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I casi Spano e Sogei, Renzi: “La classe dirigente della premier è impresentabile”. Dal Pd al M5S: “Giuli riferisca in Parlamento”

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Matteo Renzi “celebra” i due anni del governo Meloni con un attacco a tutto campo. “Tangenti a Sogei, caos imbarazzante al ministero della Cultura, strani commissariamenti al ministero di Urso. La classe dirigente di Giorgia Meloni è tecnicamente impresentabile. Questo governo non funziona”, scrive l’ex premier su X.

Il leader di Italia viva si riferisce alla vicenda dei documenti interni della Farnesina su Starlink, a quella Spano-Giuli al Mic, con le dimissioni del capo di gabinetto Spano e massima attenzione sui commissariamenti operati dal ministro del Made in Italy, a partire dall’ex Ilva. Proprio su questo dossier verrà presentata nelle prossime ore un’interrogazione parlamentare, fanno sapere fonti Iv. “Fino a quando la premier continuerà a far finta di nulla?”, la domanda dell’ex presidente del Consiglio. Nell’interrogazione, firmata da Ivan Scalfarotto, si chiede conto sulla revoca di tre commissari straordinari di Condotte d’Acqua e quali sono stati i criteri professionali utilizzati per la nomina di Francesco Paolo Bello come commissario straordinario da parte del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Intanto, sulle dimissioni di Spano dal ruolo di capo di gabinetto del ministero della Cultura i partiti di opposizioni pretendono chiarimenti sul caso che ha scosso di nuovo il dicastero di via del Collegio romano. All’attacco il M5S con Luca Pirondini e Antonio Caso, capigruppo M5S in commissione Cultura al Senato e alla Camera: “Le notizie che si stanno susseguendo in queste ore, con l’annuncio di un’inchiesta da parte di Report e le dimissioni di Spano, vedono il Mic al centro di un caos che non è più sostenibile. Quando parla di ‘barbarico clima di mostrificazione’, Giuli evidentemente si riferisce agli attacchi ricevuti dalla stampa e da esponenti di destra. Ma quali sono esattamente le ragioni di queste dimissioni? Quali altri elementi ci sono che l’opinione pubblica ha il diritto di conoscere? Alessandro Giuli ha il dovere di fare completa chiarezza sui motivi di queste dimissioni e in generale su ogni aspetto che possa emergere rispetto alla trasparenza e alla correttezza del suo operato e del ministero che si trova a guidare. È insostenibile che un’istituzione così importante sia oggetto di una ridda di voci incontrollate e di episodi che ne minano la credibilità senza che il ministro sente il dovere di dire una parola”.

La capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, chiede che Giuli “commissariato prima ancora di iniziare, obbligato a fare marcia indietro sull’unica scelta che ha fatto finora: la nomina del suo capo di gabinetto” venga “in Parlamento per completare l’audizione con le commissioni riunite fissato per il 17 ottobre e poi rinviato. Il ministero della Cultura si trova senza guida nel mezzo della discussione di una legge di bilancio che apporta tagli feroci a tutti i settori di sua competenza. Siamo davanti a un governo di irresponsabili che tratta con disprezzo i settori culturali italiani”.

Le dimissioni di Spano, per il deputato di Avs e portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli, “segnano il fallimento della classe dirigente che ruota intorno alla premier Meloni. Scandalo dopo scandalo, questo governo dimostra di non avere una leadership adeguata per governare un Paese come l’Italia. Si affidano a un ristretto cerchio di amici e ‘cerchi magici’, persone che spesso sono coinvolte in comportamenti discutibili e procedimenti giudiziari, come dimostrato dai casi di Daniela Santanchè e Andrea Delmastro. Siamo di fronte a un governo che è incapace di liberarsi da scandali e favoritismi. Dico al ministro Giuli che la mostrificazione di Spano, di cui lui ha parlato, è stata fatta dal suo partito ovvero FdI e come opposizione assistiamo increduli a questo indecente spettacolo. Il ministro deve essere conseguente e dimettersi se ha dignità perché ha dimostrato che lui è eterodiretto e non governa il ministero. L’Italia merita di meglio”. E il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, aggiunge: “Il ministro della Cultura deve spiegare al Parlamento e al Paese una cosa molto semplice: ma cosa sta succedendo esattamente in quel ministero? Se possibile, lo faccia rapidamente e magari anche comprensibilmente”.

 

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