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I partiti del centrosinistra guardano con occhi diversi al voto americano: Pd e Avs hanno sostenuto apertamente la corsa di Kamala Harris, i 5 stelle sono stati più cauti con il presidente Conte che non si è espresso. Ma tutti sono concordi su una preoccupazione: il futuro dell’Europa e i futuri scenari nei rapporti commerciali con l’America.
In casa Partito democratico la vittoria di Donald Trump in questi termini e con questi numeri preoccupa molto: “Speriamo che adesso l’Europa si dia una mossa” , dice Giorgio Gori. Ed è proprio il futuro dell’Europa a preoccupare i più i dem nei rapporti con l’America su sicurezza, commercio e Ucraina. “Saranno quattro anni molto duri per l’Europa e il mondo democratico – dice Lia Quartapelle, capogruppo dem in commissione Esteri alla Camera– lo dico chiaramente dal punto di vista politico: nessuno si aspettava la vittoria di Trump con questo margine: la sua è una destra sovranista, populista, violenza. Per i progressisti di tutto il mondo bisognerà capire come affrontare questa sfida. Chiaramente il tema dell’immigrazione ha giocato un ruolo. Questo è un fatto che la sinistra deve affrontare. La sinistra deve avere una chiarezza di idee su come gestire il fenomeno dell’immigrazione”. Sul futuro dell’Europa Quartapelle aggiunge: “Ci aspetta una grande sfida sulle questioni chiave come sicurezza, commercio e Ucraina – dice – e poi c’è una sfida politica perché rischiamo di dividerci anche a livello europeo”. Il tema europeo è la principale preoccupazione anche per Alessandro Alfieri, componente della segreteria dem: ” Il ritorno di Trump rappresenta una sfida per l’Europa e per il nostro Paese – dice – spero che i più attenti della maggioranza di centrodestra a Roma, archiviati i festeggiamenti, ne capiscano velocemente la portata”.
In casa 5 stelle, con il presidente Giuseppe Conte che ha buoni rapporto con Donald Trump e non si è mai espresso chiaramente sul voto americano nei mesi scorsi, si guarda al futuro dei rapporti con Trump in maniera fiduciosa. Dice Giuseppe Conte: “Auguri di buon lavoro a Donald Trump, 47° Presidente degli Stati Uniti, in virtù di una vittoria netta, estesa anche al voto popolare. Le sfide che attendono gli Stati Uniti sono molteplici e ci riguardano tutti: fermare le guerre in corso, contrastare con la massima fermezza le violazioni del diritto internazionale umanitario, aprirsi a una visione multipolare dei nuovi equilibri geo-politici, puntare a regole eque per il commercio internazionale evitando la spirale protezionistica dei dazi e contro-dazi. L’Italia – se riuscirà a esprimere visione e coraggio – potrà dare un contributo importante in ragione della tradizionale amicizia tra i nostri popoli e della solida alleanza tra i nostri due Paesi, ma anche per il nostro storico ruolo nell’ambito del Mediterraneo allargato e nella cornice europea”. Ma anche tra i 5 stelle comunque trapela preoccupazione per la vittoria netta del magnate americano sostenuto dell’estrema destra: “Evidentemente Trump ha saputo parlare agli americani più dei democratici – dice Mariolina Castellone, vicepresidente Senato – Trump è stato bravo a cavalcare quei temi che sono stati vincenti, ha parlato di pace, promettendo un cambio di passo, che vogliono i cittadini, ha parlato di ridare poteri agli americani. A me alcuni punti della politica trumpiana mi spaventano, per me gli Stati Uniti hanno sempre rappresentato la multiculturalità, l’accoglienza e che questo mi possa cambiare mi spaventa – ha aggiunto -. Mi spaventano le posizioni antiscientifiche, no vax, io spero che ci ripensi”.
Grande preoccupazione emerge anche dai primi commenti dei vertici di Alleanza verdi e sinistra. “Una brutta giornata – dice Nicola Fratoianni – con Trump viene avanti un’America con meno diritti e meno libertà, un’America contro le donne le minoranze e i giovani. Vince il negazionismo di fronte alla crisi climatica. Ancora una volta la paura la povertà e la guerra portano a destra”. Per Angelo Bonelli “i democratici perdono il rapporto con i ceti popolari e ha influito nel voto anche il tema della guerra in Ucraina e delle spese per le armi affrontate dal governo americano”: “Gli americani sono stanchi della guerra in Ucraina che sta trasformando diversi Paesi nel mondo in una economia orientata alle armi a discapito dei fondi per i ceti popolari e poveri – dice l’esponente di Alleanza verdi e sinistra – io sono molto preoccupato perché Trump segnerà la parola fine agli accordi climatici internazionali e ci sarà un problema nella guerra in Medio Oriente dove il governo di Israele avrà ancora maggior sostegno per distruggere Gaza infiammando tutta quell’area”.
Il leader di Azione Carlo Calenda si concentra sul tema Europa: “L’Europa se vuole esistere ancora nell’era Trump, deve fare un salto di qualità immediato. Trump proverà a danneggiarci non solo indebolendo la posizione verso la Russia, scardinando la Nato e imponendo i dazi, ma anche costruendo alleanze con le personalità – Orban in primis – che non vogliono un’Europa più forte. Siamo soli e siamo divisi. l’elezione di Trump conferma tante cose che purtroppo già sapevamo sulla politica di questo decennio”.
Anche per Matteo Renzi di Italia Viva l’Europa è il tema più preoccupante dopo la vittoria di Trump: “Donald ha vinto in modo netto le elezioni americane e sarà il 47 presidente degli stati uniti. Ci sono tante riflessioni che il mondo politico può e deve fare su questo chiaro responso delle urne ma il primo dovere morale e civile è riconoscere il risultato con le congratulazioni al vincitore e l’onore delle armi alla sconfitta Harrus. Spero che per l’Europa questo sia il momento della sveglia”.
Molto preoccupato Riccardo Magi di più Europa: “La vittoria di Trump è a tutti gli effetti una sciagura per i diritti, per lo stato di diritto, per le minoranze, per la libertà, per la lotta al cambiamento climatico. Ma soprattutto rischia di essere una sciagura per l’Europa, che potrebbe trovarsi da sola a dover affrontare l’invasione di Putin in Ucraina, la questione mediorientale, il surriscaldamento globale, una crisi industriale senza precedenti, la conversione ecologica, la competizione cinese”.