in tribunale?
«Il giudice chiamato a decidere se convalidare o meno un trattenimento, nell’ambito di una procedura accelerata di frontiera, dovrà continuare a valutare caso per caso, Paese per Paese. Qualora non lo ritenesse sicuro può disapplicare il decreto ».
Insomma, tutto come prima?
«Nel motivare non si potrà limitare a conformarsi alla sentenza della Cge, ma dovrà spiegare perché quella legge non è compatibile con la normativa europea».
Sfida a giudici e Europa sui migranti in Albania. Lista con 19 Paesi sicuri
Per il ministro Nordio, i giudici possono al massimo far ricorso alla Corte Costituzionale.
«Se hanno dei dubbi possono sollevare una questione di illegittimità per contrasto con l’ordinamento europeo davanti alla Consulta, ma anche solo limitarsi a disapplicare il decreto».
In caso di ricorso alla Consulta, cosa succede alle persone trattenute?
«In caso di dubbi sulla norma, il procedimento non può continuare e la persona deve tornare in libertà».
Decreto Albania, il segretario di Magistratura democratica Stefano Musolino: “Il nuovo decreto non potrà cambiare le norme Ue”
Quindi comunque il trattenimento diventa inefficace?
«Non potrebbe essere altrimenti se non c’è certezza sulla costituzionalità della norma».
Richiamandolo nelle premesse, il governo dice di voler “anticipare” uno dei regolamenti Ue che entrerà in vigore nel 2026
«Fa parte di un nuovo sistema, che prevede nuove regole, procedure, nove regolamenti e una direttiva. Non è un mercato da cui si possa prendere un pezzo e scartarne un altro, anticipandolo a piacimento senza che l’intero impianto sia interamente attuato».