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Autonomia, è scontro. Calderoli: “Opposizioni taceranno”. Schlein: “Non decide lui cosa faremo”

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E’ scontro tra il ministro Roberto Calderoli e il Pd dopo la recente sentenza della Consulta sull’autonomia differenziata. Per il Guardasigilli Carlo Nordio porterà alla soppressione del referendum promosso dalle opposizioni.

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Nordio e il referendum

La Corte Costituzionale “è intervenuta pesantemente su alcuni settori che sono quelli proprio tipici del referendum. Adesso il Parlamento dovrà rivederla, poi la rivedrà la Cassazione. A spanne, con prudenza, direi che questa sentenza dovrebbe eliminare almeno per ora la possibilità del referendum”. Così il ministro della Giustizia, parlando dell’autonomia differenziata sul palco del forum della Fondazione Iniziativa Europa, a Stresa (Vco).

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“Letta a spanne – aggiunge il guardasigilli – la sentenza della Corte è più che equilibrata, che condivido. Dico a spanne perché per dare una interpretazione tecnicamente corretta occorre leggere le motivazioni, che saranno sicuramente articolate e molto lunghe. Detto questo, è sicuro che produrrà un avanzamento probabilmente di mesi o forse anche di anni verso una soluzione definitiva, magari referendaria. Se mi si chiede se questa pronuncia impedirà o no il referendum, bisognerà leggere le sentenze, ma direi di sì”.

Calderoli: “Coincidenza con la Costituzione”

In serata anche il ministro per gli affari regionali e le autonomie, il leghista Roberto Calderoli, padre della riforma, è intervenuto sulla sentenza della Corte costituzionale. “Noi abbiamo un comunicato stampa, bisogna attendere le motivazioni, la valutazione spetterà alla Cassazione in primis e quindi attendiamo sia la sentenza sia la valutazione della Cassazione. Se ha ancora senso un referendum? Ah, non ho idea, perché nessuno ha ancora un’indicazione precisa di quella che è la valutazione della Corte. Quando ci saranno i riferimenti agli articoli, ai commi”, ha detto Calderoli nel corso di un incontro nel Bresciano sull’autonomia, “si saprà se ha un senso o meno il referendum”. Per il ministro, la legge “ha 11 articoli e 45 commi, sono state presentato un centinaio di eccezioni su 43 commi e ne hanno accettate sette. Quindi su un terreno sconosciuto abbiamo trovato la strada per una perfetta coincidenza della Costituzione. Si può dire che la partita è finita 45-7”. Ad ogni modo, “sulle materie non lep non vi è stata alcuna eccezione da parte della Corte Costituzionale e quindi il negoziato può proseguire”, ha detto Calderoli, mentre “farò tesoro degli indirizzi della sentenza”, e poi “le opposizioni taceranno e mi auguro taceranno per sempre”.

Pd: “Ha perso la ragione”

Replica il Partito democratico. “Le affermazioni di Calderoli sono estremamente gravi e dimostrano scarso rispetto della democrazia”, “anche dopo le censure della Corte costituzionale, continua a insistere con arroganza e oggi auspica che le opposizioni tacciano per sempre”, commenta da Milano la segretaria Elly Schlein. “Ma lo chiarisco a questo governo e a tutti i suoi ministri, una volta ancora: non è la maggioranza a decidere cosa può o deve dire l’opposizione. Noi continueremo sempre con più forza a farci sentire, questo è il ruolo che spetta all’opposizione in una democrazia. Questo clima di repressione costante del dissenso deve finire”. “Furioso perché la sua legge nonesiste più, Calderoli perde la ragione e vuole ridurre al silenzio le opposizioni”, afferma da parte sua Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati. “La maggioranza ha già provato a farlo durante l’esame della legge in parlamento con voti ripetuti e aggressioni ai deputati. Ora promette di metterle a tacere per sempre. Dica la premier Meloni se è accettabile un tale comportamento da parte di un suo ministro”.

 

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