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Una festa privata a tema sadomaso che si sarebbe dovuta tenere in un castello medievale la scorsa estate ha provocato una crisi di Giunta, la decadenza del sindaco Giuseppe Restiani e il commissariamento del Comune. A Varano dè Melegari, in provincia di Parma, sette dei dieci consiglieri comunali (quattro di maggioranza e tre di opposizione) si sono dimessi facendo decadere l’Amministrazione di centrodestra.
Varano, sindaco Restiani sfiduciato. Comune verso il commissariamento
Il prefetto Antonio Lucio Garufi oggi ha nominato un commissario, il viceprefetto Adriano Eustachio Coretti, che guiderà il Comune fino alle prossime elezioni previste nel 2025, un anno prima della scadenza del mandato che era stato consegnato dagli elettori a Restiani nel 2021.
Lo scontro politico è nato in estate, dopo l’organizzazione, poi sfumata, di un evento a tema Bdsm (bondage, dominazione e sadomaso) da parte di un’associazione bolognese che avrebbe dovuto svolgersi nel castello medievale Pallavicino di Varano. Prima il via libera del Comune, che aveva poi annullato l’evento. Le polemiche – come aveva raccontato Parma Repubblica nel 2019 – erano nate perché già cinque anni prima un appuntamento analogo era stato organizzato nel castello della Valceno e gli atteggiamenti e l’abbigliamento delle persone che avevano raggiunto il paese avevano creato polemiche. Una serie di comunicazioni pubblicate sui social dall’associazione che riguardano il sindaco e un suo assessore hanno ulteriormente alimentato la tensione. “Fingendo sdegno per la riedizione di un evento già tenutosi in paese senza alcuna conseguenza – dice il sindaco – una parte politica della mia maggioranza ha cercato solo un modo per porre fine alla legislatura”.
Così le dimissioni dei gruppi consiliari Dignità e Trasparenza e Varano Domani hanno decretato la fine anticipata del mandato. “Le ragioni di questa sofferta, seppur necessaria, decisione – scrivono i consiglieri – nascono lontane nel tempo ed hanno trovato il loro culmine nell’azione, carbonara, che avrebbe dovuto portare alla realizzazione dell’evento ormai ben noto a tutti. Tale ultimo accadimento non è certo il punto di partenza, casomai, il punto di arrivo di un modo di fare politica, di fare squadra che ha caratterizzato questi due ultimi anni di mandato”. In particolare, i consiglieri dimissionari avevano chiesto al primo cittadino se l’iniziativa era stata proposta dall’associazione bolognese oppure dal sindaco, lamentando la mancanza di trasparenza nella gestione della vicenda e ritardi nel fornire spiegazioni al Consiglio e ai cittadini.