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Dopo Donald Trump, “l’amico” Elon Musk. Giorgia Meloni tramite X fa sapere di aver sentito il fondatore di Space X e sponsor numero uno di Donald Trump. “Sono convinta che il suo impegno e la sua visione potranno rappresentare un’importante risorsa per gli Stati Uniti e per l’Italia, in uno spirito di collaborazione volto ad affrontare le sfide future”, scrive la premier su X.
La marcia di avvicinamento della premier alla nuova Casa Bianca è iniziata. Meloni ha necessità di costruire un legame sia con il vincitore delle elezioni Usa sia con tutta la rete che lo circonda. A partire proprio dal king-maker della campagna di Trump, “l’amico” Musk. Intanto, ha sentito ieri sera il neo presidente americano al telefono per lavorare in “stretto coordinamento”, a partire da Ucraina e Medio Oriente, per rafforzare “stabilità e sicurezza, anche nel quadro dei rapporti con l’Unione europea». Una prima candidatura a diventare ponte tra le due sponde dell’Atlantico. “Ho avuto un colloquio telefonico con il presidente eletto degli Stati Uniti d’America, Donald J. Trump, per congratularmi della vittoria elettorale. La conversazione ha costituito l’occasione per confermare la solida alleanza, il partenariato strategico e la profonda e storica amicizia che da sempre legano Roma e Washington – ha scritto ieri sui social la presidente del Consiglio – Nel corso della telefonata abbiamo espresso la volontà di lavorare in stretto coordinamento su tutti i principali dossier internazionali, con l’obiettivo comune di promuovere stabilità e sicurezza, anche nel quadro dei rapporti con l’Unione europea. Abbiamo affermato l’intenzione di proseguire il percorso di rafforzamento delle già eccellenti relazioni bilaterali, fondate su valori e principi condivisi, concordando sull’opportunità di mantenerci in stretto contatto”.
Ora la telefonata al fondatore di Tesla e patron di X, considerato da molti il ‘ponte’ tra Roma e Washington, l’uomo chiave per gettare le basi di un rapporto privilegiato. La premier intanto si muove. E c’è chi dentro Fratelli d’Italia ipotizza che possa volare a Washington per la cerimonia d’insediamento del 20 gennaio. Ed è al lavoro per una missione negli Stati Uniti anche Matteo Salvini. “Trump è pragmatico, un uomo del fare che su molti dossier parla la nostra stessa lingua: meno tasse, difesa dei confini, tagli alla burocrazia e protezione di famiglie e imprese. Sto pensando a un viaggio a Washington, anche per rafforzare i nostri rapporti con gli Usa”, ha detto il vicepremier leghista a Libero.