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Partiamo dalle basi. LUMINKEY Magger 68 HE è una tastiera meccanica formato 65% dotata di 68 tasti. Per chi è pensato una dimensione del genere?
per i gamer, che vogliono più libertà sulla scrivania di come tenere le periferiche e che hanno esigenze diverse di postura e posizionamento di spalle, braccia e polsi;
per chi non ha bisogno di un tastierino numerico;
per chi ha una scrivania piccola o comunque uno spazio di lavoro esiguo.
Se fate parte di uno di questi tre casi e siete interessati a un prodotto del genere, sappiate però che la Magger 68 HE è disponibile solo nel formato ANSI USA. Quasi tutte le tastiere meccaniche di qualità sono con formato americano, tranne qualche illustre eccezione.
È un modello solo cablato. Per qualcuno sarà un difetto, ma c’è un perché se è stata fatta questa scelta, anzi, più di uno. Intanto un collegamento cablato, almeno per quanto riguarda il gaming, è sicuramente più affidabile di uno senza fili.
Non c’è rischio di rimanere a secco di autonomia, e non si corre neanche il rischio di interferenze o rallentamenti.
Secondo di poi, un collegamento cablato in questo caso permette di portare il polling rate massimo a ben 8.000 Hz. Se il vostro PC è dotato di hardware recente, avete la più alta frequenza di aggiornamento tastiera – PC del mercato, il che non è poco.
Ah, c’è un terzo pro di non poco conto: la tastiera costa meno.
Se a colazione masticate pane e tastiere meccaniche, sappiate che si tratta di un modello hot-swappable. Per ovvie ragioni è compatibile solo con interruttori meccanici magnetici!
Il circuito stampato presenta quindi slot pensati per accogliere switch magnetici, come per esempio i Gateron Magnetic Jade Pro di cui è dotato il modello protagonista di questo articolo.
Questi switch presentano un fondo quasi del tutto piatto, con giusto due perni in plastica che fanno un po’ di presa nello slot della PCB.
Ci sono anche switch privi di questi perni, come quelli usati da AKKO.
Gli interni sono curati come gli esterni: sotto i copri tasto e gli interruttori magnetici troviamo una piastra in alluminio seguita da uno strato in silicone pensato per adattarsi alle forme della tastiera.
Subito sotto troviamo il circuito stampato (PCB), un altro strato in silicone e infine la scocca inferiore. Le due sezioni che compongono il guscio della tastiera sono realizzate in alluminio anodizzato.
Estetica e sonorità
Anche l’occhio (e l’orecchio) vuole la sua parte. LUMINKEY Magger 68 HE è disponibile in tre varianti. Quella protagonista di questa recensione e degli scatti che trovate qui sparsi, è la versione E-Milky White. La sua particolarità?
I tasti, oltre a presentare numeri e caratteri standard, integrano anche il sillabario Hiragana giapponese! Dà un tocco di esotico al tutto, senza risultare “tamarra” o comunque troppo vistosa.
I tasti Esc e le frecce direzionali presentano copri tasto in policarbonato trasparente color arancione.
Sicuramente più vistosi del resto della tastiera, ma riprendono il colore del sillabario Hiragana e alla fine, a livello estetico, non sono un pugno in un occhio, anzi.
Il resto della scocca è color bianco crema, molto “neutro” ed elegante. In realtà vi ho mentito: ci sono 6 versioni di questa tastiera. Oltre ai 3 colori prima elencati, c’è anche distinzione fra i modelli “Performance” e “Professional”.
La versione Professional ha delle decorazioni aggiuntive sulla scocca, come una striscia color bronzo sul bordo posteriore. Cambia un po’ anche il retro, e anche gli altri bordi hanno scalini e rifiniture più gradevoli.
Le altre varianti di colore si chiamano rispettivamente Ano-Champagne Gold e Ano-Black. La prima presenta keycap particolari, un po’ più personalizzati e “nerd”; la seconda invece è decisamente più classica.
E le sonorità? Out of the box davvero ottime. Gli strati in silicone e gli switch Gateron lubrificati garantiscono un suono elegante e contenuto.
Anche i tasti stabilizzati producono suoni piacevoli e non metallici, e questo nonostante la piastra in alluminio.
Le funzionalità “magnetiche”
Gli switch magnetici non servono solo a semplificare il processo di inserimento o estrazione dello stesso. Ci sono dei vantaggi a livello di funzionalità da non sottovalutare.
Alcune di queste sono legate al gaming, altre invece potrebbero tornare utili a utenza più classica, a patto di essere dotati di un pizzico di follia e creatività.
La funzionalità più importante è quella che permette di regolare la distanza di attuazione. Se in gioco volete che il tasto sia premuto istantaneamente, anche applicando pochissima (o quasi punta) forza al tasto, potete ridurre l’attuazione a 0,10 mm.
Fantastico, ma attenzione: fra il polling rate altissimo e una distanza di attuazione del genere, ogni input è praticamente istantaneo.
Nel software ufficiale di LUMINKEY potete regolare anche tantissimi altri parametri, fra cui la sensibilità, la zona morta del tasto e anche ricalibrare tutta la tastiera nel caso non fornisse a vostro avviso la giusta performance.
