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Il comunicato stampa del procuratore per i minorenni di Caltanissetta Rocco Cosentino arriva al culmine di giornate convulse in cui si è arrivato ad ipotizzare che la quindicenne Larimar Annaloro non si sia suicidata, ma sia stata vittima di qualcuno. Scrive il procuratore: “Al fine di tutelare l’interesse pubblico a una corretta informazione, in relazione alle notizie date nei giorni scorsi (dalle agenzie di stampa e dai rotocalchi, nonché dai principali tg nazionali e locali), con particolare enfasi e con dovizia di particolari, in merito alle indagini conseguenti alla tragica morte della quindicenne di Piazza Armerina, quest’Ufficio ritiene necessario indire una conferenza stampa”.
Un’iniziativa a sorpresa. Il motivo lo spiega lo stesso magistrato: “Occorre fare chiarezza su alcuni aspetti di cui è stata data ampia diffusione sui mass media, che hanno ingenerato pubblico clamore, dovuto essenzialmente alla rivelazione di alcune ‘presunte novità’ sullo sviluppo delle indagini; la circostanza poi che siano state ricondotte a non meglio specificate ‘fonti investigative’, invero del tutto inspiegabilmente, ha contribuito a darne un’apparenza di veridicità”.
Parla la madre di Larimar Annaloro: “L’hanno uccisa, so chi è stato”
Una smentita netta delle ipotesi fatte in questi giorni, rilanciate anche dai genitori della giovane, che hanno messo in dubbio l’ipotesi suicidio. Il procuratore bacchetta queste ricostruzioni: “Ciò ha determinato, o comunque rafforzato, la pubblica convinzione di un determinato svolgimento dei fatti idoneo a creare allarmismo, allo stato ingiustificato, con ovvie ripercussioni sulla tutela dell’ordine pubblico. Ecco perché corre l’obbligo – prosegue Cosentino – di chiarire tutti i punti salienti dell’attività istruttoria sin qui compiuta, nei limiti ovviamente dell’ostensibilità degli atti e nella misura in cui gli stessi siano suffragati da elementi oggettivi di riscontro”.
Cosentino terrà una conferenza stampa, martedì mattina. “Tanto si doveva, nel rispetto assoluto del diritto di cronaca e dei giornalisti che ogni giorno se ne fanno garanti, ma, ancor di più, in ossequio alla preminente tutela del diritto a una corretta informazione”. L’inchiesta di Caltanissetta resta per istigazione al suicidio. E si continua a indagare sulla diffusione di alcuni video che avrebbero ritratto la giovane.