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Roma — Congelati i siti, blindati i social, anonimizzati i profili, muti i legali. Marco e Marco Antonio Procopio, i medici finiti nella bufera per la morte di Margaret Spada, la ragazza siciliana che a loro si era rivolta per un intervento al naso, sembrano quasi voler diventare fantasmi. Ma in realtà, a dispetto della presenza ingombrante su Instagram e TikTok, i Procopio in un certo senso fantasmi lo sono sempre stati. Di certo per la Regione, che già tra il 2008 e il 2009 aveva invano cercato di capire cosa succedesse davvero nel loro studio. All’epoca esercitava solo Procopio senior e c’era già il sospetto che il dottore si spingesse chirurgicamente assai più in là di quello che — legalmente e in sicurezza — avrebbe potuto fare.
I Nas indagano, l’Asl Roma C scrive alla questura per proporre la chiusura del centro, ma alla fine tutto si conclude con un nulla di fatto. Durante il sopralluogo decisivo, non vengono trovati strumenti chirurgici o locali che possano essere adibiti a sala operatoria. Procopio senior — siamo nel 2009 — autocertifica di essere laureato a Padova e abilitato a Verona, con nota a penna aggiunge di essere specializzato all’Università Cattolica di Rio de Janeiro e soprattutto assicura che in quello studio si svolgono solo «visite pre operatorie e controlli post intervento». Insomma è una sorta di ambulatorio, dove i trattamenti di medicina estetica si possono fare, quelli di chirurgia estetica no. E non lo chiede. Risultato, lo studio non finisce mai nella lista delle strutture da controllare.
Margaret, i ciarlatani dei social e quella sanità parallela
Nel 2023 la storia si ripete. A sollecitare i controlli, aveva anticipato ieri Repubblica, è un esposto anonimo all’Ordine dei medici. Si indaga per un anno, ma l’inchiesta sfuma di nuovo. Siamo a giugno 2024. Più o meno negli stessi mesi, ha raccontato il fidanzato Salvatore Sferrazzo, Margaret inizia ad avere contatti con i Procopio. Per la precisione, con Marco Antonio, il figlio del “patron” dello studio.
Di lui, online non c’è più traccia, ma il web spesso non cancella quello che ha ospitato, semplicemente lo nasconde e neanche troppo bene. Ed ecco che tra i threads di Instagram, spunta un post del giovane dottore. Pubblicizza con tanto di foto quello che lui definisce “rimodellamento della punta del naso” con tecnica “closed”, da fare in anestesia locale in non più di venti minuti. Problema: è una rinoplastica in tutto e per tutto, dunque un intervento di chirurgia estetica e lui non avrebbe mai potuto farlo.
Dopo la laurea a Cracovia, la specializzazione non l’ha mai presa. In curriculum risulta solo un master in medicina estetica, lo stesso percorso che hanno seguito altri giovani professionisti — il fratello Raffaello Procopio e Leonardo Lorenzo Procopio — che sembrano gravitare attorno allo stesso centro e come lui propongono vere e proprie operazioni. Le loro pagine personali sono diverse, come il cellulare di contatto, ma identico è l’indirizzo a cui ricevono. Ed è quello dello studio in cui Margaret ha avuto una crisi cardiaca non appena le è stata somministrata l’anestesia.
Margaret, i ciarlatani dei social e quella sanità parallela
Non è l’unica ambiguità. In siti e profili dei medici non c’è alcun riferimento a società o a partite iva. Dalle banche dati, i Procopio, sembrano in tutt’altre faccende affaccendati. Marco Antonio, proprietario dello studio e di un paio di magazzini in zona, oggi è amministratore e socio al 50% della Proger, una srl che si occupa di campagne pubblicitarie, mentre fino al 2023, è stato amministratore e socio unico di un’altra srl che si occupava di corsi sportivi e ricreativi. Anche il padre, a dispetto dell’asserita esperienza ventennale, non risulta titolare di nulla che abbia a che fare con attività sanitarie.
Dal 2006 è amministratore unico della Allegra srl, una piccola società di costruzioni con 10mila euro di capitale versato, che dal 2019 è stata inglobata da una quasi omonima ltd, la Allegra Investments. A capo — almeno formalmente — c’è una coppia, Graham James e Raffaella Doyle e la sede é a Manchester. Esattamente nello stesso palazzo in cui hanno “casa” — spesso nulla più di una cassetta postale — circa duecento società. Un quadro buono perché oltre ai Nas, dei Procopio inizi a interessarsi anche la Finanza.