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Incrementare le spese militari “verso il traguardo del 2 per cento del Pil”, consentire ai giornalisti e ai fotoreporter di acquistare giubbotti antiproiettile ed elmetti protettivi e inviare le armi in Ucraina. Eccoli i punti chiave del nuovo decreto legge Ucraina che ha ricevuto il via libera dalla Camera con 367 voti a favore, 25 contrari e 5 astenuti. Il provvedimento contiene disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina e prevede una serie di interventi umanitari, anche in favore dei rifugiati. La prossima settimana passerà al Senato. E proprio sull’invio dell’armi alla popolazione ucraina per difendersi dall’offensiva russa che si è acceso il dibattito politico. Soprattutto le crepe si sono aperte all’interno del M5S con alcuni deputati contrari alla partecipazione attiva dell’Italia.
La votazione
Oggi in Aula hanno votato contro il deputato di Forza Italia Matteo dall’Osso e Veronica Giannone, i dissidenti 5Stelle Enrica Segneri e Gabriele Lorenzoni, che ha respinto “l’etichetta di filo putiniano”, dicendo “no al pensiero unico”. Contrario anche il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. Si sono astenuti in cinque, invece: il deputato di Leu, Stefano Fassina, i deputati di M5S Nicola Grimaldi e Davide Serritella e il renziano Gianfranco Librandi, il dem Erasmo Palazzotto. Ben 231 deputati non hanno partecipato al voto. I presenti in aula sono stati 397, i votanti 392, in missione 78. Tra coloro che non hanno partecipato al voto – pur non risultando in missione – sono 22 di Forza Italia, 37 della Lega, 28 di M5S, 21 del Pd, 23 del Misto. Mentre il Pd, con 69 presenti su 97 appartenenti al gruppo e 7 dichiarati in missione, registra la più alta percentuale di presenza con il 71,13%.
Spese per la difesa
L’ordine del giorno, con parere favorevole del governo, è stato approvato a stragrande maggioranza (con il no di Alternativa, Sinistra italiana, Europa Verde) dall’Aula della Camera con 391 sì, 19 no e 7 astenuti. Il testo impegna il governo “ad avviare l’incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2 per cento del Pil” – seguendo così le indicazioni date alla Camera dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, il primo marzo scorso – “e predisponendo un sentiero di aumento stabile nel tempo, che garantisca al Paese una capacità di deterrenza e protezione, a tutela degli interessi nazionali, anche dal punto di vista della sicurezza degli approvvigionamenti energetici; ad assicurare che la ripartizione delle risorse sia allocata secondo i criteri della delega di cui alla legge n. 244 del 2012; nell’immediato, ad incrementare alla prima occasione utile il Fondo per le esigenze di difesa nazionale, di cui all’articolo 615 del decreto legislativo n. 66 del 15 marzo 2010, recante il Codice dell’ordinamento militare”.
“L’approvazione del nostro odg al decreto Ucraina è un risultato storico. Altrettanto rilevante il fatto che l’odg sia stato sottoscritto da tutti i partiti politici ad esclusione dell’estrema sinistra”, dichiara il deputato Roberto Paolo Ferrari, responsabile dipartimento Difesa della Lega e capogruppo in commissione Difesa alla Camera.
Invio delle armi in Ucraina
Di sicuro, è il tema che fa più discutere: l’invio delle armi in Ucraina. Nei giorni scorsi, il presidente della commissione Esteri, il dem Piero Fassino, in Aula ha ricordato che “è in atto una guerra e non possiamo cavarcela con l’equidistanza e dire che siamo neutrali”, qui ci sono “degli aggressori e degli aggrediti”. Dunque, ha aggiunto Fassino, “vanno bene le sanzioni, ma colpiscono l’economia, non impediscono invece che ci siano dei morti e i bombardamenti e si devono mettere gli aggrediti nelle condizioni di avere gli strumenti per difendersi”. Insomma, con il decreto Ucraina “non si viola l’articolo 11 della Costituzione: saremmo contro l’articolo se aiutassimo la Russia, non se aiutiamo chi si difende”. Qui il dibattito ha iniziato ad accendersi, soprattutto all’interno del M5S con la lite in Aula tra Enrica Segneri che ha definito “imbarazzante”, da “pacifisti della guerra”, la linea della maggioranza sull’invio di armi all’Ucraina(ricevendo i complimenti dell’ex ministro Fraccaro) e Iolanda Di Stasio, che ha tenuto a precisare invece “la linea del Movimento 5 stelle”, ossia “che non ci si può girare dall’altra parte”.
Ucraina, quelli che si sfilano: chi sono i parlamentari contrari all’invio delle armi a Kiev
di
Silvio Buzzanca
Giubbotti antiproiettili ai giornalisti
L’Aula della Camera, martedì, ha approvato all’unanimità l’emendamento al dl Ucraina che consente ai giornalisti e ai fotoreporter di acquistare giubbotti antiproiettili ed elmetti protettivi. L’emendamento di Fdi riformulato è stato sottoscritto dagli altri gruppi parlamentati ed è stato approvato con 398 sì e nessun contrario.
Giornalisti, fotoreporter e operatori, dunque, che dovranno andare a lavorare in Ucraina per documentare le operazioni belliche potranno acquistare, in deroga ai divieti in vigore in Italia, giubbotti antiproiettile ed elmetti da utilizzare a loro protezione.
Rifugiati
È stato deciso di incrementare le misure di soccorso ed assistenza alle persone che stanno cercandorifugio nell’Unione europea. In merito sono stati stanziati 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali per consentire di organizzare e attuare gli interventi più urgenti. Mentre, in vista del fatto che una parte del flusso dei profughi è diretto in Italia, nel decreto legge approvato è stato previsto il rafforzamento della rete di accoglienza degli stranieri nel nostro Paese. In particolare, il provvedimento stabilisce: un incremento di 13.000 posti dei centri straordinari che potranno essere attivati dai prefetti; un potenziamento di ulteriori 3.000 posti del sistema di accoglienza e integrazione (Sai); che i cittadini ucraini vengano ospitati nei Cas anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale; che le disponibilità dei Cas e della rete Sai, già incrementate dopo la crisi afgana, vengano dedicate anche alle esigenze di sistemazione e accoglienza dei profughi ucraini.
Energia
Il decreto si occupa del livello di rischio imprevisto riguardo al normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale. Per questo si autorizza, anche a scopo preventivo, di anticipare l’adozione di misure per l’aumento dell’offerta e riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza, una eventualità che al momento non corrisponde a quella in cui si trova il nostro Paese. La norma rende immediatamente attuabile, se fosse necessario, la riduzione del consumo di gas delle centrali elettriche oggi attive, attraverso la massimizzazione della produzione da altre fonti e fermo restando il contributo delle energie rinnovabili.
Università
È stato istituito un apposito Fondo da 500mila euro per finanziare misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti ucraini per svolgere le proprie attività presso università, istituzioni per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica ed enti di ricerca italiani. Sono previsti tutti i mezzi per garantire loro il diritto allo studio, partendo dalle borse di studio.