Sempre dal software, se aprite la scheda Advanced si apre un mondo di possibilità, tutte offerte dagli switch magnetici ovviamente. C’è ad esempio Dynamic Keypath (DKS), che permette di associare a ogni tasto fino a 4 funzioni. Come attivarle? Non con scorciatoie!
No, potete invece decidere 4 diversi livelli di pressione del pulsante. Ognuno di essi innescherà un effetto diverso. Figo, vero? Sulla carta sì, nella pratica usarlo a dovere è difficile. Ci vuole tanta pratica!
Ci sono poi tante altre modalità d’uso, come Double click: due funzioni a un singolo tasto, una attivabile con pressione prolungata, l’altra con pressione singola.
E poi ovviamente ci sono le macro, la possibilità di rimappare il tutto, la gestione della retro-illuminazione, il debounce e il polling rate. Il software, nonostante sia spartano e solo in inglese (o cinese, ovviamente), si lascia usare.
Esperienza d’uso
LUMINKEY Magger 68 HE non presenta chissà quale soluzione ergonomica, ma devo dire che mi sono abituato da subito a usarla, e senza l’ausilio di poggiapolsi o altre diavolerie.
L’altezza è fissa, non ci sono piedini sul retro da regolare, e il profilo dei tasti è un classicissimo Cherry non troppo alto. Ciò nonostante, l’ho usata in tutti i contesti possibili (digitazione, altre attività lavorative, gaming) e mi sono sempre trovato benissimo.
La scocca è ovviamente inclinata in modo da mantenere una posizione sufficientemente comoda mentre scrivete. Gli switch, nonostante siano lineari, non sono affatto male anche per la digitazione nuda e cruda.
Hanno una forza di attuazione di 36 gf, e di default la distanza di attuazione è fissata a circa 1,5 mm. Se vi sembra troppo bassa, mentre scrivete potete aumentarla, in modo da ridurre al minimo gli errori di battitura.
Certo, c’è da fare i conti con alcuni aspetti che non a tutti andranno giù:
manca il tastierino numerico e anche tanti altri tasti che troveremmo sulle TKL o sulle 75%. Banalmente manca anche il tasto Print (Stamp);
il formato ANSI USA non ha le lettere accentate. Si va insomma a memoria, e occhio anche all’assenza delle parentesi angolari a sinistra e al tasto Invio diverso da quello ISO;
manca la striscia dei tasti funzione, anche se a questa si sopperisce premendo FN + il numero corrispondente. Alt + F4 diventa Alt + FN + 4.
Tralasciando questi aspetti, che per me non sono un problema (ma capisco che possono esserlo per alcuni), sono oramai settimane che uso la Magger 68 HE quotidianamente, e sinceramente non pensavo di trovarmi così bene.
E intendo sotto tutti gli aspetti: solidità, feeling in scrittura, funzionalità, sonorità. È davvero una piccola gemma che è un peccato che non tutti scopriranno.
Prezzo e acquisto
Al momento della stesura di questo articolo, e ancora per qualche giorno (fino al 18 novembre per la precisione), lo store MechKeys che ci ha inviato questo sample per la recensione la propone a un prezzo piuttosto goloso.
Si parla di 104$ per il modello Performance e di 134$ per quello Professional. A questo ci dovete aggiungere circa 21$ per coprire tasse e spedizione, e non incappare quindi in spese doganali. Al cambio attuale in totale si parla di 118€ per la prima e 146€ per la seconda. Se usate il coupon “smartworld” otterrete 5$ di sconto sul totale.
Considerate, come già detto, che le differenze sono prevalentemente estetiche e di switch meccanici. Il polling rate a 8.000 Hz, gli switch magnetici e le funzionalità permangono su entrambi i modelli.
LUMINKEY Magger 68 HE Magnetic Switch Aluminum Alloy Mechanical Keyboard
Il sample per questa recensione è stato fornito da MechKeys, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.
Su alcuni dei link inseriti in questa pagina SmartWorld ha un’affiliazione ed ottiene una percentuale dei ricavi, tale affiliazione non fa variare il prezzo del prodotto acquistato. Tutti i prodotti descritti potrebbero subire variazioni di prezzo e disponibilità nel corso del tempo, dunque vi consigliamo sempre di verificare questi parametri prima dell’acquisto.
Come ho detto anche poco fa, LUMINKEY Magger 68 HE è una piccola gemma che spero abbia la visibilità che gli spetta. Già di suo, anche non fosse stata magnetica o dotata di alto polling rate, sarebbe stata una buona scelta per dimensioni, materiali ed estetica. Se poi ci aggiungete tutti i vantaggi dati dagli interruttori magnetici e tutte le funzionalità attivabili dal software dedicate, allora diventa davvero un ottimo investimento. Certo, ci sono delle caratteristiche non adatte a tutti: formato ANSI USA, dimensioni ridotte e quindi meno tasti e qualche altro aspetto. Il prezzo, per quanto offerto, è ottimo e in linea con prodotti che offrono persino di meno usando materiali ben meno pregiati.
Pro
Interruttori magnetici, tante funzionalità software per sfruttarli al massimo
8.000 Hz di polling rate, regolabile anche via software
Materiali premium, tasti con sillabario Hiragama
Prezzo contenuto per quanto offerto dal prodotto
Contro
Solo layout ANSI USA
Formato 65% un po’ di nicchia
Solo cablata, no senza fili
PCB compatibile solo con switch magnetici