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Smart working prorogato, dehors di nuovo a pagamento e hub chiusi: ecco il volto dell’Italia del dopo Covid

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Roma – Ai tavolini e ai dehors che riempiono strade e piazze animando le città per troppo tempo deserte nessuno vuole rinunciare. Agli hub vaccinali e ai centri tamponi (pur con la loro rassicurante valenza) sì, magari in cambio di una sanità territoriale efficiente. Dal lavoro agile (prolungato ieri fino al 30 giugno) si sa già che non si tornerà più indietro e a scuola difficilmente si riuscirà a fare a meno delle decine di migliaia di insegnanti e personale che hanno garantito le lezioni in questi due anni così tormentati per i ragazzi. Tornare a viaggiare senza limiti, poter contare su una sanità territoriale disponibile per riprendere a curarsi.

Il tanto atteso momento della cessata emergenza sta per arrivare e l’Italia, con un misto di sollievo e paura, prova a riprendersi la vita pur sapendo che nulla sarà del tutto come prima e soprattutto che tanti dei provvedimenti presi durante lo stato d’emergenza sono diventati irrinunciabili e quasi strutturali. Anche se in scadenza.

Come sarà l’Italia dopo il 31 marzo si fa fatica ad immaginarla davvero. Senza più il Cts e il generale Figliuolo a governare l’emergenza, con la campagna vaccinale e la sanità post Covid (con il virus che rialza la testa) che torna nelle mani delle Regioni. Lo dice bene il governatore della Liguria Giovanni Toti: «Incontreremo il governo per parlare di come sarà l’Italia dopo il 31 marzo. Lo stato di emergenza non potrà essere dismesso del tutto, lo dico per quei lavoratori che hanno tenuto in piedi il nostro sistema sanitario, gli hub vaccinali, i centri tamponi, che altrimenti rischierebbero di stare tutti a casa non vigilando su una malattia che ancora c’è».

Via hub vaccinali e centri tamponi

E infatti, se in molte regioni hub vaccinali e centri tamponi stanno smobilitando, passando pian piano le consegne ai medici di base, ai pediatri, agli ambulatori che gradualmente diventeranno i luoghi dove fare vaccini e tamponi, il governo ha deciso di non indebolire l’organico della sanità, a cominciare dalle Usca, le unità di continuità assistenziale, e dal 118, presìdi indispensabili per l’assistenza e le cure domiciliari. I lavoratori i cui contratti vanno in scadenza il 31 marzo se li vedranno prorogare fino al 31 dicembre.

Prorogati i contratti covid a scuola

Allarme scongiurato, fino alla fine dell’anno scolastico, anche per i 55.000 tra insegnanti e personale Ata assunti con contratti Covid in scadenza insieme allo stato di emergenza. Proroga anche per loro, anche se solo fino al 15 giugno.

Smart working fino al 30 giugno

Gli uffici difficilmente torneranno a riempirsi anche se il 30 giugno porterà via con sè anche il ricorso generalizzato allo smart working, al momento prolungato di altri tre mesi. Lo vogliono le aziende e lo vuole anche una buona parte degli 8 milioni di italiani che in questi due anni hanno cambiato la loro vita modellandola sul lavoro agile. Dal primo luglio sarà necessaria la contrattazione individuale, ma moltissime aziende hanno già firmato accordi di contrattazione collettiva.

Dehors a pagamento 

Anche i volti delle città difficilmente cambieranno, anche se dal mese prossimo i titolari di bar e ristoranti che hanno portato all’esterno buona parte delle attività usufruendo della concessione gratuita del suolo pubblico, dovranno tornare a pagarla. Chi vorrà mantenere dehors e tavolini in strade e piazze, dovrà richiedere la concessione. Entro giugno con procedura semplificata.

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