Xiaomi ha parcheggiato una Xiaomi SU7 Max nel piazzale davanti alla Stazione Centrale di Milano. È impossibile non notarla nel suo appariscente color turchese e con le sue linee che in tanti hanno paragonato (a ragione) alla Porsche Taycan. Non una brutta copia della sport car tedesca, ma anzi la versione modernizzata e alleggerita. È dentro una teca e chiunque passerà in quel luogo, sicuramente uno dei più trafficati d’Italia, potrà ammirarla fino al 6 gennaio.

Noi siamo saliti a bordo e abbiamo realizzato un video focus sulla tecnologia dell’auto. Trovate il video in apertura di questo articolo. Xiaomi ha portato quanto ha imparato in così tanti anni di lavoro su tablet e smartphone, culminati con il suo ultimo software HyperOS, dentro il suo primo veicolo elettrico. Un grosso tablet capeggia centrale nell’auto, con tanti richiami al tablet che avete in casa: toggle rapidi, app in multiwindow e scorciatoie rapide, oltre che tante app e un app store da cui scaricarne di nuove.

Il tutto scorre in modo molto fluido e garantendo una chiarezza di utilizzo fondamentale in un auto. Ci sono due punti però che meritano particolare attenzione: la modularità e la guida autonoma.

Xiaomi SU7 (e la sua versione “potenziata” Max da noi provata) può infatti essere personalizzata con un gran numero di accessori “sfiziosi”: il profumatore d’ambiente (che può contenere tre fragranze diverse), il mini frigo che può anche scaldare le vivande, oppure ancora un set di tasti fisici per chi (come il sottoscritto) è contrario al full touch in auto. Non ha inventato certo Xiaomi il concetto di accessori o di personalizzazione delle auto, ma il modo in cui lo fa strizza molto l’occhio al mondo tech: gli accessori sono tutti definibili nell’ambito dei “gadget”. L’auto come tale ha già tutto quello che serve. Come se stesse comprando uno smartwatch per il vostro smartphone Xiaomi, oppure un powerbank.

In parte anche andando a prendere quella nicchia di accessori che in tanti appassionati di auto comprano aftermarket di altri brand.

E poi c’è la guida autonoma, che noi non abbiamo potuto provare, ma che dai tanti video provenienti dalla Cina (dove l’auto è già per strada da mesi) è possibile rimanere sorpresi da quanto il sistemi sembri funzionare bene anche nelle situazioni più complesse, con una grafica sul display molto simile a quella di Tesla, ma con una precisione e fluidità di guida che sembra ancora maggiore.

Xiaomi SU7 non è solo una macchina elettrica, ma è la massima espressione di una tech company che grazie all’arrivo del fenomeno EV può lanciare anche lei un’auto vera e ricevere anche critiche positive da chi l’ha provata o posseduta. Un’auto che sembra una Porsche, con la tecnologia che Porsche al momento si sogna. Non c’è miglior biglietto da visita per un brand che voglia aumentare la sua qualità percepita.

E questo è un problema per tutte le altre aziende: è un problema per Porsche che dovrà tenere il passo (per sua fortuna questa SU7 non sembra arriverà a breve in Europa) e per chi produce smartphone, avendo magari faticato moltissimo e per tanti anni per costruirsi una sua qualità percepita. Penso a brand come Samsung, Apple e in parte anche Google.

Fra i prodotti che raccontano di uno status symbol c’è sicuramente lo smartphone, l’orologio e, ancora più di tutti, l’auto. Se possedere un’auto Xiaomi potrebbe diventare un vanto ne beneficerà sicuramente tutti gli altri prodotti del brand che si porteranno dietro l’aura di rispettabilità che solo un’auto può dare.

Non è certo una novità che l’avvento delle auto elettriche e dei brand cinesi (vedi BYD) avrebbe portato scompiglio nell’automotive. Forse non si pensava che avrebbe potuto portarlo anche nel mondo tech.