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Assalto neofascista alla Cgil, indagati quattro militanti di Forza Nuova: perquisizioni a Bari, Brindisi e Foggia

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Ci sono i tre responsabili provinciali di Forza Nuova di Bari, Brindisi e Foggia tra le persone perquisite dalla Digos di Bari nell’ambito di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo. Si tratta di Roberto Falco (53enne di Bari); Adriano D’Agnello (31enne di Brindisi) e Domenico Carlucci (54enne di Foggia) nonché di Beatrice Falco (45enne di Bari, cugina di Roberto). Rispondono del reato di “addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale”. A Foggia gli investigatori – guidati dal primo dirigente Raffaele Attanasi – hanno passato al setaccio anche la sede del movimento.

L’operazione è scattata per verificare il coinvolgimento di un militante dell’organizzazione nell’assalto alla Cgil di Roma del 9 ottobre. L’uomo era già stato coinvolto nelle manifestazioni di protesta contro le politiche nazionali e comunitarie di contrasto alla pandemia da Covid-19 organizzate nelle piazze del barese nei mesi scorsi “da parte di gruppi di protesta apparentemente non politicizzati”, ha chiarito la polizia.

Dagli approfondimenti investigativi  – coordinati dal procuratore di Bari Roberto Rossi, dal procuratore aggiunto e coordinatore della Dda Francesco Giannella e dal pm Ignazio Francesco Abbadessa – è emersa una fitta rete di contatti tra i vertici nazionali del movimento e gli attivisti pugliesi perquisiti.

Gli investigatori della sezione Antiterrorismo barese hanno passato al setaccio il web e, in particolare, i profili social riconducibili a due dei militanti di Forza Nuova perquisiti, verificando la loro partecipazione alla manifestazione del 9 ottobre. I militanti perquisiti hanno postato dirette facebook e immagini che confermavano la loro presenza in punti cardine della manifestazione.

Sul post/immagine del profilo social di uno degli indagati è stato pubblicato parte del comunicato diramato da Forza Nuova a margine della manifestazione romana (a firma degli esponenti nazionali Giuseppe Provenzale, Luca Castellini, Davide Pirillo e Stefano Saija), con cui si inneggiava esplicitamente ad “innalzare il livello dello scontro”, annunciando che il “popolo non si fermerà”. Ulteriore attività investigativa ha poi consentito di collocare a Roma – il giorno dell’assalto alla Cgil – anche Beatrice Falco e di comprovare, in conclusione, una fitta rete di contatti tra loro e con i referenti nazionali del movimento.

La polizia ha sequestrato smartphone e notebook nella disponibilità degli indagati, sui quali si concentrerà l’attenzione investigativa, come pure sull’altro materiale con simbologia chiaramente riconducibile al fascismo e di interesse investigativo.

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