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Vannacci lo accusò di diffamazione, Bersani assolto a Ravenna. “Un’allegoria, il fatto non sussiste, neanche dal punto di vista linguistico”

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RAVENNA – Il Tribunale di Ravenna ha assolto Pier Luigi Bersani dall’accusa di avere diffamato il generale Roberto Vannacci, in seguito eletto europarlamentare con la Lega, con l’epiteto “coglione” proferito durante una intervista dal palco della Festa dell’Unità di Ravenna l’1 settembre 2023.

L’assoluzione è stata pronunciata “perché il fatto non sussiste”. “Lo apprendo dalla stampa” il commento di Bersani in un post sui social dove riporta la decisione del giudice di Ravenna.

Sulla questione, come riportato dal Resto del Carlino, dopo la querela di Vannacci, il 27 febbraio la Procura ravennate aveva chiesto per Bersani un decreto penale di condanna per 450 euro di multa per diffamazione aggravata dal mezzo (oltre che davanti a centinaia di persone, l’intervista era stata trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube del Pd), in quanto poteva “dirsi provata la penale responsabilità sulla base delle documentazioni audio-video” acquisite dalla Digos ravennate.

il caso

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20 Agosto 2024

Il Gip Corrado Schiaretti, dopo una disamina giuridico-grammaticale, ha invece concluso che la richiesta del Pm non può “essere accolta per insussistenza giuridica e prima ancora linguistica”. In particolare Bersani, in relazione al bestseller di Vannacci “Il mondo al contrario”, aveva ambientato il suo ragionamento in un ipotetico ‘bar Italia’ e, intervistato da una giornalista, aveva posto questa domanda: “Ma se in quel bar lì è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile anche dare del coglione a un generale?”.

Nello specifico secondo il giudice, le parole di Bersani “non possono essere qualificate come metaforiche”, ma è accaduto piuttosto che “il querelante abbia confuso la figura della metafora con quella della allegoria”.

Ovvero Bersani “descrive un luogo inesistente dove sarebbero leciti linguaggi in netto contrasto con la sensibilità civile”. È cioè evidente che, “essendo nota la storia personale e l’ironia di cui Bersani ha fatto sfoggio in decenni di carriera politica, la frase incriminata appare all’ascoltatore non credibile: un artificio retorico volto all’ironia politica nei confronti della destra italiana”.

In definitiva l’ex segretario Pd aveva “voluto evidenziare che, come è sbagliato dare dell’anormale a un omosessuale, è altrettanto sbagliato dare del coglione a un generale”. Lo stesso Gip nel 2021 aveva archiviato la posizione di alcuni agenti della scorta del leader della Lega Matteo Salvini accusati di peculato e violenza privata in relazione a un giro con una moto d’acqua della polizia al figlio dell’allora ministro degli Interni al bagno Papeete di Milano Marittima, sul litorale ravennate.

 

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