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Guardava avanti Ninni Cassarà, il capo della sezione Investigativa della squadra mobile, in quella Palermo terribile di inizio anni Ottanta: «La potenza dell’organizzazione mafiosa in questa città non dipende solo dal numero e dalla qualità degli associati — scriveva nel rapporto che costituì la base del maxiprocesso — ma soprattutto dalle ramificate commistioni che essa è riuscita a realizzare con il tessuto sociale ed economico fondendosi con esso e conseguendo, sulla base di un tale “orrido innesto”, la…